E' un problema E' un problema

E' un problema

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Aristides Leonides, ultraottantenne miliardario di origine greca, ha da poco sposato una giovane di umili origini, Brenda, nonostante la feroce opposizione di tutta la famiglia, costituita da figli, nuore, nipoti e dalla sorella nubile della prima moglie. Quando Aristides muore, perché qualcuno ha sostituito l'insulina contenuta in una fiala con una sostanza letale, la famiglia Leonides unanime punta il dito accusatore contro Brenda e contro Lawrence Brown, il precettore dei nipoti sospettato di avere una relazione con Brenda. Anche la polizia non trascura questa traccia, ma sembra che le indagini non riescano a fare piena luce sulla vicenda: la famiglia Leonides comincia a temere di essere costretta a vivere costantemente con la certezza che un suo componente è un assassino, quando... Pubblicato nel 1949, questo romanzo nel quale non compaiono i tradizionali protagonisti della Christie, é sempre stato considerato dall'autrice come il suo preferito.



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E' un problema 2020-03-22 18:08:25 Cathy
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Cathy Opinione inserita da Cathy    22 Marzo, 2020
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«Una piccola casa sbilenca»

Charles e Sophia, due giovani inglesi in servizio al Ministero degli Esteri, si sono conosciuti in Egitto, durante la Seconda Guerra Mondiale, e hanno deciso di sposarsi. I loro progetti, già rallentati dal conflitto, incontrano un nuovo ostacolo: la morte improvvisa del nonno di Sophia, Aristide Leonides, un greco emigrato in Inghilterra, dove si è costruito dal nulla un’immensa fortuna con mezzi spesso ai limiti della legalità. Sebbene fosse anziano e malato, la polizia e il medico legale sospettano che la causa del decesso – overdose di un farmaco che il vecchio assumeva abitualmente per curarsi – sia tutt’altro che naturale e che uno dei membri della famiglia, i soli ad avere accesso al farmaco e alle sue stanze, lo abbia volutamente tolto di mezzo. Sfortunatamente, nell’abitazione fuori Londra dei Leonides – un cottage, la dimora inglese per eccellenza, ma alquanto bizzarro, perché insolitamente lussuoso e spazioso, per sbandierare ai quattro venti la ricchezza della famiglia – tutti avrebbero avuto l’occasione materiale di commettere il delitto, ma nessuno sembra avere un movente. Uniche eccezioni, forse, Brenda e Laurence, la giovanissima seconda moglie del defunto e l’istitutore dei suoi nipoti. L’intera famiglia punta il dito contro di loro e li accusa di avere una relazione, ma quanto è facile convincersi che i colpevoli siano gli unici due abitanti della casa privi di legame di sangue con il clan dei Leonides?
L’intera situazione getta un’ombra cupa sul matrimonio di Charles e Sophia e la ragazza, intelligente, lucida e razionale, rifiuta di unire Charles alla propria famiglia senza prima essere certa che non lo trascinerà nel disonore e nello scandalo. Charles, però, è legato a doppio filo alla morte di Aristide Leonides: suo padre è il commissario di Scotland Yard incaricato di seguire il caso e quando gli propone di collaborare ufficiosamente alle indagini, sfruttando la sua posizione interna alla famiglia, Charles non esita ad accettare e ad imbarcarsi in questa singolare avventura. Si ritrova così a destreggiarsi tra i numerosi componenti del clan, personalità complesse, a volte indecifrabili, ma tutte dotate, come sostiene Sophia, di una vena di crudeltà ereditata dal vecchio Leonides, un omino storto e rinsecchito con occhietti neri, lucidi, spietati, una mente brillante e una personalità imponente, che per tutta la vita ha tenuto figli, nuore e nipoti sotto un’ala protettrice e al tempo stesso, forse, soffocante. Spicca su tutti la sorella minore di Sophia, la piccola Josephine, che ha ereditato dal nonno tanto l’aspetto sgradevole quanto l’intelligenza e la durezza di carattere e che, passando le giornate a origliare le conversazioni degli altri, sostiene di aver scoperto, fra tresche amorose e disastri economici, il segreto più grande di tutti: chi ha ucciso il nonno.
Il titolo originale del romanzo, "The Crooked House", è tratto da una filastrocca per bambini. L’aggettivo “crooked” significa “bizzarro, distorto, sbilenco”, sia in senso concreto sia in senso morale e metaforico, e forse è proprio il significato ambivalente di questa parola che cela la sconcertante soluzione al mistero della morte di Aristide Leonides, un piccolo uomo sbilenco dalla morale sbilenca, con una piccola-grande casa sbilenca – come recita la filastrocca – e una famiglia sbilenca nella quale si nasconde un assassino freddo, spietato e insospettabile. Per lo stile asciutto e preciso, il raffinato gioco a incastri della trama e le psicologie fini e accuratamente scolpite, "È un problema" si colloca senza dubbio tra i romanzi più riusciti della Christie.

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E' un problema 2019-10-20 12:01:13 DanySanny
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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    20 Ottobre, 2019
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SCALA DI GIALLI ALLA CHRISTIE - 4

Il titolo originale di questo romanzo di Agatha Christie è “Crooked House”, che suona come “La casa sghemba” e in effetti la prospettiva da cui va guardato è storta, come la casa che è il cuore e la tomba del libro: sbilenca come i suoi abitanti, inquietantemente adagiata su un fianco. A bene vedere, tutto è il romanzo è la ricerca di una fusione tra carattere e ambiente, tra forma e personalità, quasi ad anticipare le più moderne teorie sulla criminalità: così quando un vecchio e ricchissimo signore di origine greca, Mr. Leonides, viene trovato morto, la sfilata dei personaggi sospetti e indagati si riflette continuamente nelle stanze labirintiche di questa casa dove niente è come appare, dove tutto è recita, sia essa per sfuggire a qualche dolore sepolto, sia essa la fragile facciata per preservare intatto uno scampolo ultimo di serenità. In fondo a Crooked House tutti sanno, tutti sospettato, ma nessuno dice, perché a volte la verità è più dolorosa di ogni capacità di accettazione e perché ci costringe ad ammettere che nessuna innocenza è senza peccato e che le ombre più scure si nascondono proprio là dove brilla il sole più intenso. E stavolta davvero, in una cantilena infernale, il finale agghiacciante fa calare il sipario più cupo su una storia che si fa fatica ad accettare.

Libro orfano di Miss Marple e Poirot, Crooked House scosse il pubblico dell’epoca, perché parve che la scrittrice stavolta si fosse spinta troppo oltre. E invece con suo disincanto, con la sua cruda lucidità, Agatha Christie ricorda, una volta ancora, che a volte i moventi sono futili bolle di sapone e che in certe morti non c’è la tiepida consolazione di un perché. L’unico grosso difetto di questo libro è la scelta di far raccontare la storia ad uno dei personaggi, quasi fosse un diario, ma lo stile ne perde in acume e in lucidità. Certo il finale compensa, ma peccato, perché poteva essere ricordato, per spessore e caratterizzazione degli ambienti, come uno dei suoi libri più belli: come nel paradosso di Zenone di Achille e la tartaruga, la Christie ci costringe a riconoscere uno iato insanabile tra la logica della ragione e l’accadere concreto della realtà.

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E. A. Poe, The fall of the House of Usher
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