Dopo le esequie
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Tutto è cominciato dopo le esequie
Dopo il funerale di Richard Abernethie, un ricco uomo d’affari, i suoi familiari si riuniscono per la lettura del testamento. L’uomo si ritiene che sia morto per cause naturali, fino a quando la sorella Cora non pronuncia la frase "Diamine, è stato ucciso, no?" quasi senza pensarci. Tale affermazione suscita sconcerto nei presenti nonostante la donna sin da bambina fosse reputata una persona strana. Il giorno dopo la lettura del testamento Cora viene trovata assassinata nel sonno a colpi di accetta. La consequenzialità temporale tra l’affermazione pronunciata da Cora e la sua morte suscita sospetti nell’avvocato Entwhistle, legale della famiglia Abernethie che dunque decide di iniziare ad indagare. Tuttavia l’avvocato non riesce da solo a trovare risposte alle proprie domande e convoca il sapiente detective Hercule Poirot che riuscirà, con il suo ineguagliabile intelletto, a indagare su tutti i membri della famiglia e a risolvere il caso servendosi dei pochi elementi a propria disposizione.
Ho deciso di leggere questo libro perché mi aveva attirato la trama riportata sul retro e da questa non sono rimasto deluso. Agatha Christie ha confermato in questo racconto la propria capacità di mescolare una storia molto lineare ma allo stesso tempo piena di intrecci che non lascia intuire niente al lettore, il quale arrivato alle ultime pagine ancora non ha idea di chi possa essere il colpevole tra tutti i personaggi. Ho apprezzato molto che nel corso del racconto vi siano diverse rivelazioni interessanti che inducono il lettore ad iniziare il capitolo successivo per scoprire cosa accadrà. Il detective Poirot, in questo racconto, ha un ruolo marginale e non è il vero e proprio protagonista della storia in quanto si occupa prevalentemente di creare un quadro di tutti i familiari degli Abernethie ed arrivare, a fine racconto, a fornire la propria versione dei fatti e risolvere il caso.
Lo stile del libro personalmente non l’ho apprezzato granché per via di diversi fattori: i personaggi sono tanti e, all’apice del libro vengono introdotti attraverso il nome e il rapporto di parentela con il defunto Richard. Tuttavia nel racconto sono presenti molti più personaggi di quelli elencati che, una volta incontrati all’interno della storia, si fatica a capire chi siano. All’interno del primo capitolo viene descritta in maniera ineccepibile l’ambientazione in cui si svolge la lettura del testamento, ma vengono allo stesso tempo introdotti quasi tutti i personaggi che messi insieme fanno confondere il lettore. A parer mio sarebbe stato meglio fornire maggiori descrizioni circa i personaggi di modo da far assimilare meglio al lettore i nomi dei personaggi e i loro gradi di parentela con Richard. Nello stile adottato da Agatha Christie il lettore è costretto a tornare all’apice del libro dove vi sono scritti i nomi dei personaggi per capire di chi si stia parlando. Tale problema, fortunatamente, lo si riscontra solo nei primi capitoli poiché, dal momento che ci si ricorda dei vari personaggi, si riesce a differenziarli e ricordarsi le storie e gli atteggiamenti di ciascuno.
Nonostante lo stile non mi ha affascinato molto, non posso dire lo stesso della trama perché, come affermato, è stata ben congeniata ed ha portato alla stesura di un racconto che si fa leggere volentieri. Personalmente è un libro che consiglio poiché non è lungo né impegnativo, per quanto occorre stare leggermente dietro alla storia per non perdersi dei passaggi che, alla fine del racconto, si riveleranno fondamentali per far combaciare tutti i tasselli del mosaico.
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Sotto tono
Saga familiare, in cui si intrecciano eredi e testamenti, gelosie ed invidie, omicidi e familiari. Ognuno crede impossibile un delitto nella propria famiglia, ma in questo giallo ed in questa intricata famiglia di delitti ce n'è più di uno. Un giallo un pò sotto tono rispetto a quelli che ho letto finora, decisamente sovraffollato di personaggi e con un Hercule Poirot, sempre carismatico, soprattutto nella fase di studio dei personaggi, ma poco presente come protagonista o comunque marginalmente, se non verso la fine della storia. Forse è proprio questo il motivo per cui la vicenda narrata perde un pò di smalto e di colore. Risaltano però sempre le rotondità fisiche, tipiche dell'investigatore: la testa ad uovo, gli inconfondibili baffi e la cosiddetta simpatica "pancetta".
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