Dio è un proiettile
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Un thriller adrenalinico.
A volte vengono pubblicati dei romanzi assolutamente validi che, per motivi incomprensibili, sfuggono – quanto meno in Italia - all’attenzione del grande pubblico. “Dio è un proiettile” è uno di questi. Adire il vero era sfuggito anche alla mia di attenzione, in quanto, acquistato, era finito in uno scatolone nel corso di un trasloco e rinvenuto, per caso, in occasione di quello successivo :-).
Il testo è ormai datato (1999) e non se ne trova quasi traccia nei siti letterari. Anche il reperimento del volume è abbastanza difficoltoso ( ma su Internet tutto è possibile e, infatti, si trova). Agli appassionati del genere thriller-azione ne consiglio vivamente la ricerca.
Per quanto a mia conoscenza, trattasi dell’unico romanzo scritto da questo autore, ma all’epoca ottenne (non in Italia) un notevole successo, tanto che un noto sceneggiatore e produttore, Ehren Kruger, manifestò pubblicamente l’intenzione di farne un film (progetto poi sfumato).
Ma a chi può piacere questo romanzo? Sicuramente, percitarne un paio, a un fan di Tarantino o dei fratelli Coen di “Non è un paese per i vecchi”.
La storia, adrenalinica e scritta benissimo, si svolge pressoché interamente nel deserto della California del sud, ai confini col Messico, ed è incentrata sul rapimento, da parte di una banda di psicopatici, della figlia di un poliziotto. Quest’ultimo, con l’aiuto determinante di una ex tossica nonché ex membro della banda, si mette alla caccia dei criminali.
Provare per credere: questo libro, una volta iniziato, non lo si molla.