Deserto di paura
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Follia tra le dune
Cecile Race ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La via percorsa lo porta all’ingresso dell’inferno, ad attenderlo un uomo che vanta una stella al petto ed un gruppo di cittadini amanti della caccia. Un reato minore diventa la miccia che produce un’esplosione di cattiveria tra la gente locale, c’è chi ne approfitta per dar sfogo ai propri folli intenti, innocenti colpiti da azioni partorite da menti malate. Si aggiunge ad aggravare la situazione un’ossessione morbosa nei confronti di un’affascinante donna del posto, indipendente e agguerrita. Il tutto si svolge tra le montagne e il deserto, anche madre natura si schiera a sfavore della specie umana: calore, disidratazione, siccità, coyote, crepacci, nulla è facile in questo contesto, la sopravvivenza è concessa a pochi.
Un thriller semplice, una trama lineare, nulla di eclatante. Tra queste pagine i misteri e le indagini classiche sono bandite, il lettore ha tra le mani una situazione limpida, gli avvenimenti accadono alla luce del sole, è l’epilogo della caccia alla preda che interessa. Il finale è frettoloso, un approfondimento sulla personalità deviata del colpevole e una ricerca sull’origine del male avrebbe sicuramente reso migliore il romanzo. Inoltre, l’autore avrebbe potuto dedicare più tempo e spazio alla figura femminile, ai risvolti psicologici relativi alla posizione e condizione della stessa, per rendere il contenuto più realistico.
Concludendo, un passatempo senza pretese.
“L’alba invece, che illuminava il cielo con gli stessi colori del tramonto, era l’affermazione splendente di una battaglia ancora una volta vinta sugli eterni nemici, il freddo, la solitudine e tutti i pericoli mortali o immaginari che sembravano nascondersi nella notte.”