Dead City Dead City

Dead City

Letteratura straniera

Editore

Casa editrice

Questa è la storia di un uomo corpulento, Joe Zucco, tirannico e spietato boss del New Jersey. La sua fortuna è fondata sul vizio, la droga e la prostituzione. La faida in atto con Alex Machine minaccia di ridurre in brandelli New York City. Ma è anche la storia di piccoli uomini con grandi ambizioni, che pensano di potersi far strada con pistole e coltelli; sicari che uccidono per mettere ordine e per prendersi una soddisfazione animale dai propri talenti. La truculenza, la freddezza delle descrizioni, la velocità dell’azione, la pittura nitida e senza fronzoli di una mentalità spietata sono le qualità principali che fanno emergere questo libro ben al di sopra della media del genere.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
3.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Dead City 2014-02-21 10:44:06 AndCor
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
AndCor Opinione inserita da AndCor    21 Febbraio, 2014
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La 'succursale americana' di Cosa Nostra

Stato del New Jersey, primi anni Settanta del secolo scorso: Charley Flowers, tiratore scelto degradato a picchiatore dopo un paio di incarichi falliti, e Harry Strega, che 'ha imparato a fare la sua parte' nella guerra del Vietnam, sono due mezzi scapestrati che ben presto saranno inghiottiti nella variante meno preferibile del tanto millantato 'sogno americano': sottomettiti ai potenti che sono arrivati prima di te, fai il lecchino finché non arrivi a frequentare l'uomo che tira le fila dei business della città e, appena si gira dandoti le spalle, spodestalo pugnalandolo alla schiena. Non solo a livello metaforico.
Peccato che il (pre)potente di turno sia Joe Zucco, capomafia 51enne impresario di pompe funebri con moglie paralitica e amante sulla cui maggiore età è bene mantenere il beneficio del dubbio. Le sue 'specialità' riguardano strozzinaggio, trading in Borsa, estorsioni e contrabbando, odia i tradimenti e gli sgarri dei suoi sottoposti, e punisce quelli che la fanno fuori dal vaso con 'tutte le esagerazioni emotive e la risoluta contrarietà di un despota feudale.'.
Lo proverà sulla sua stessa pelle l'altro gangster del New Jersey, Alexis Machine, il quale, purtroppo per lui, una mattina si è alzato con lo scopo di fare fuori Zucco e divenire il signore incontrastato del Jersey. Solo che tutti, prima di muovere un dito, devono avere il placet della Commissione di Cosa Nostra, élite di inarrivabili e fumosi 'colletti bianchi' che hanno l'obbligo di far rispettare le 'onorate' regole alla base di ogni associazione di delinquenti.
Ed è così che la vita di Charley e Harry inizia ad arricchirsi di lavoretti sempre più rischiosi, ed inevitabilmente, fra un mattatoio dove confezionano salsicce con resti umani, un nightclub poco raccomandabile, un'esecuzione in diretta del proprio fratello di sangue, un'estorsione in piena regola e plurimi omicidi, gli occhi dei due 'bravi ragazzi' vengono accecati dall'idea illusoria di potersi creare un impero che porti il proprio nome anche fuori dal continente americano. Almeno fino a quando non saranno Art Hammis e Gino Agucci, fedelissimi di Zucco, a riportare tutti alla realtà dei fatti, regalando ai due tirapiedi un biglietto di sola andata per una destinazione dalla quale è impossibile fare ritorno.

Shane Stevens è straordinario nel presentarci una 'ordinaria follia del crimine' che di ordinario ha davvero poco, e lo dimostra un tono narrativo quasi cavalleresco, in cui i meschini protagonisti si abbandonano vanamente ai propri desideri irrazionali, campeggiando apertamente flussi di memoria, monologhi, dialoghi e soliloqui perennemente sospesi fra una musicalità virtuosa e una epicità d'altri tempi.
Il tutto circondato da un'ambientazione di grande qualità, fra cui spicca una New York cupa, grigia, fumosa e ricolma di un'aria salmastra che non lascia presagire nulla di buono, proprio come se una 'spada di Damocle' pendesse inesorabile sulle figure più abiette della metropoli statunitense. La quale, di notte, fulmineamente, si trasforma, e di conseguenza ecco l'Empire State Building, la West Side Highway ed il fiume Hudson ergersi a simulacri di forze ineluttabili, fortissime, scintillanti, quasi ossequiose.
Una vera e propria (dis)sacra(ta) rappresentazione di un mondo effimero e sostanzialmente vuoto, con tutti i suoi aspetti ricolmi di radicata menzogna, pomposità lussureggiante e basilari ingiustizie.

Sul piano stilistico, è da sottolineare l'abilità dell'autore nel (vivi)sezionare chirurgicamente, quasi impugnasse un bisturi al posto della penna, le molteplici facce di tutti i protagonisti principali, Flowers su tutti, e nel presentarle ai lettori con notevole cura e puntigliosità. Mentre, a livello narrativo, non mancano tuttavia spaccati dettagliatissimi di omicidi macabri, commissionati da gentleman del racket e eseguiti da aguzzini ai quali è sufficiente impugnare un coltello o un'arma da fuoco per scrollarsi di dosso la benché minima emozione e sezionare, tagliuzzare, stuprare, inveire, dilaniare, trapassare e maciullare corpi umani come se si divertissero ad assumere a turno il ruolo di un Dio perverso, giustiziere e cinico alla massima potenza.

Un libro dalle sfumature noir, che non ha nella trama il suo punto di forza, ma che si propone, mediante una scrittura essenziale e senza fronzoli, di spiegare al lettore la fusione teorizzata nel 1989 da Paolo Borsellino tra la sfera politica e le società dell'onore.
Perchè 'Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo.', ma soprattutto perché 'Qui ce la fai solamente se ce la fa anche l'altro, e allora tutti hanno una terra della torta.'.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale
Qualcun altro
Il misterioso caso degli angeli di Alperton
I fantasmi dell'isola
La porta