Come una bestia feroce Come una bestia feroce

Come una bestia feroce

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Ha scritto Ellroy, l'autore di American Tabloid: «II grande romanzo dei bassifondi di Los Angeles? Come una bestia feroce, di Edward Bunker». Il mondo osservato con gli occhi di Max Dembo, che esce da una prigione dopo otto anni di orrori che non riusciamo neanche a immaginare e tenta inutilmente di inserirsi nella vita «normale» di Los Angeles, non ha infatti alcun romanticismo. Eppure, se la città buona non mi vuole, si dice Max Dembo, nervi saldi. Teniamo duro. L'imperativo è redimersi. Anche se i soldi facili sono a portata di mano. E la suspense cresce, fino a che un'altra verità si rivela a Dembo: per uno come lui è la città «buona» che è sbagliata, che genera insopportabile ansia, il crimine è l'unica paradossale sicurezza.



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Come una bestia feroce 2015-07-27 16:30:42 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    27 Luglio, 2015
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Fedele al crimine.

Sono stato per le ultime 60 pagine di questo libro a sperare che non finisse come è finito “Cane mangia cane”, non vi dirò come perché non voglio rovinare il gusto di leggere questi due super romanzi a chi ancora non li ha letti, ma speravo proprio in un finale diverso, perché si sa, spesso i grandi scrittori non diventano grandissimo per colpa di un finale sbagliato. Ecco, Eddie Bunker è un grandissimo. Non solo non lo ha fatto finire allo stesso modo (sebbene così poteva sembrare) ma gli ha dato un finale imprevisto e per certi sensi…romantico (per quanto possa esserlo un rapinatore in fuga col bottino...).

Max Dembo è un criminale, un criminale non occasionale, no no Max Dembo è proprio nato criminale, è delinquente nel dna e nella sua vita ne ha commesse di tutti i colori fin dalla giovane età. Finita di scontare la sua condanna finalmente esce e decide di rifarsi una vita in maniera pulita, non vuole più avere a che fare con la criminalità. Ma ecco che qui entra in gioco la società, o meglio ancora, l’indifferenza della gente che non è per nulla disposta a dare una chanche ad un ex detenuto e che anzi fa di tutto per emarginarlo nuovamente, non importa se tu hai chiuso i ponti con la malavita e hai intenzione di trovarti un lavoro dignitoso per vivere come tutti, non importa nemmeno se il lavoro effettivamente c’è e tu saresti un ottimo lavoratore che si accontenterebbe anche di un salario minimo, sei comunque un ex galeotto e per te non c’è spazio in una società di benpensanti. E così Max , come il figliol prodigo, torna tra le braccia dell’unica che lo vuole, mamma Criminalità.
Raccatta un paio di soci e cerca di mettere insieme tutto l’occorrente per fare un ultimo colpo che finalmente possa consentirgli di vivere in serenità per il resto dei suoi giorni, e se dovesse andare male carcere o cimitero non sarebbero certo un problema per chi non ha nulla da perdere. Decidono così di rapinare un caveau di diamanti da una banca di Beverly Hills , ma la rapina però non va liscia come previsto ed inizia così una pazza fuga del protagonista per tutta l’America e oltre.

Il libro di 358 pagine e diviso in 3 capitoli, il primo che potremmo definirlo come il ritorno in società, società che appunto rifiuta il nostro protagonista in quanto pregiudicato e nonostante abbia già scontato le sue colpe la società non è comunque disposta a reintegrarlo. Poi c’è un secondo capitolo nel quale Max torna alla criminalità rendendosi conto che alla fine “se nasci criminale, puoi solo morire tale”. Ed infine l’ultimo capitolo che tratta della fuga spericolata. Non sprecherò troppe parole su Bunker perché secondo me è semplicemente uno degli migliori scrittori noir di sempre, o forse il migliore. D’altra parte nessuno può raccontare la criminalità e la vita in carcere come uno che in carcere, a San Quentin, ci ha passato 18 anni della sua vita. Ma non è solo la vita criminale che rende questi romanzi unici ma anche le riflessioni profonde e spiazzanti sulla vita di chi non ha nulla da perdere che, messe lì tra una sparatori e una fuga, ti fanno riflettere su quanto possa essere dura la società, soprattutto contro i più deboli. Semplicemente un fenomeno, ma non lo dico io, lo dice Ellroy, Ammaniti, Tarantino, Trejo e molti molti altri….

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Come una bestia feroce 2012-12-03 12:10:45 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    03 Dicembre, 2012
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Edward Bunker: “Come una bestia feroce”

Dopo una vita trascorsa tra riformatorio e prigione, Max Dembo vorrebbe provare a reinserirsi nella società, forte anche di quel po’ di cultura che si è fatto in prigione (perché ‘in otto anni anche un cretino’ se la farebbe). Uscito in libertà condizionata, scopre ben presto che quella vita non fa per lui e, del resto, la società non sembra poi così ben intenzionata ad accoglierlo: meglio tornare alla vecchia vita, malgrado i rischi siano sempre in agguato per cancellare i pochi momenti luminosi. Bunker attinge a piene mani dalla sua vita per scrivere il suo primo romanzo durante l’ennesimo soggiorno in galera, soggiorno abbreviato proprio dall’interesse e dal successo riscossi dal libro e dal film che ne fu tratto (‘Vigilato speciale’ con Dustin Hoffman): un ritratto visto da dentro del mondo della piccola delinquenza che, a parte qualche sprazzo d’indulgenza, ben ne racconta i meccanismi criminali e psicologici. Scritto nella prima metà degli anni Settanta, il volume si riallaccia alla grande tradizione del noir statunitense: il ritmo ansiogeno di Ellroy è ancora di là da venire, così a dominare è la più classica scansione chandleriana che alterna azione e dialoghi serrati con ampie, a volte minuziose, descrizioni. Curiosamente, rimane più impressa la prima parte, durante la quale Max si sforza di rimanere all’interno delle regole, che quella che narra il rientro a tempo pieno nella malavita, dove forse viene scontato qualche clichè di troppo: difetto, peraltro lieve, al quale si possono aggiungere un finale poco soddisfacente e il disegno di alcune figure di contorno troppo schematiche, tra amici tossici e la ragazza di campagna che s’innamora a prima vista del protagonista. Nulla che, comunque, possa diminuire la godibilità della lettura di queste pagine che, grazie a un ritmo non viene mai meno, sanno trasportare il lettore nelle strade secondarie di una Los Angeles dominata da un caldo appiccicoso e dallo smog: un mondo in cui a lungo la violenza è più nelle atmosfere che nelle azioni, ma che, una volta liberata dal primo colpo di pistola, diventa poi inarrestabile. Il protagonista, che si illude di controllarla, finisce per farsene travolgere spegnendo l’empatia nata nel lettore soprattutto lungo i primi capitoli: se il crimine qualche volta paga, il prezzo richiesto per uscirne vivi è sempre troppo alto in termini di vita personale e di rispetto per se stessi.

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Come una bestia feroce 2011-10-10 07:15:11 Rowan
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Rowan Opinione inserita da Rowan    10 Ottobre, 2011
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Edward Bunker o Max Dembo?

"Chi non è mai stato a contatto con la violenza non la teme, ma crolla quando si scontra con essa."
Questo è il primo romanzo Noir che leggo e, anche se non è stata una lettura facile, il libro mi è piaciuto molto. Conoscere il protagonista, Max Dembo, è come conoscere Edward Bunker in persona, in quanto Come una bestia feroce è praticamente una sua biografia. Max, ex galeotto reduce da 8 anni di prigione, ci porta con lui tra le strade impregnate di criminalità, di rapine e droga. Il libro si snoda senza problemi tra banche e fughe, tenedo il lettore con il fiato sospeso, e portandolo a tifare e ad amare i protagonisti, per quanto possa risultare strano da immaginare, Max un dono non da poco: diretto, scaltro e cinico, vi entrerà nel cuore senza nessun imbroglio, ma per quello che è davvero: un criminale.
Il libro è sicuramente consigliato, non sono a chi predilige romanzi forti e crudi, ma anche a chi vuole semplicemente togliersi la curiosità sulla criminalità, sulle rapine a mano armata e sulla vita in prigione.
Per quel che mi riguarda mi trovo soddisfatta di questa lettura un po' fuori dagli schemi alla quale sono abituata ^^

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