Chiamate a freddo Chiamate a freddo

Chiamate a freddo

Letteratura straniera

Editore

Casa editrice

Upper East Side, Manhattan: il quartiere dei colletti bianchi, dove se non sei un avvocato o un medico non sei nessuno. Bill Moss è solo un addetto al telemarketing per una delle tante società del sottobosco della Big Apple e annaspa per restare a galla nell'inferno quotidiano di una città sbranata dalla competitività. Frustrato nelle aspettative da un lavoro che non gli risparmia umiliazioni, con una fidanzata più in carriera di lui, un amore che va consumandosi come un conto alla rovescia, e la fantasia repressa di donne volgari e pronte a farsi dominare, Bill Moss è una bomba caricata a mille, pronta a scoppiare.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 2

Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0  (2)
Contenuto 
 
3.0  (2)
Piacevolezza 
 
3.0  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Chiamate a freddo 2014-09-12 14:56:32 Donnie*Darko
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    12 Settembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Arrivare, ad ogni costo!

Da vicepresidente di una grossa azienda pubblicitaria a impiegato part-time di una ditta di telemarketing. Dura la vita per Bill Moss, trovatosi defraudato di quello che sin da adolescente ha sempre sognato sotto l'egida di un' ambizione spropositata.
Il passaggio all'anonimato, alla mediocrità, è uno shock; anche se il nostro confida di tornare presto in auge e riprendersi quel posto nel mondo, a suo modo di vedere, suo per diritto.
Lavorare, fare soldi, possedere, detenere il potere; questi i suoi comandamenti inattaccabili, pronti ad essere soddisfatti calpestando chiunque gli sia sinceramente devoto a partire dall'amabile fidanzata Julie. Bugie, sotterfugi, colpi bassi, sono all'ordine del giorno per un manipolatore nato, privo di morale e belva senza più denti ma pur sempre pericolosa.
Lo yuppie fallito è un ribollire di sensazioni sgradevoli, di odio e rabbia tenute a freno con massimo sforzo; Jason Starr crea il Patrick Bateman del nuovo millennio, non più uomo di successo talmente onnipotente da potersi permettere ogni nefandezza, bensì il perdente represso vittima della crisi economica, incapace di raggiungere quello status imposto dalla Grande Mela, almeno nell'Upper East Side, dove o fai soldi o non conti nulla.
L'occasione d'oro non tarda a palesarsi, il suo superiore gli offre l'impiego di assistente. Nulla di eclatante magari, sicuramente un avanzamento che gli permette di iniziare a progettare il futuro e in un certo qual modo esercitare quel potere che lo ossessiona. Peccato le cose non filino lisce, un cavillo (ovvero l'ennesima bugia) e tutto crolla sprofondato nel sangue.
Gran ritmo e ottimi colpi di scena in questo romanzo, in cui il protagonista è l'uomo comune messo alle strette, il quale, anzichè reagire secondo canoni logici e moralmente inattaccabili, lascia che siano gli istinti primordiali ad avere il sopravvento. Una forma mentis arrivista, allineata al feroce antagonismo odierno favorito dal consumismo scellerato e dall'alienazione sociale.
L'impulso ferino ha ragione del raziocinio e delle regole del vivere civile: c'est la (nouvelle) vie, dove il protagonista è un mostro ma il mondo che lo circonda non è da meno.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Chiamate a freddo 2013-07-30 07:36:11 marccorazz
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
marccorazz Opinione inserita da marccorazz    30 Luglio, 2013
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

mimetismo

Un giovane pubblicitario emigrato da Seattle nell’Upper East Side di New York, si ritrova intrappolato in un lavoro di telemarketing part-time, che non è il suo, e in una relazione con una giovane donna di cui, in fondo, non è innamorato, ma che continua consciamente o inconsciamente a manipolare, pur di coprire le sue bugie. Tutta la storia “crime” si riduce al racconto che il protagonista, Bill Moss, fa al lettore della propria insoddisfacente condizione lavorativa e di relazione con la sua donna, nella continua estenuante ricerca di un nuovo lavoro nella pubblicità, che lo assorba completamente come una volta e che lo renda un uomo completo.
Poi, quando ogni speranza, per il lettore, sembra persa……..qualcosa finalmente accade. Ad un passo dal licenziamento per l’ennesimo ritardo al lavoro, si ritrova promosso ad assistente del capo settore, un uomo detestabile, infimo e razzista, che non perde occasione per denigrare le persone di colore. Tutto sembra volgere al meglio. Un nuovo lavoro, un impegno a tempo pieno e tante cose da fare che lo assorbono completamente. Ma….non è proprio così! La fantasia ossessiva di un rapporto con una prostituta lo logora e gli fa perdere interesse sessuale per la propria compagna. Finalmente si decide a soddisfare la sua fantasia e lo fa, in modo molto intelligente, con una prostituta che batte proprio vicino il suo ufficio. Un genio direi. E qui comincia l’inizio della sua fine….!!!!!
Preferisco non andare oltre, altrimenti svelo anche quel poco di interessante che rimane nel libro. Comunque, Bill si caccia in guai enormi da cui ne uscirà in modo a dir poco originale!!!!!!
Peccato, veramente un peccato che tutto ciò che di movimentato offra questo testo sia relegato nelle ultime venti pagine. Sembra che per tutto il racconto ci si prepari a qualcosa che……viene poi liquidato frettolosamente in poche pagine. Questa situazione mi ha ricordato un po’ il film “the blair wich project”, in cui per tutta la durata del film ho continuato a ripetermi “ora succederà qualcosa, ora succederò qualcosa, ora DEVE succedere qualcosa”, e che alla fine qualcosa è successo………è finito il film !?!?!?!
Se non fosse stato definito un crime, forse sarei riuscito ad apprezzarlo almeno un po’. Almeno l’avrei visto e considerato sotto un altro aspetto, un altro punto di vista. Ma così…! Non si può definire un crime solo perché nelle ultime pagine si dirottano le vicende del protagonista verso una torbida storia criminale, dedicandovi poche pagine, pochi particolari e liquidandola con un finale a dir poco sorprendente. Il crime è ben altro secondo me. Questo è solo un caso di mimetismo letterario.

Che peccato !!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Incastrati
Identità sconosciuta
Intermezzo
Lo sbirro, il detective e l'antiquario
L'uomo che morì due volte
L'ora blu
Morte in Alabama
Malempin
La mano dell'orologiaio
Omicidio in biblioteca
Tragedia in tre atti
Cavie
Ali di vetro
Le lupe
La violenza dei vinti
Appuntamento fatale