Cattive compagnie Cattive compagnie

Cattive compagnie

Letteratura straniera

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Londra. Quella che Kate tiene distrattamente fra le mani sembra solo una banale foto delle vacanze. Ma sullo sfondo, proprio lui, Charlie. Kate non ha dubbi, quello è suo marito. Eppure questo non è assolutamente possibile. Perché Charlie è morto durante una vacanza. Kate è sconvolta, ma nessuno le crede, nemmeno Luke, il migliore amico di Charlie. Tutti continuano solo a ripeterle che deve togliersi dalla testa questa ossessione per il marito scomparso e rifarsi una vita. Per loro l'uomo nella foto è un'altra persona. Ma Kate è sicura. Ecco perché si butta a capofitto in un'indagine privata contro tutto e tutti. Giorno dopo giorno, le discrepanze nel caso del marito diventano sempre più numerose e sospette. Forse Charlie è stato ucciso? E il suo matrimonio era davvero perfetto come lei lo ricorda? Ma soprattutto, Kate può fidarsi davvero degli amici di Charlie?



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Cattive compagnie 2024-02-23 10:46:56 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Febbraio, 2024
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A me non pare tutto OK

Rimandare per tanto tempo la lettura di un libro può portare a diverse conseguenze negative: non provare più interesse per la sinossi, ritrovarsi con una storia invecchiata malino, rendersi conto che forse non è più la lettura adatta a noi. Per me "Cattive compagnie" ricade in quest'ultima categoria perché, da quando ho acquistato la mia copia al momento in cui mi sono finalmente decisa a leggerla, ho sviluppato una certa avversione verso le autrici britanniche di suspence, il sottogenere del thriller domestico e gli scrittori stranieri che decidono di ambientare (parte del)le loro narrazioni in Italia per trattare la tematica della criminalità organizzata. E indovinate un po' quale titolo rientra in tutte e tre queste casistiche?

In realtà lo spunto di partenza sembra interessante: una donna inglese, Kate Grey, fatica a superare la morte del marito Charles "Charlie" Benson, avvenuta in circostanze tragiche ma anche poco chiare. Una foto che ritrae casualmente un uomo identico al suo adorato Charlie spinge Kate ad intraprendere un viaggio verso la città di Miami, nell'insensata speranza che il marito possa essere ancora vivo; viaggio nel quale sarà accompagnata da Luke Broussard, da sempre amico di Charlie. Nel primo terzo del volume, la narrazione al presente viene inoltre interrotta da dei flashback che mostrano com'è nata e si è evoluta la relazione tra Kate ed il marito.

Pur non avendo disprezzato del tutto questa lettura, mi trovo davvero in difficoltà nel trovarci dei pregi; e questo perché suddetti pregi sono compensati da difetti paralleli, oppure risultano così blandi da passare quasi inosservati. Diciamo che ho trovato carina la scelta di raccontare una protagonista un po' anticonformista, nonché decisamente spietata nella sua determinazione. Mi è piaciuto anche che Newman abbia investito tempo ed attenzione nella descrizione delle diverse ambientazioni, rendendo la prosa abbastanza curata in queste parti del testo.

Un altro punto a favore (con riserva) è rappresentato dai colpi di scena: alcuni sono resi davvero prevedibili dalla piega che prendono i dialoghi stessi, ma altri riescono in effetti a stupire, rendendo la lettura anche divertente in alcuni punti. Peccato che per stupire i lettori la cara Ruth sia stata costretta a provocare ai suoi personaggi degli attacchi di stupidità fulminante. È il caso dell'immotivata decisione della protagonista di togliersi i guanti in una determinata scena, ma in questa osservazione rientrano tranquillamente anche tutte le azioni compiute dagli antagonisti, nel finale e non solo: davvero non si capisce perché Kate non si faccia due domande sulle incongruenze in ciò che le viene raccontato!

Descrizioni a parte, la prosa ha secondo me ampi margini di miglioramento. A cominciare dall'eccessiva informalità nella narrazione, specie se accostata a delle linee di dialogo a volte fin troppo artificiose e ricercate. Boccio poi in toto la scelta di rendere la protagonista la voce narrante, perché se è vero che seguiamo sempre e solo lei durante la storia, non penso sia sensato da parte sua nascondere di proposito delle informazioni vitali; specie considerato che questo testo dovrebbe essere una sorta di racconto interiore. Un'ulteriore pecca nello stile di Newman è data dall'umorismo, ridondante e poco efficace: non penso sia necessario dedicare una pagina intera ad un'infelice battuta sul russare, neanche fossimo in un cinepanettone.

E concludiamo con qualche lamentela personale, come la discutibile edizione italiana nella quale parecchie frasi vengono tradotte in modo letterale, senza quindi tenere in considerazione giochi di parole o modi di dire inglesi. Mi ha fatto storcere il naso il modo superficiale con cui l'autrice ha parlato delle malattie mentali, delle persone di colore (con un simpatico sillogismo che li associa alla violenza di default) e della criminalità organizzata. Non farete fatica ad immaginare anche quale sia la mia opinione su una protagonista che si dimostra incapace di fare alcunché senza un uomo alto e muscoloso al suo fianco, per poi disdegnare senza possibilità di riscatto tutte le personagge femminili nelle quali incappa.

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Cattive compagnie 2016-06-04 11:51:35 fede.book21
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fede.book21 Opinione inserita da fede.book21    04 Giugno, 2016
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Niente è come sembra fino alla fine...

Diciamo che come ogni giallo/thriller che si rispetti, anche in questo non si capisce niente fino alle ultime pagine. La verità viene modificata e ribaltata di continuo.
Tutto comincia con una vedova, Kate, che dopo un anno dalla scomparsa del marito cerca di andare avanti e nel farlo ci racconta anche come si sono conosciuti, quanto si amavano e come lui sia morto tragicamente durante una vacanza.
Ma quando casualmente Kate intravede il defunto marito in delle recenti foto delle vacanze di alcuni amici, tutto cambia.
Non sa più a cosa e a chi credere e inizia la sua lunga e tediosa ricerca della verità.
Da qui al finale però secondo me l'autrice si perde un po', la suspense è rallentata e i vari cambi di storia e di personaggi mi hanno fatto ogni tanto perdere il filo.
Per fortuna alla fine tutto viene spiegato e i colpi di scena si susseguono uno dopo l'altro.

'' Quante volte alla gente è concesso di poter tornare indietro e recuperare quello che aveva perduto? ''

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Libri di Sophie Hannah
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Cattive compagnie 2012-04-24 13:16:05 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    24 Aprile, 2012
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Gli ingredienti per un thriller riuscito.

Premettendo che thriller e gialli non sono e non saranno mai il genere che prediligo, a volte però mi capita di sentire l'esigenza di una lettura avvincente e "rinfrescante", così espolarando lo scaffale della libreria dedicato, per me è stata sufficiente la frase stamapata in bella grafia sulla copertina a convincermi all'acquisto: “Fino all’ultima pagina non saprete a chi credere” (The Bookseller).
E questa volta, devo dire che la descrizione non è stata ingannevole, il filone che segue il libro è proprio questo, cercare di capire chi sono i "buoni" e chi i "cattivi" con rimescolamenti di carte continui e una trama quasi labirintica.

Ma andiamo per ordine...
"Cattive compagnie" e la storia di Kate è una giovane donna che lotta per riprendere in mano la sua vita a fronte dalla morte del marito avvenuta l'estate precedente durante una vacanza in Sicilia. Come si sa il tempo ristoratore, guarisce le ferite e Kate, faticosamente riesce a recuperare, grazie anche alla vicinanza degli "amici", la forza per andare avanti. Ma è proprio quando sembra che le cose vadano meglio vede in una foto scattata da questi "amici" durante una vacanza in Florida, il volto del marito o almeno è quello che crede essere tale. Iniziano quindi una serie di viaggi che la porteranno da Miami alla Sicilia, da Londra a Las Vegas per mettersi sulle tracce di questo presunto marito e capire cosa davvero si cela dietro a questa vicenda.

E' sufficente?
No, per la Newman evidentemente no, così da circa metà lettura mi sono trovata coinvolta in un intreccio che si lega ad un'altro che a sua volta diventa un altro ancora, con una domanda costante: ma signora Newman dove vuole andare a parere?
Personaggi che spuntano come funghi, buoni che sono cattivi ma solo per un po' e cattivi che sembrano buoni ma sono cattivi, che più cattivi non si può.
Violenza, pistole, travestimenti, inseguimenti, indagini, viaggi e infine... LA MAFIA.
Ora non so come la Newman sia riuscita ad inventarsi tutto ciò.
Non so come sia riuscita a mettere assieme così tante cose senza fare un autentico minestrone.
Non so perchè ho gustato ogni colpo di scena, in grado di ribaltare le mie precarie certezze sulla vicenda.
Non so perchè ho trattenuto il fiato fino a pagina 367.
Quello che so per certo è che non si trattava sicuramente di minestrone ma che l'autrice ha brillantemente dosato tutti gli ingredienti e ha ottenuto un piatto sfizioso, gustoso ed appagante.
Da veri intenditori.

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Cattive compagnie 2011-12-29 19:26:45 Ally79
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Ally79 Opinione inserita da Ally79    29 Dicembre, 2011
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Alleluia!

Se cortesemente me lo consentite vorrei premettere che io su gialli e thriller sono veramente una sorta di signorina Rottermaier.
Per convincermi devono essere davvero ma davvero scritti come Dio comanda!
Devono incollarmi senza alcuna pietà alle pagine,devono farmi venire l’ansia,devono accapponarmi la pelle,devono rischiare di farmi slogare la mandibola per lo stupore da colpi di scena.
E suvvia ammettiamolo(almeno tra di noi)i libri cosi sono davvero pochi!
Ad ogni modo quando mi imbatto nella recensione di Cattive compagnie penso”Si può fare”!
Sfoglio le prime 100 pagine che mi raccontano di una giovane Kate rimasta vedova .Il marito Charlie è morto annegato durante un viaggio in Sicilia e lei ripercorre tuuuuutta la loro storia d’amore,dal primo incontro in un ascensore bloccato fino al matrimonio,al “Quanto ti amo”e micio micio bau bau.
Un po’ stranita mi ritrovo a borbottare,tutto sommato silenziosamente,che se avessi voluto un romanzo avrei potuto acquistare un Harmony con tanto di copertina tra il sognante e l’erotico e il bordino rosa acceso.
Vado comunque avanti,è scorrevole,si può leggere e comunque a questo punto non si torna indietro!
Si apre allora la seconda fase,definiamola di “ricerca”.Kate vede, in una foto scattata da amici in vacanza a Miami, un uomo che pare essere l’esatta copia di Charlie.La somiglianza è tale che decide di partire alla sua ricerca:va da Londra a Miami,da Miami a Londra,da Londra in Sicilia,ripassa per Londra e si ritrova a Las Vegas.(Millemiglia a go go).
Anche qui mi ritrovo a leggere tutto sommato annoiata…a parte i 15 check-in a cui assisto e il “Chi diavolo è l’uomo nella foto?!”non mi sento coinvolta.(E intanto altre 100 pagine sono andate!)
Poi all’improvviso il libro parte davvero e mi ritrovo a gridare: ALLELUIA!
Intrecci,contro intrecci e straintrecci,personaggi che spuntano da ogni dove,buoni che sono cattivi e poi tornano buoni,cattivi che sembran buoni e sono davvero cattivi,dita spezzate,salti in piscina dall’ottavo piano,pistole,parrucche,rapimenti,una sana dose di violenza e…la MAFIA!!!!
Si!La mafia!Perchè(abbiate pietà di me,io avrò letto Il padrino qualcosa come trenta volte e se in un libro infilate le Famiglie,i giuramenti d’onore e le rese dei conti io gioisco come una bimbetta di fronte all’ovetto Kinder!
Finalmente coinvolta i miei occhi e la mia mente si incollano e io gongolo!La storia mi prende,non mi lascio più distrarre da Gerry Scotti in sottofondo alla tv e ignoro il cellulare che squilla.
Il finale è avvincente,ti lascia ghignare di soddisfazione(e ti fa sentire pure un po’ idiota perché ti svela talmente tante cose tutte insieme che fatichi a capire!)
Ad ogni modo,non è un classico giallo,non è un thriller,non è un romanzo…ma quanto mi è piaciuto!

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Cattive compagnie 2011-12-25 11:15:35
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Fò Opinione inserita da Fò    25 Dicembre, 2011
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Niente è ciò che sembra

I miei giudizi sui libri che leggo riguardano soprattutto le sensazioni che provo dopo averlo terminato. In questo caso è successa una cosa strana.. Dopo tutti questi giorni che sono passati, ancora sento il romanzo dentro di me. O meglio, mi sento dentro al romanzo. Mi ritrovo a pensare e Las Vegas e alla Sicilia, ai vari personaggi.. Mi piacerebbe non essermi accorta della presenza di altre pagine e avere ancora da leggere su questa storia! Ho letto tanti libri che mi sono rimasti dentro, ma questo mi ha coinvolta tanto e non so bene perché (forse semplicemente è un momento della mia vita particolare) e mi è sembrato così reale da credere di esserci ancora dentro, che tutto sia successo davvero. E questa emozione non svanisce, tanto che ho cercato di aspettare che passasse per poter recensirlo più obiettivamente e a mente lucida, ma poi ci ho ripensato. In fondo non siamo qui per sentire le impressioni assolutamente PERSONALI e immediate degli altri lettori?
Così vi parlo di questo libro, che non è certamente l’apoteosi della scrittura, non fraintendetemi, essendo ancora il secondo romanzo di questa promettente autrice; ma che mi ha emozionato tantissimo. Mi sono sentita la protagonista della storia. Sono stata malissimo nel ripercorrere la storia d’amore dei protagonisti e poi veder morire Charlie; e sono stata pronta a partire per Miami quando Kate ha visto una foto in cui era raffigurato il suo defunto marito, inspiegabilmente vivo e vegeto. Quando Luke ha cercato di farci lasciar perdere, io e Kate siamo state tenaci e siamo andate fino in fondo.. Fino a rivoltare i sassi e far uscire gli scorpioni (cit.)
Forse perché la storia si svolge in parte anche nel nostro Paese, mi ha fatto sentire a casa, e la narrazione è molto immediata e fluida, soprattutto i dialoghi; come avevo già notato nel suo precedente libro.
Riporto infine una frase che riassume perfettamente questo romanzo, si trova sulla copertina del libro: “Fino all’ultima pagina non saprete a chi credere” (The Bookseller). Quant’è vero!

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Il suo primo libro, il college delle brave ragazze.
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