Cartoline di morte
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Un thriller avvincente
Questa volta James Patterson collabora con una famosa scrittrice svedese, Liza Marklund, anche giornalista e moderatrice TV, autrice tra l’altro di una famosa serie poliziesca imperniata sulle avventure di Annika Bengtzon che ha avuto grande successo internazionale. In Italia il suo ultimo romanzo tradotto è “ Finchè morte non ci separi”, con buon successo di pubblico.
Il thriller si impernia sulle criminali vicende di una coppia ( al limite della credibilità) che vaga per l’Europa commettendo una serie di efferati delitti, basati tutti sulla meticolosa ricostruzione di famose opere d’arte : i cadaveri vengono ricomposti ad imitare opere d’arte, vengono poi fotografati con una Polaroid e le foto inviate a giornalisti di importanti quotidiani locali.
Stoccolma è forse l’ultima tappa del giro orribile dei folli serial killer, e qui entra in scena un’abile giornalista svedese, Dessie che si adopera per la soluzione del caso. Ecco allora che si sente la mano della Marklund che, con Patterson, tratteggia bene i caratteri del personaggio e fa rivivere da par suo le grigie atmosfere della sua città, Stoccolma. I gialli svedesi sono più avvincenti, ma il tocco della Marklund si sente e si apprezza.
Che dire di più? Il compiacimento di Patterson di soffermarsi su scene particolarmente crude ed efferate è qui accentuato : per ricostruire un’opera d’arte conservata al Museo Egizio di Berlino (la testa di Nefertiti, che è priva di un occhio) i killer non esitano a cavare un occhio alla malcapitata vittima, e questo mi pare basti.
Un romanzo giallo a tinte forti, da leggere comunque in spiaggia o in viaggio.
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Arte e sangue
Trama originalissima. Storia avvincente. Personaggi intriganti. Intrecci appassionati. Scrittura scorrevole. Un thriller veramente d'eccezione dove tutti i tuoi sensi sono all'erta, leggendo: senti odori, ascolti suoni, gusti ciò che gli assassini assaggiano, tocchi gli oggetti nelle camere d'albergo e, più che mai, vedi le rappresentazioni che loro mettono in scena. Sviluppi proprio l'immaginazione, cercando di vedere coi tuoi occhi più cose nelle scene del delitto rispetto a quelle descritte, per scoprire indizi in più. Sviluppi il sesto senso, collegando, vivendo in prima persona questo thriller. Azzeccatissimo il colore viola e copertina davvero stupenda: cartoline e francobolli con timbri postali, gocce di sangue e una splendida rosa viola.
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Marklund rovinata da Patterson
Che dire....? Mi sembrava un libro abbastanza banale fino a che non ho letto Patterson senza l'ausilio di altri scrittori... da paura!
Questo è abbastanza banale, La Marklund da sola è molto meglio, Soprattutto è più introspettiva. Qui, invece si dà spazio all'azione e si arriva alla fine perchè si deve finire il libro. In due sensi, da parte di chi scrive e da parte di chi legge!
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La sindrome di Stendhal ha ucciso il serial killer
Jakob Kanon è un poliziotto newyorchese abituato al caos e alla violenza, ma quando gli comunicano che, la sua unica figlia, Kimmy è stata ritrovata in un albergo di Roma con la gola tagliata il dolore che prova è immenso.
Comincia, accecato dall’odio, a dare la caccia agli assassini che sembrano sfuggirgli come acqua tra le mani e intanto continuano a mietere vittime innocenti. La ricerca ossessiva di coloro che gli hanno ucciso la piccola Kimmy sembra prendere una piega inaspettata quando un nuovo caso di giovani sgozzati in albergo scuote la calma della città di Stoccolma.
Nella capitale nordica Jakob fa la conoscenza di Dessie, la giornalista che ha ricevuto l’ennesima cartolina degli assassini, infatti la coppia di killer seriali che stà facendo impazzire le polizie di mezzo mondo ama firmare i propri delitti con macabre cartoline e polaroid scattate alle vittime e poi inviate ai giornali. L’aiuto e l’intuito della bella Dessie sarà determinante durante le indagini, infatti è la prima ad accorgersi che gli assassini dispongono i cadaveri in modo da ricreare opere d’arte famose di Leonardo Da Vinci, Van Gogh,Magritte… La soluzione all’intricata vicenda sarà dunque legata al capire e riconoscere l’idea che stà alla base dell’arte concettuale .
(L.H.O.O.Q) di Marcel Duchamps