Capitani oltraggiosi
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Irresistibili
Mi ero ripromesso di aspettare un po' prima di leggere questo libro, perchè sto effettivamente divorando questa serie, e non vorrei finirli tutti subito.
Poi però il libro l'ho trovato, l'ho preso, e visto che lo avevo tra le mani ho iniziato ad aprirlo, giusto per vedere che fine avessero fatto i miei amici Hap & Leonard...
Alla pagina 136 ho chiuso il libro e mi sono detto, anche stavolta i miei buoni propositi sono andati in fumo.
Leonard direbbe che sono come un drogato che vuole smettere davanti ad una siringa già pronta, o una prostituta con le stesse intenzioni e 100 dollari che gli sventolano sotto il naso.
Quindi ho riaperto il libro e l'ho finito, come un alcolizzato che dice ."Ma si dai solo un bicchierino"...
L'inizio del quinto romanzo della serie è come al solito pieno di azione, sangue ed adrenalina, non mancano neppure il solito umorismo grezzo e sporco.
Tutto a un tratto però il sentiero sembra virare, finalmente Hap ha un colpo di fortuna!
La sfigatissima coppia abituata ad essere presa a calci, pugni e proiettili nel sedere, ma che comunque ne esce sempre viva per un soffio e sempre più povera, questa volta parte per una vacanza di lusso.
Così commenta uno dei personaggi storici della serie, il poliziotto Charlie:
"«Bene,» disse Charlie. «Finalmente tu e Leonard andate a fare qualcosa di tranquillo Suppongo che il guaio peggiore che potrete combinare sarà mollare una scoreggia in sala da pranzo.»
«Già,» dissi. «Grandioso, no?»"
L'entusiasmo alla partenza, per i nostri amici, cala fragorosamente, lo scambio di battute è da suicidio:
Ci appoggiammo al parapetto e restammo a guardare New Orleans che si allontanava.
«Una volta non è successo che una nave è andata a sbattere contro il molo, qui?»
«Sì,» confermai. «Non è riuscita a fermarsi in tempo.»
«Avevano fretta di sbarcare, suppongo.»
«Credi sia troppo tardi per tornare a terra a nuoto?»
«Temo di sì.»
La prima fermata della loro crociera è in Messico a Tulum, uno dei posti dove sogno spesso di poterci andare, ed indovinate come Hap me lo smonta questo sogno:
"Come mai quel luogo aveva cominciato a popolarsi? Qualcuno a un certo punto doveva aver pensato: Ehi, che bella zona, fermiamoci qui. A me sembrava il punto dove il diavolo era andato a cagare."
Ovviamente non macano le mie amate metafore colorite e sboccate:
"Un cane giallo dall'aria moribonda giaceva al sole come una frittella sulla piastra. Quando gli passammo vicino agitò la coda, per farci sapere che non c'era bisogno
di seppellirlo."
Il rapporto tra Hap & Leonard viene condensato in una frase del secondo:
«Io ti voglio bene, fratello, ma quando siamo insieme finiamo sempre nella merda. Lo hai notato, vero?»
«L'ho notato.»
«Forse potremmo telefonarci
La saggezza grezza di Hap gli è stata tramandata dal padre:
"Come diceva mio padre, metti un desiderio in una mano e una merda nell'altra, e vedi quale mano si riempie prima. Lo stesso vale per le pre-ghiere. Una merda in una mano, e una preghiera nell'altra, e nel giro di pochi secondi si riesce a determinare il potere della preghiera."
ovviamente la fortuna di hap finisce molto presto, e cominciano le solite avventure e disavventure.
Chiaro che se così non fosse non ne sarebbe uscito il solito romanzo d'intrattenimento tipico della serie.
Ci tengo a rivelare un piccolo segreto, Hap & leonard hanno subito davvero di tutto in questa serie, ma io ho sempre letto tutto godendo un mondo delle loro disavventure.
Tanto sapevo che se c'erano dei seguiti di sicuro non potevano morire...
Questa volta però mi sono trovato più volte preoccupato per Hap, per la prima volta nella sua vita ha dei soldi, e li stà sperperando, spendendo, perdendo e buttando nel peggiore dei modi.
Mi preoccupo dei soldi di Hap.
Questo è davvero brutto e la dice lunga su come io sia diventato purtroppo un classico prodotto della nostra società del consumismo e dell'opulenza. A volte immagino me stesso a 25 anni che guarda me stesso come sono diventato e scuote la testa. Questa è una di quelle volte. Leonard invece mi darebbe uno scappellotto troppo forte dietro alla testa, e mi direbbe di non pensarci direbbe:"Sei quello che sei, non sei perfetto ma non sei neppure una merda, è inutile tirarsi troppe seghe mentali per questo Luca!"
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Mucho Mojo
Il mambo degli orsi
Bad Chili
Rumble Tumble
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Allunghi il brodo, Joe?
Capitani Oltraggiosi – Joe R. Lansdale, 2001 (ed. Italiana 2005).
Premesso che mi piace Lansdale e adoro Hap & Leo (anzi, a dirla tutta: Hap mi piacicchia, Leo lo amo proprio, sempre per la mia collezione di amori impossibili) devo dire che questa volta sono un tantino delusa. Gli ingredienti “buoni” ci sono sempre: ci sono i dialoghi fulminanti fra i due amici, ci sono le fluviali riflessioni di Hap che più che ogni tanto prende la tangente, c’è l’armadillo Bob, ci sono le solite tonnellate di guai che toccano ai nostri beniamini e – dettaglio tutt’altro che trascurabile – rifulge nuovamente su di noi lo sfavillante astro di Jim Bob Luke.
Come si può scrivere un libro noioso con Hap, Leo e Jim Bob?
Non si può.
E in effetti il libro non è noioso.
Però quelli buoni sono diversi.
Qui la storia in primo luogo è poco “credibile” (anche per gli standard “tarantiniani” di Lansdale) e, soprattutto, non appassiona.
Della bella e dannata Beatrice, del malinconico e quasi “santiaghesco” Ferdinand, del cattivissimo Juan Miguel e del temibile Testa di Incudine, alla fine, non ci cale più di tanto. Del mare di sangue in cui alla fine si sguazza, dopo essersi diligentemente rimboccati i calzoni, altrettanto. Per tacere del “salvataggio” iniziale di Sarah Bond che appare, davvero, un mero pretesto narrativo per avviare la vicenda, mandando in vacanza i nostri e facendoli – puntualmente – finire nei guai.
Un Lansdale, a mio parere, un po’ “stanco” e a corto di idee per la sua coppia d’oro.
Peccato.
Mi auguro che abbia il buon senso, se la stanchezza dovesse continuare, di chiudere e non perseverare – come accade troppo spesso – nell’allungare il brodo all’infinito.
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Hap & Leonard: fiato corto
Nemmeno in crociera si può stare tranquilli. Hap e Leonard si confermano campioni mondiali nell'attirare guai d'ogni sorta, con una forte predisposizione per quelli portati in dote da personaggi che definire feroci criminali è un eufemismo.
Il tanto agognato sole caraibico resta un miraggio, l'impareggiabile coppia viene costretta ad arrostire su una spiaggia del Messico, dove ovviamente finirà nel mirino di gentaglia poco raccomandabile.
Sesto capitolo della saga dedicata ai due folli texani: l'introduzione è di quelle che farebbero presagire dei cambiamenti importanti, con l'allineamento ad una quotidianità molto banale, sicuramente lontana anni luce dalle pazzesche vicissitudini narrate in precedenza.
Eppure qualcosa va storto e saranno guai seri, nonostante l'encomiabile buona azione del paladino Hap da cui tutto si genera.
Il giochino funziona ancora, nonostante l'autore punti al rialzo accentuando -anche in maniera gratuita- situazioni deliranti, violenza sfrenata e l'immancabile linguaggio "colorito".
Ovviamente tutto è sempre diluito con l'umorismo nero di cui il buon J.R. è fenomenale depositario, sempre pronto a sfornare battute o azioni da lacrime agli occhi per le risate.
Purtroppo però la trama non scorre fluida. Troppi gli snodi meritevoli di attenzione trattati con superficialità, le situazioni si sviluppano in maniera spesso frettolosa e la visione d'insieme appare come un riassunto svogliato di peripezie già note.
La scrittura è sempre ficcante, grezza ed al tempo stesso magistrale. E' però triste constatare l'assenza di freschezza e ancor più di spontaneità nei personaggi e nel mondo spietato che ruota loro attorno.
Tuttavia l'impasse è comprensibile, oltre che giustificabile soprattutto per chi già conosce e apprezza Hap e Leonard. Vecchi amici per i quali è impossibile non provare affetto, contraddizioni viventi pronte a far trionfare il loro alto senso morale con pugni, calci e proiettili.
Detto questo è però impossibile negare la tendenza al ribasso di "Capitani oltraggiosi" ed indicarlo -insieme al seguente "Sotto un cielo cremisi" - senza dubbio come segmento meno folgorante della serie*.
*Specifico: Il giudizio generale è limitato ai primi sette libri. "Devil Red", ovvero l'ultimo nato, devo ancora leggerlo. Malgrado tutto lo farò, sono un inguaribile nostalgico e dei vecchi amici non mi dimentico.
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Quel gran genio del mio amico Big Joe!
Ma si può iniziare i primi capitoli della sesta serie di Hap&Leo e ammazzarsi dalle risate? E continuare a leggere avidamente, anche se la trama è debole, senza mordente, prevedibile e sotto tono rispetto a “Mucho Mojo” e “Il mambo degli orsi”?
…..Joe ti potevi impegnare di più.
E pensare: ma il trucco dov’è? Ma si, i dialoghi sono il punto di forza, sono lo tsunami, la dinamite, un gelato al cioccolato, un wafer alla vaniglia, il sudore sotto il sole texano, una maglietta unta, un pickup scassato, un armadillo domestico e le bestemmie tra il duo di amici stratosferici meglio assortito della letteratura, Hap Collins uomo bianco sfigato donnaiolo, un perfetto naif dal cuore grande e Leonard Pine uomo nero macho gay, saputello, gradasso e determinato. I nostri eroi sono alle prese con scazzottate e ammazzatine pulp e truculente, come al solito scanzonati e irriducibili canaglie che malgrado le loro buone intenzioni si trovano in mezzo ai guai. Hap è il vero protagonista della storia, eroe per caso incassa un premio, si concede assieme a Leo una crociera che si rivelerà peggio della Concordia e poi una donna, tanto sesso, tanti morti e tanti “cazzo” e “vaffanculo”e anche quelli sono il corollario determinante che fanno la differenza, Alfredo Colitto è un bravo traduttore e ha saputo maneggiarli bene senza creare nessun disturbo all’anima, non si offenderebbe nemmeno il lettore più puritano.
Accidenti a te Joe, mi mancano gli ultimi due della serie e poi vengo a cercarti in Texas col macete se non sforni un altro Hap&Leo cazzo!
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Hap e Leonard in Messico
Hap salva la vita ad una ragazza , il padre di lei gli fa dono di tanti soldi con cui regalarsi un viaggetto con l'amico di sempre Leo.
Ovviamente i nostri eroi attirano i guai praticamente dovunque vadano, anche in Messico, dove trovano un pescatore pratico e generoso che forse nasconde qualcosa, la sua bella figliola che ad Hap non nega nulla tranne la verità e dei turisti parecchio antipatici e allora...al solito i nostri amici devono menare le mani come sanno fare solo loro, peccato che stavolta i guai li seguano anche quando ritornano a casa e....buona lettura.
Le battute che Lansdale mette in bocca ai personaggi sono sempre argute e pure un pò più "colorite" del solito, è la trama a non essere particolarmente ispirata sorretta solo dalle smargiassate di Hap e Leo, il finale poi mi è sembrato piuttosto improbabile e raffazzonato.
Delle avventure di Hap e Leonard lette fino ad ora è stata quella meno coinvolgente.