Caldo in inverno
Editore
Recensione della Redazione QLibri
L'ho sopravvalutato?
Ho recensito più di una nuova uscita di Joe R. Lansdale nel recente periodo, e nella mia testa ha preso a formarsi un interrogativo: avrò sopravvalutato l'autore, o questo è un periodo in cui è semplicemente svogliato? Immagino che potrò capirlo soltanto leggendo altre delle sue opere più apprezzate, scritte tempo fa. Forse così potrò capire se Lansdale è un autore di semplice intrattenimento con qualche guizzo felice (come "Paradise Sky"), o se come Stephen King sta puntando sulla quantità e meno sulla qualità, quantomeno di recente.
Dico questo perche' “Caldo in inverno" non è altro che un modo per passare una piacevole giornata di lettura, ma ben lontano dalla letteratura; così come i film Marvel sono film adatti a passare un piacevole paio d'ore, ma ben lontani dal grande cinema.
È curiosa, oltretutto, la scelta di inserire questo libro nella collana "Gialli Mondadori", mancando in esso quelli che sono le fondamenta del giallo: detective, indagini, ricerca dell'assassino da parte dei protagonisti e del lettore, che collabora pur essendo inascoltato. “Caldo in inverno” è un'opera carica di testosterone, sparatorie e Dixie Mafia, cosi come piace a Lansdale ultimamente, anche nel recentissimo "Elefante a sorpresa". Niente mistero, dunque, solo tensione e adrenalina. Non c’è molto da aggiungere sulla trama, considerato che è tutta ben descritta nella quarta di copertina. Questa storia procede per la sua strada, senza colpi di scena di sorta, seguendo le gesta di personaggi (di cui alcuni anche interessanti) che sarebbero perfetti per un film d’azione.
Certo, questi sono romanzi piacevoli da leggere, ma in passato se volevo leggere qualcosa di simile mi "rivolgevo” ad altri autori, perché ero convinto che Lansdale appartenesse a un’altra categoria, una spanna sopra di loro; che fosse capace di ben altro.
Mi sbagliavo? Ve lo farò sapere, perché credo che la mia prossima lettura di Lansdale sarà rivolta a qualcuna delle sue opere più conosciute.
“All’epoca, ero certo di essere io l’eroe e di poter trionfare sempre. Dopo l’esperienza nell’esercito e dopo essere stato in guerra, non mi ero mai più sentito un eroe. Di certo, non mi sentivo un dannato eroe in quel momento.”