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Bad Chili

Letteratura straniera

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Dopo mesi di lavoro sulla piattaforma petrolifera, Hap Collins è tornato a casa, a LaBorde, determinato a cambiare vita. Arrivato in città, riceve i festeggiamenti appuntiti di uno scoiattolo rabbioso e deve consegnarsi a severe cure mediche. L'amico Leonard Pine, invece, è intristito per la fine della sua relazione con l'amato Raul. I guai veri e propri cominciano subito dopo. Un biker locale, soprannominato Cazzo-di-Cavallo, è trovato morto e Leonard pare coinvolto nell'omicidio. Tanto per smentirsi, gli sbirri brancolano nel buio. Per aiutare l'amico, Hap non solo infrange la legge, la calpesta brutalmente. Tutto questo mentre perde la testa per Brett Sawyer, un'infermiera con un passato da dimenticare e due bellissime gambe, e i cadaveri continuano a saltar fuori nei posti più impensati. Infine, ci sarebbe da chiarire la posizione di King Arthur, il re dei chili, che pare coinvolto in un mare di attività, lecite o illecite. Se poi a qualcuno venisse in mente che in una storia del genere manca solo un tornado da Guinness dei primati, be', gli diremmo che è sulla buona strada. Già, perché qui non siamo in una delle tante e pallide province dell'impero, qui siamo nel Texas, dove le cose se possono accadere accadono. Il Texas che, come afferma Lansdale, "è uno stato d'animo, o più semplicemente, il luogo ideale per un romanzo".



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Bad Chili 2019-01-12 14:23:19 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    12 Gennaio, 2019
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Travolgente

Hap è appena tornato da un odiato impiego su una piattaforma petrolifera e viene morso da uno scoiattolo rabbioso (in una scena di fulminante comicità) con conseguente ricovero in ospedale dove peraltro incontra la fascinosa e sboccata infermiera Brett. Leonard è invece depresso perché Raul lo ha lasciato preferendogli un biker dal fascinoso nomignolo di Cazzo-di Cavallo mentre il poliziotto Charlie Blank, sempre orfano del tenente Hanson ridotto a vegetale, ha grossi problemi con la moglie. Siccome LaBorde è la sonnacchiosa cittadina del Texas più incasinata dell’universo, Cazzo-di Cavallo viene fatto fuori e la strana coppia deve controvoglia mettersi all’opera visto che gli ovvi sospetti ricadono su Leonard. Inizia così una girandola di avventure che unisce i furti di grasso ai filmini snuff ai danni di giovani omosessuali, con la partecipazione tra gli altri di: un locale magnate del (cattivo) chili affiancato dal dirigente d’azienda peggio vestito al mondo; la collega di Brett, Elle, che vive in una roulotte succube di un marito incline al femminicidio; il dottore che cura Hap che giostra come può con le scadenti assicurazioni del suo paziente; un effemminato gestore di un salone e scuola per parrucchieri che parla con un falso accento in cui mescola mille lingue; un violento ex lottatore fattosi sicario che ‘porta sempre a termine un lavoro’ in una sorta di versione sadica ed esagerata di Chigurh; un investigatore privato altrettanto violento, ma la cui comparsa si rivela provvidenziale. L’assemblaggio di tutti questi elementi – più quelli non compresi nell’elenco – vanno a costituire le consuete montagne russe percorse ad alta velocità e con notevoli dosi di adrenalina in cui il linguaggio sboccato si alterna ai consueti paragoni mirabolanti: un po’ come in Tarantino, l’abbondantissima violenza è talmente oltre il limite da risultare stilizzata, così da consentire al lettore di affrontare e superare sangue, stupri e torture (ci vanno di mezzo anche i ‘gioielli’ di Hap) perché Lansdale non si fa mancare niente. In analogia con gli altri romanzi della serie, la storia ha in fondo un’importanza relativa: tutto l’interesse è concentrato sui personaggi e sulle situazioni che l’autore sa costruire alternando i momenti più propriamente noir a intermezzi e contrappunti di puro divertimento creati sia attraverso il dialogo, sia utilizzando l’azione. Rispetto al precedente ‘Il mambo degli orsi’, i non illuminati conterranei dei protagonisti (oltre che dello scrittore) vengono meno presi di mira e la satira è riservata quasi solo al sistema sanitario statunitense; importante è invece ancora una volta il clima con una primavera che si va trasformando in un’appiccicosa estate e regala cieli di un azzurro intenso seguiti da tramonti infuocati, ma è capace di scartare all’improvviso scatenandosi in un tornado memorabile.

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Bad Chili 2017-05-18 13:51:14 Rebel Luck
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Rebel Luck Opinione inserita da Rebel Luck    18 Mag, 2017
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Metafore che illuminano

Quarto capitolo di una saga che mi ha davvero conquistato.
Non mi aspettavo così tanto da questi romanzi brevi, ed invece eccomi qui, come un quattordicenne arrapato, che non vede l'ora di riavere tra le mani il suo oggetto del desiderio.
Ovviamente sto parlando del prossimo capitolo della saga, che sto già cercando.
Era da tantissimo tempo che non ero così preso da una serie letteraria. Così innamorato di un romanzo...
Complimenti all'autore, sopratutto per i personaggi che escono dalle pagine e mi abbracciano calorosamente, dandomi forti pacche sulle spalle mentre mi prendono in giro per come sono diventato crescendo...
I due protagonisti, Hap & Leonard fanno ormai parte della mia schiera di amici.

Ho scoperto che io ed Hap abbiamo la stessa opinione su alcuni programmi televisivi:
"La tivù era uno schifo. C'erano pochissimi canali, e tutti più o meno uguali. Ormai avevo già visto tanti di quegli stupidi talk-show sulle relazioni di coppia da bastarmi per la vita. Avrei potuto illuminare tutte quelle persone sul perché avevano tanti problemi con la vita e i rapporti di coppia: erano delle teste di cazzo, ed erano orgogliose di esserlo.
Avevo conosciuto gente come loro da sempre, semplicemente perché è impossibile evitarlo. Sono come merde che ti si appiccicano alle scarpe. Non avrei detto a quei coglioni-per-libera-scelta neppure che ora era, se me l'avessero chiesto, figuriamoci se avevo voglia di stare a sentire le loro stronzate in televisione."

Hap condivide anche il mio problema di perdita di capelli, nel mio caso non ho ancora una chiazza pelata, solo un leggero diradamento ma, il futuro è già scritto, ed io la penso come lui in proposito:

"Andai in bagno e mi pettinai, ma la pelata non scomparve. Non ero così idiota da farmi il riportino. Sarebbe stato come mettersi in testa un cartello con la scritta: non solo sono calvo, ma anche scemo."

Adoro la meschina concretezza, sempre velata da ironia, con cui l'autore illumina le righe, ed i pensieri dei personaggi:

"Mi piaceva il modo in cui il sole formava piccoli arcobaleni nell'acqua.
Quando arrivò la notte e i piccioni se ne andarono, riuscivo a vedere soltanto il tetto catramato e la luna riflessa nella pozzanghera, che mi scrutava dall'ombra come il viso di una prostituta anemica."

Oppure:
"Forse, se avessi avuto dei progetti reali, avrei potuto iniziare a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece che mezzo vuoto con una mosca sul fondo."

Insomma questo romanzo come tutti i tre precedenti mi ha conquistato.
Joe Lansdale, in questa serie sembra non aver un limite umano, nell'illuminare la realtà con idee talmente logiche e scontate, palesi e vere, ma che mai nessuno dice:

"Però l'amore è l'amore, e anche se gli amanti sono dello stesso sesso i problemi non sembrano cambiare di molto, a parte il fatto che si scopa molto di più. Gay o no, gli uomini sono uomini, e agli uomini piace un sacco scopare. Potete scriverlo nel vostro libro nero, poi strappate la pagina, accartocciatela e fumatevela.

Oppure:
"È facile sparare stronzate sul fatto che l'apparenza ha poca importanza, e che più maturi e meno ne ha, ma negli uomini l'occhio è collegato direttamente all'uccello, e così va il mondo, tristemente, al di là di quanti volumi si possano scrivere sull'importanza di essere politicamente corretti. Il serpente con un occhio solo che vive tra le gambe degli uomini non sa leggere, e cerca solo la propria soddisfazione."

Ed anche, l'inizio delle storie d'amore è così come cazzo deve essere ed è davvero:

"L'unica cosa davvero buona in quei giorni fu Brett. Trascorremmo un sacco di tempo insieme, iniziando a conoscerci, solidificando la nostra relazione, cercando di fare in modo che le nostre due anime diventassero una sola, e naturalmente scopando come due anaconda nella stagione degli amori."

Chiudo con un ultima (ennesima) citazione da questo splendido romanzo, ma questa volta amara:

"Non era esattamente quel che desideravo, ma alla mia età quel che desideravo non potevo averlo, e quello che potevo avere non lo desideravo."

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