Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Avevano spento anche la luna
 

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Letteratura straniera

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Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte per cambiare il corso di tutta una vita. E' il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove il freddo uccide. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. E l'unico modo, se c'è, per salvarsi.



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Avevano spento anche la luna 2023-02-03 21:07:39 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    03 Febbraio, 2023
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...ma c'è chi ha il fiammifero in mano

Una bellissima testimonianza storica e umana. La madre e il padre di Lina sembrano persone di un altro mondo. E' bello vedere come in una situazione di grandi privazioni siano rimaste vive solidarietà e bontà. Vedere il bene nell'altro, vedere l'uomo e non il nemico riesce a sciogliere i cuori più duri.

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Avevano spento anche la luna 2018-12-16 17:22:16 Patrizia
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Opinione inserita da Patrizia    16 Dicembre, 2018

Avevano spento anche la luna

ìÈ un romanzo drammatico, una testimonianza delle crudeltà volute da Stalin in Unione Sovietica per eliminare intere popolazioni o coloro che avevano la sorte di essere sospettati di crimini contro lo Stato. Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, mentre l’Europa era sconvolta della tragedia immane della guerra , mentre cominciava il calvario degli ebrei che venivano braccati e condotti nei campi di sterminio, ecco che altrove, in Lituania, si consuma un’altra tragedia: l’eliminazione sistematica di un intero popolo che ha il torto di esistere; i metodi utilizzati sono i soliti: retate, 20 minuti per preparare le valige, lunghi, estenuanti viaggi stipati in carri bestiame, senza aria, senza cibo se non una brodaglia grigia ogni tanto e infine I lavori forzati. Gli aguzzini non sono MOSTRI ma sono solo uomini, soldati educati ad essere crudeli e senza anima. Così, con un estenuante viaggio verso la gelida Siberia, comincia il racconto di Lina, una quindicenne, strappata alla sua casa insieme alla bella madre e al fratellino, del padre non se ne saprà nulla. Il racconto di Lina è terribile, il freddo, la fame, la sete, la paura..i lavori forzati sono I suoi carnefici. Eppure questa massa di disperati di aggrappa alla vita, molti e la stessa Lina vogliono vivere a tutti i costi, ma vivere è una sfida continua giorno dopo giorno , malnutriti, esposti al gelido inverno, umiliati, lì, nei campi la pietà ed il rispetto sono rari, la lotta per la sopravvivenza più forte. E’ incredibile di quanta forza inaspettata sia capace un individuo che non vuole arrendersi, che non vuole lasciarsi andare ad un destino crudele, anche quando tutto sempre perduto, infatti Lina trova il coraggio e la forza nei suoi ricordi, nella sua casa, nella sua vita precedente e si impegna con tutte le sue forze a vivere e a ricordare. Disegna, disegna tutto ciò che vede, le persone, le cose, gli aguzzini, usa il disegno come arma! Eppure in tutto questo, spesso, si accende una speranza ogni qual volta qualcuno compie un gesto di altruismo, di solidarietà, di pietà verso un altro. Lina è coraggiosa, promette a se stessa di uscire da quella voragine e dedicare la sua vita ad onorare la memoria di migliaia di uomini e donne che sono morti in nome della più cupa barbarie. E’ un libro da leggere e da far leggere soprattutto ai giovani per dar loro la consapevolezza che la libertà e la democrazia non sono valori astratti, conquistati una volta per sempre ma il risultato di un lungo cammino tortuoso e tormentato, i cui nemici, sempre in agguato, sono l’indifferenza, la cultura dell’odio, l’arroganza, la prevaricazione!

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Avevano spento anche la luna 2014-08-31 10:07:13 siti
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siti Opinione inserita da siti    31 Agosto, 2014
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Un altro capitolo di storia

Premetto: il libro mi è piaciuto.Ha toccato la mia sensibilità e mi ha aperto una pagina di storia che ignoravo e che forse è ancora da scrivere. Mi ha lasciato lo stimolo a saperne di più ; ad approfondire la realtà storica e per questo ringrazio l'autrice. Eppure ho fatto fatica, non tanto a leggerlo (lo divori un libro come questo) ma a calarmi dentro "l'invenzione romanzata" anche se ispirata ad una storia vera e principalmente per questi motivi:
- ambientazione storica poco efficace: cenni brevi alla storia della Lituania, sporadici riferimenti culturali;
- scrittura poco efficace (il senso di annientamento così ben descritto da Levi viene reso bene ma non abbastanza da farmi dimenticare di non essere al cospetto di una scrittura autobiografica, probabilmente quella più vicina alla mia natura per affrontare queste tematiche)
Rimane un parere comunque positivo e il merito di aver portato alla nostra attenzione un altro capitolo di storia. Evidente anche la sua utilità didattica.

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Avevano spento anche la luna 2013-10-11 11:05:47 Francesca2213
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Francesca2213 Opinione inserita da Francesca2213    11 Ottobre, 2013
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Un libro commovente ed unico

Non si sente molto parlare delle vittime del comunismo,delle vittime dei gulag ma solo di i milioni di ebrei morti nei campi tedeschi e credo che questo libri ti porti a scoprire parti di storia un pò più nascosta,perchè come sappiamo molta della nostra cultura è data dai mass media che molto spesso omettono certe storie soprattutto per paura,come si dice alla fine del libro le vittime di quelle torture non possono,ancora tutt'oggi,assolutamente parlarne perchè potrebbe costargli la vita.
La storia è forse una delle più belle che abbia mai letto,questa ragazza costretta a crescere in fretta a diventare donna e ad affrontare l'impensabile,questo fratellino di soli 10 anni che invece si comporta da vero uomo,questa adolescenza rubata come i genitori! Si legge la forza e l'unione di una famiglia perchè uniti si può vincere tutto! Un bellissimo romanzo che serve ad aprire gli occhi e a cercare delle risposte,altri libri sull'argomento ma sono moltooo pochi e questo mi dispiace perchè MILIONI di persone sono morte nei gulag come nei campi e bisogna ricordare entrambi non solo una parte della storia.!

ecco la mia video recensione:
http://www.youtube.com/watch?v=cZlXL59Xqdo

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Avevano spento anche la luna 2013-09-14 16:29:23 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    14 Settembre, 2013
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UN VIAGGIO TERRIBILE VERSO L'IGNOTO

Ecco un libro che sicuramente non mi ha lasciata indifferente....Affronta un tema troppo poco conosciuto, di cui si è pubblicato quasi niente. La storia viene raccontata attraverso gli occhi di una ragazzina di appena quindici anni, cresciuta troppo presto in così poco tempo, dovendo affrontare una dura prova, malattie, morti, la fame..... Descrive in maniera dettagliata i particolari di un viaggio terribile verso l'ignoto dove morte e violenza ne fanno da padroni. Mi è piaciuto anche il modo di scrivere dell'autrice, riuscire a includere momenti presenti di terrore e tristezza dei vari personaggi a momenti passati, in cui la famiglia stava bene ed era felice. Bella l'immagine di questa madre che adora i figli, cerca di dare loro ogni tipo di conforto, che spera fino all'ultimo di tornare a vivere e che ama tutti, persino i suoi nemici, dando un buon esempio ai suoi due figli. Mette in evidenzia angoscia, amarezza, tristezza e paura di ogni personaggio e quanto può essere utile e terapeutica la pittura. Leggendo questo libro mi è venuto un nodo alla gola sapendo che comunque non è solo un libro, ma è stata una storia vera purtroppo, davvero delle persone sono morte e hanno sofferto....e sicuramente fa apprezzare le piccole cose della vita, da un semplice fiore a un pezzettino di carta.... E' un bellissimo libro carico di emozioni, commovente per la tristezza delle situazioni e l'atroce destino al quale sono abbandonate persone che non hanno commesso nulla. Un libro toccante, dove ogni persona ha lottato per mantenere la sua dignità e per cercare di sopravvivere in un modo o nell'altro. La cosa che più mi ha fatto "tremare" è stata la durata di questa loro prigionia..un tempo infinito..... Ogni personaggio ha lasciato una traccia indelebile nel mio cuore.

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LA CHIAVE DI SARA.
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Avevano spento anche la luna 2013-09-13 18:33:06 mariateresa
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Opinione inserita da mariateresa    13 Settembre, 2013

struggente e appassionante

Ho appena finito di leggere questo libro, che considero il più bello che abbia mai letto. Sono commossa e faccio fatica a staccarmi dai personaggi e dalle situazioni. Ho vissuto con Lina e la sua famiglia questa storia, ho attraversato l’Unione Sovietica insieme a loro, ho diviso con loro la vita in Siberia. Ho pianto in più di una occasione in quanto il racconto è appassionante e struggente allo stesso tempo. La potenza narrativa ti introduce nel romanzo accompagnandoti ad ogni capitolo, rendendo il racconto fluido e scorrevole nonostante la drammaticità dei fatti .
Non conoscevo questo libro e la sua autrice e sono approdata a questo racconto al rientro di un viaggio nelle tre repubbliche baltiche, dove sono rimasta colpita dalla storia agghiacciante che ancora pulsa in ogni angolo delle città e dei paesaggi e che è ancora presente nella popolazione adulta. Ho visitato alcuni musei che mi hanno aiutato a comprendere un tratto di storia ancora a noi troppo sconosciuto. In particolare sono rimasta affascinata dalla dolcezza e dalla generosità del popolo lituano che ancora oggi porta i segni del terribile genocidio.
“Parlatene” dice l’autrice nella nota, affinchè tutti possano conoscere le atrocità commesse insieme alla forza di questi popoli, che nell’avvicendarsi della storia, non hanno mai smesso di sperare.
Consiglio la lettura ad ogni età, ma soprattutto ai giovani , in quanto nonostante la brutalità di quanto narrato è un romanzo scorrevole ed ogni pagina viene letta con grande passione. Credo che a loro debba essere indirizzato, affinchè non si commettano nel futuro gli errori compiuti del passato.
“Io avevo sedici anni, ero in Siberia, ma non conoscevo la risposta. Era l’unica cosa di cui non avevo mai dubitato. Volevo vivere. Volevo rivedere la Lituania, volevo annusare il mughetto nella brezza sotto la mia finestra. Volevo dipingere nei prati. C’erano solo due possibili esiti in Siberia. Il successo significava sopravvivere. Il fallimento significava morire. Io volevo la vita. Volevo sopravvivere.”

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Avevano spento anche la luna 2013-04-23 21:21:26 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    23 Aprile, 2013
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Between shades of gray

Lina ha solo quindici anni quando la sua vita cambia improvvisamente.
Si trova sbalzata insieme a molte altre persone in una realtà ben diversa da quella in cui era abituata a vivere.
Da quella brutta notte la sua famiglia si dividerà, lei partirà con la madre ed il fratello mentre il padre verrà spedito in tutt’altra parte con un altro convoglio.
Il treno porterà Lina e la sua famiglia nella steppa russa.
Questi poveri malcapitati passeranno settimane con i morsi della fame, con la sete, non riusciranno a riposarsi e verranno sottoposti a molte altre angherie.
Questo viaggio ai limiti della sopportazione porterà tutti loro ad un campo di lavoro.
Lina anche se è ancora una bambina ci farà vedere tutta la sua forza, la sua dignità e la sua perspicacia .
Questa ragazzina documenterà la sua brutta esperienza attraverso lettere e disegni fatti di suo pugno.
Lina, sua madre e suo fratello si batteranno ogni giorno per la vita.
Faranno di tutto per sopravvivere e tenere altro l’orgoglio della famiglia.

L’autrice per scrivere questo libro si è ispirata ad una storia vera.
Una storia terribile, che parla di genocidi, deportazioni, stupri ed altri atti ignobili.
Lo stile è semplice e molto scorrevole.
La suddivisione in brevi capitoli facilita la lettura e fa in modo che il lettore termini in breve tempo questo libro.
È un romanzo che racconta una storia forte e sconvolgente.
Lina è una ragazza forte che riesce a sopravvivere anche quando tutto intorno a lei diventa cupo e senza forma.

Si tratta di un libro che ti toglie il fiato e che non si può lasciarsi fuggire.
È il grido disperato di un’adolescente che si trova di fronte ad un mondo pieno di crudeltà.

Buona lettura!

“Ma io voglio vivere. A ogni costo.”

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Avevano spento anche la luna 2013-02-20 18:57:18 alice
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Opinione inserita da alice    20 Febbraio, 2013

munch

mi ha fatto riflettere. sul mondo e sul mio principio di vita. non sono menefreghista, ma ora sono più cosapevole di ciò che è stato: non bisogna dimenticare. Lo dobbiamo a quelli che hanno sofferto e dato un futuro a noi, lo dobbiamo alla pace nel mondo e alla felicità universale.

è un libro che emoziona che divora l'anima perchè vorresti che tutto ciò non fosse successo. Lo vorrebbe Lina e lo vorrei anche io. il male lo puoi fare a tutti, mail bene lo puoi fare solo alle persone buone, diceva Piranello. Citazione assolutamente sincera ed efficace.
Lina racconta ciò che vede, come Munch. amo la sincerità e anche se ne si ha paura non evitalela.
leggetelo.
non che l'opinione di una 14enne conti tanto, ma se volete essere consapevoli di quel che ora siamo leggete questi libri.

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Avevano spento anche la luna 2012-06-23 23:29:37 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    24 Giugno, 2012
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Davai! Krasivaja.

Ona, Sigra Rimas, Andrius, cattivissima Uljuska, guardia bionda Kretzskij, il calvo, Signor Lukas (l'uomo che caricava l'orologio), signa Grybas, sigra Arvydas, scorbutica e figlie, Janina e la sua bambola Liale: vi conosco, vi vedo, vi sento, vi rispondo, con gli occhi, le orecchie, il cuore, le lacrime. Vi voglio tanto bene, in modo atavico e con tutta me stessa. Vi sento madre, sorella, fratello, amica, nemico, odioso conoscente...e vi amo tutti.
La storia narrata è quella della famiglia Vilkas: Elena, Lina, Jonas e tanti altri esseri umani che in un giorno qualsiasi si ritrovano ad essere bestie, ma nell'animo veri partigiani della solidarietà umana. Un racconto straziante e bellissimo: è possibile.

14 giugno 1941: "Mi portarono via in camicia da notte". "Jonas corse nella mia stanza. Si era vestito per andare a scuola, con la divisa e il cravattino, e teneva in mano la cartella. I capelli biondi erano accuratamente pettinati con la riga da parte. Sono pronto mamma, disse con la voce che tremava."


"Uljuska si alzò dal suo pagliericcio e latrò qualcosa alla mamma.
Smettila di gridare. Ce ne andiamo le dissi.
Lei cominciò a dare alla mamma patate, barbabietole e altro cibo che aveva messo da parte. ... Non potevo crederci. Perchè ci stava regalando quelle provviste?"


"La sigra Rimas si inginocchiò di fianco a noi. Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla, iniziò a recitare.
Mamma, gridò Jonas.
Le lacrime mi rigarono le guancie.
Aveva uno spirito bellissimo, disse l'uomo che caricava l'orologio.
Janina mi accarezzò i capelli.
La sigra Rimas continuò: Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perchè tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei amici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.
Si, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.
Amen."
Il calvo aveva lo sguardo fisso nel vuoto e, per una volta, non disse nulla.
...Io e Jonas camminavamo davanti, la signora Rimas e l'uomo che caricava l'orologio al centro, e il calvo chiudeva il corteo. Janina si trascinava di fianco a me. Persone che non conoscevo si unirono a noi....Kretzskij stava parlando con le guardie sotto il portico. Ci vide e smise di parlare."

Non ho parole per dire....leggetelo. Raramente un racconto vi arricchirà di conoscenza e amore.

Davai! significa sbrigarsi, sempre sbrigarsi.
Krasivaja significa bella, ma con forza. Unica.

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Avevano spento anche la luna 2012-02-04 16:56:57 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    04 Febbraio, 2012
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Restare uniti

Bellissimo romanzo che racconta la storia di una famiglia di deportati lituani che vengono caricati su un carro bestiame e portati fino in Siberia. Lungo le tappe di questo viaggio, nel corso del romanzo, sono frequenti i ricordi narrati, scritti proprio in corsivo, di quando ancora questa famiglia viveva momenti sereni. Il punto di vista è quello di Lina, ragazzina di 14 anni, che vede sgretolarsi la sua famiglia, ma che trova la forza di reagire, perché ama la vita. Ci sono momenti di rabbia incontrollata, di tristezza intensa, di buio e di luce. Lina si guarda allo specchio la mattina in ci viene portata via e non ha idea di quanto in fretta cambierà il suo viso, così come non sa ancora quanto un sorriso che si accende o si spegne su un viso può cambiarne i lineamenti. Emozionante è la sua continua ricerca di un legame con il padre, il suo desiderio di trovarlo e di fargli sapere che lei è viva. Commoventi sono i suoi pensieri e i suoi gesti da bambina.

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