Atto d'amore
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Lansdale pulp
Sono di parte quando si tratta di Lansdale...lo considero uno scrittore poliedrico che riesce a spaziare benissimo su molti generi, in ognuno con uno stile diverso, con una capacità espositiva straordinaria e coinvolgente riesce a catturare l'attenzione a farti venire voglia di leggere la pagina successiva anche se non sta scrivendo propriamente un capolavoro. Questo non è un libro per deboli di stomaco, più che un thriler è un giallo-pulp con tanta violenza , tantissimo sangue a sfiorare lo splatter, un maniaco omicida di una brutalità agghiacciante, insomma è un pò sopra le righe. Lansdale cerca di analizzare il tema della personalità nascosta, della violenza insita in ogni uomo e lo fa a suo modo, ovvero senza mezze misure. Essendo uno dei suoi primi romanzi avrà qualche pecca di gioventù ma riesce a tenerti incollato ad una trama ben congegnata, il finale è un pò frettoloso (a me sembrano quasi tutti frettolosi quindi non faccio testo) e l'azione è predominante rispetto all'analisi dei personaggi e alla denuncia sociale che rimangono accennati. E' stato scritto nei primi anni '80 quindi direi che come genere, argomenti e struttura era già avanti. Ma d'altronde Lansdale non è uno qualunque .
Indicazioni utili
Il mistero della mente umana
Devo dire innanzitutto che Lansdale ha un modo di scrivere, che mi tiene incollata alle pagine, in qualsiasi posto io mi trovi..sul tram, anche se leggo stando in piedi, con la gente accalcata tutt'intorno, nella pausa pranzo rubando minuti preziosi al pasto, sul pullman con la luce fioca che rovina gli occhi.
Questo è uno di quei romanzi. La storia è questa:
Per le strade di Houston si aggira un moderno Jack lo Squartatore, e Marvin Hanson e Joe Clark sono i poliziotti incaricati dell'indagine. Hanson in particolare, un detective nero, è disgustato dalla ripugnante violenza degli omicidi, e si dedica alla caccia con un sentimento di vendetta personale.
Ma l'inchiesta è un tuffo nel dolore e nell'ambiguità, un itinerario in cui è facile perdere la ragione e trasformarsi a propria volta in ciò che più si odia..
Un'opera sulla normalità del male, sull'immagine del mostro, che sempre più spesso si nasconde dietro le spoglie dell'uomo qualunque. Una potente miscela di giallo, noir e critica sociale, che anticipa tutti i libri e i film che nel giro di pochi anni celebreranno il fascino del serial killer. Imperdibile per chi già ama questo scrittore come per chi sta cominciando a scoprirlo.
Questo romanzo è stato presentato da Lansdale una ventina di anni fa a qualche casa editrice newyorkese e ha ricevuto forti critiche, soprattutto per il luogo dove si svolge la storia, Houston. All'epoca, gli editori storcevano il naso, perchè chi scriveva del Sud o del Texas, veniva considerato un idiota. Parole di Lansdale, quasi a rimarcare il fatto che oggi il suo genere è un genere di successo.
Non si era fatto intimorire, e fece suo un motto di Hemingway: "Scrivi ciò che sai". E lui conosceva a menadito la realtà texana.
L'idea della trama gli venne anche per i testi che in quel periodo sua moglie, prossima alla laurea in criminologia, leggeva, tra cui "Anatomia della distruttività umana" di Fromm.
E ne rimase incuriosito e inorridito. Parlava di violenza immotivata, improvvisa, della possibilità che ogni essere umano possieda un lato oscuro, una sorta di pulsante che si attiva solo se viene acceso.
Alcuni nascono così, altri lo diventano.
Ed è da questi presupposti che si intreccia la trama. Un libro crudo, forte, a tratti un pò troppo sanguinolento, ma non si può fare a meno di andare avanti fino all'ultima pagina e rimanere delusi, perchè la lettura è stata troppo intensa, troppo veloce...solo 270 pagine.
Alla fine, ci si ritrova a porsi le stesse domande che si pone lo scrittore, cioè:
Cosa facciamo se certi criminali nascono così e non lo diventano? O per essere precisi, se nascono per diventare così? Se la genetica e l'ambiente sono entrambi fattori negativi? Se, indipendentemente da quel che fa la società, dall'infanzia che vivono questi individui, costoro propenderanno verso un certo tipo di comportamento? Quello dell'animale da preda?
Me lo chiedo anch'io..
Buona lettura!
Teresa