Aristotele e i misteri di Eleusi
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Le affinità storiche
Ho letto altri libri di questa serie, ma, poco dopo l'inizio,si avverte che qui qualcosa è cambiato. Infatti la struttura del racconto si è notevolmente ampliata fino ad includere un forte interesse sociologico, sviluppato in molte direzioni e comprendente, al suo interno, come ovvio, anche la trama del giallo vero e proprio. L'incipit, travolgente e chiassoso, si manifesta per contrasto nel silenzio notturno: ed ecco che gli ingredienti per avviare una storia avvincente e dai mille risvolti misteriosi, ci sono tutti, così come i personaggi, numerosi e forniti di personalità dalle molte sfumature. Il fatto è che la trama "gialla" sembra perdere mordente quasi subito. Nonostante la presenza reiterata di cadaveri e furti, nonostante diversi momenti convulsi e agitati, l'atmosfera non è mai veramente drammatica; al contrario, tutto sembra stemperarsi e perdere d'importanza di fronte ad altre priorità della vita quotidiana, come l'organizzazione di un matrimonio, la ristrutturazione di una casa o una causa in tribunale. La verità è questa: è proprio la vita quotidiana dell'Atene del quarto secolo la vera protagonista del romanzo, sono i vari aspetti e risvolti del vivere comune, gli usi, i costumi, il pensiero, le istituzioni. Mentre si legge è come se la città, i suoi rioni, le sue strade si animassero improvvisamente davanti ai nostri occhi, come se una folla eterogenea e vociante si affollasse intorno a noi e ci coinvolgesse nelle proprie azioni. In questo modo l'antichità prende nuovamente vita, si lascia conoscere, approfondire, catalogare. Ovviamente ci stupisce, ci permette di condividerla, di dissentire o di criticare. Così il passato offre il fianco al presente, si confronta con questo, con la nostra realtà. E mentre da una parte alcuni suoi aspetti sembrano molto lontani (la condizione della donna - ma sarà poi così??), dall'altra quella realtà sembra sovrapporsi alla nostra (stessa esposizione e stesso mercato di statuine delle dee o di immagini sacre in vendita nelle bancarelle o nelle botteghe vicine ai luoghi della fede).
Ritornando al racconto poliziesco, vale la pena di sottolineare l'assenza, nel corso della storia, di una vera e propria suspense. E' presente invece una sottile e persistente inquietudine, generata da fatti strani, inspiegabili e minacciosi, che si manifestano sempre in modo inatteso e disturbante. Incertezza e sospetto permeano tutti i personaggi della trama e, in ultima analisi, la vita stessa della città, di quella Atene dell'età alessandrina, dove Aristotele era sì il grande filosofo, ma anche lo "straniero" e la spia di Alessandro e dove, ormai, la libertà e la sicurezza dei cittadini non erano più così scontate.
Scritto in modo scorrevole e leggero, il libro è un piacevole lettura che passa indenne le seicento pagine. Da notare come la Doody esterni, in alcuni passi di questo romanzo, una vena comica davvero non trascurabile, godibilissima. Quanto alla soluzione dei misteri, che arriva puntuale alla fine della storia e ne chiarisce in modo soddisfacente tutti gli interrogativi, non può sfuggire, una volta di più, la sostanziale identità fra situazioni illegali del passato e trame oscure del presente.