Apocalisse Z
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... e i Morti cammineranno
Da tempo volevo leggere questo libro e, dopo essermi in qualche modo appassionato ad una serie televisiva di enorme successo come “The Walking Dead”, la lettura di “Apocalisse Z” è diventata ancora più obbligata in un certo verso. Tuttavia devo ringraziare le recensioni degli utenti di "qLibri", perché se ho conosciuto quest'opera lo devo unicamente a loro che, attraverso i loro scritti, hanno saputo donare efficacemente la propria esperienza di lettura.
Primo libro di Zombie letto in vita mia. Manel Loureiro, sicuramente da buon fan e discepolo indiretto del geniale George A. Romero - il Re indiscusso degli "zombie-movies", il Maestro dei morti viventi con cui ci si deve inevitabilmente confrontare quando si vuol raccontare una storia simile -, ci dona una storia apocalittica molto appassionante, suggestiva e non certamente magra di emozioni. Ma andiamo con calma.
Se improvvisamente la vostra pacifica vita, ricolma di progetti da portare a termine, di affetti e comodità varie, dovesse d'un tratto essere travolta da eventi imprevisti che la cambierebbero per sempre, devastando la vostra mente e sconvolgendo la vostra personale scala di valori, come reagireste? Sicuramente il caos, la paranoia, la paura e l'ansia (o forse un infarto) vi travolgerebbero come una valanga che, rapida, silente e senza controllo, si abbatterebbe sul vostro indifeso corpicino di carne ed ossa con la sua immane potenza distruttiva e il suo peso iperbolico riducendolo in polvere - ed ecco proprio qui uno dei punti di forza dell'autore, il saper esplicitare tutto questo.
Già, sembra una cosa irrealizzabile, pura follia. Ma andatelo a dire a questo povero avvocato e al suo fido gatto Lucullo, i due sventurati sopravvissuti ad un'oscura epidemia che annulla la morte ridonando la vita. Peccato non ci sia nulla per cui gioire, o meglio: in un certo verso il vostro amico, o parente, o più semplicemente un estraneo colpito da questo “virus”, dopo essere stato graffiato o morso da un infetto vorace e indemoniato fino al midollo, si rialzerà da terra davanti ai vostri increduli occhi dopo che lo avevate visto morire letteralmente... Si, logicamente quel poveretto si avvicinerà a voi, tuttavia non per abbracciarvi facendovi partecipi della sua resurrezione (fatto per cui si dovrebbe essere sicuramente felici), ma... per divorarvi! Perché quel “coso”, quella bestia, non è più un essere umano, ma un involucro privato da ogni umanità e che ha solo un desiderio: quello di cibarsi con la vostra calda e fresca carne.
Concorderete che non si tratta di un bel mondo. Un mondo proiettato nuovamente ai tempi in cui sopravviveva il più forte, in cui solo l'istinto poteva salvarci da situazioni critiche e dove nessuno ha più riguardo nei nostri confronti o alcuna premura. Si rimane praticamente soli, abbandonati a se stessi. E tutto ciò che sembrava dannatamente importante (nella nostra personale vita, ma anche ad un livello più vasto come ad esempio la politica, l'economia, la religione) si è trasformato in un qualcosa di inutile, di superfluo. Ora conta solo sopravvivere!
Il punto di forza del libro, secondo me, si ritrova nello stile adoperato dall'autore e risiede sopratutto nella forma narrativa scelta da quest'ultimo: il diario. Questa scelta narrativa, per quanto potrebbe apparire forse debole in questo preciso contesto, si rivela al contrario un autentico colpo di genio. Noi, dunque, seguiremo i fatti narrati dal pugno del protagonista - l'avvocato di cui ho brevemente accennato sopra - che in mezzo ad eventi drammatici ci offrirà una testimonianza agghiacciante su come le cose possano incredibilmente mutare da un momento all'altro, travolgendoci. E il vantaggio di questa forma narrativa è che in qualche modo ci sentiamo legati ai personaggi, quasi li supportiamo nella loro rocambolesca avventura, provando premura per loro, che ha come unico obbiettivo quello di non lasciarsi catturare da questi micidiali e instancabili cacciatori di carne.
L'autore, comunque, possiede la capacità di rendere tutto scorrevole, grazie anche ad un ritmo incalzante e riuscendo, attraverso una scelta lessicale semplice ed una sintassi per nulla ingarbugliata, a far ben visualizzare nella mente del lettore tutti i fatti che vengono raccontati. Mi sembrava quasi di guardare un film generato dalla mia mente (il potere della lettura!) e ad occhi aperti vedevo gli occhi privi di vita dei non-morti che mi fissavano e i loro corpi putridi e devastati da ferite terribili; riuscivo a sentire i loro rumori e ad avvertire gli orribili odori di morte che si sollevavano da cadaveri smembrati o da locali abbandonati: un'esperienza sensoriale. Senza contare che, grazie alla tecnica del diario, potevo ben capire gli spaventosi stati d'animo del protagonista. E se durante la lettura l'adrenalina mi portava a divorare velocemente ogni pagina senza avvertire alcun senso di paura (un po' di tensione si, in verità), qualche volta ho sentito del leggero disagio nelle ombre che si allungavano in casa, durante la sera, dopo aver chiuso il libro. Mi sono addirittura ritrovato a chiudere una porta con il paletto, solo perché non avrei voluto essere colto di sorpresa da non so cosa - forse dalla mia ombra. Si, un libro che suggestiona...
L'autore è riuscito a scrivere una storia non originalissima, ma che sa offrire molto al lettore e che rappresenta la gioia per gli appassionati di zombie, ma anche dei neofiti. Inoltre l'ironia non manca, il che ha permesso di rendere la lettura più godibile e, in alcuni momenti, divertente.
Insomma: per finire un libro in cinque giorni, nel mio caso vuol dire che il libro mi ha sicuramente catturato, poiché quest'opera è come una droga. A questo punto voglio assolutamente leggere il seguito, ben sapendo che non sarà facile eguagliare questo primo capitolo.
Attenti agli angoli bui della vostra casa...
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Zombie iberici
Non un romanzo che brilla per originalità - impossibile non pensare a "Io sono leggenda", tanto per spiattellare uno tra i titoli più rinomati sul tema - eppure la storia dell'intraprendente avvocato galiziano in balia di un mondo in cui gli esseri umani si sono tramutati in qualcosa di tremendamente pericoloso in fin dei conti acchiappa.
Non tanto per la prima parte, piuttosto noiosetta, quanto per la seconda, dove comincia ad interagire con i pochi scampati all'epidemia.
Si denota uno stile semplice ma efficace nel creare tensione senza dimenticare un pizzico di indispensabile ironia. Passaggi action dal buon impatto e un discreto approfondimento psicologico del protagonista, con relativa trasformazione dettata dall'istinto di sopravvivenza, fanno di questo romanzo una lettura piacevole soprattutto per gli amanti del genere. Ci sono tutti gli ingredienti del filone ben amalgamati: il senso di minaccia perenne, gli attacchi dei non morti, fino alla lotta spietata in un mondo imbarbarito, non solo dall'assenza della più semplice tecnologia, ma anche dalla scomparsa di ogni morale che tramuta ogni incontro in un potenziale pericolo.
Loureiro poi riesce spesso a restituire un grande senso di impotenza, acuito da una solitudine viscerale che sconvolge più volte il protagonista avvolto da un mondo senza più luce.
Fortunatamente un moto di speranza accende le basi per il capitolo successivo, seconda tranche della trilogia zombesca in salsa iberica che sicuramente porterò a termine.
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Fantastico
Probabilmente lo stile di scrittura non è il migliore che abbia mai letto, però il libro in generale è davvero fantastico. Il fatto che sia scritto come diario (cosa che ho adorato) nonostante all'inizio possa sembrare che annulli la suspance, in realtà in certi punti la accresce.
La trama è coinvolgente e strutturata eccelsamente, inoltre alcune parti sono davvero ricche di tensione che non pensavo di poter raggiungere attraverso un libro del genere.
Mi piace molto anche come viene descritta la vita di tutti i giorni che cambia (tv e internet in particolare sono stati descritti molto realisticamente).
L'unica pecca credo sia che nei primi "capitoli" tutto avvenga un po' troppo velocemente.
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I giorni dei vivi morenti
A guardarli in TV gli zombi mi fanno sorridere. Con quegli occhi strabuzzati, neanche tanto minacciosi, i vestiti strappati, a qualcuno gli manca un braccio, altri zoppicano vistosamente. Una volta ne ho visto uno senza gambe che strisciava.
Si muovono molto lentamente e a scatti, sono pericolosi solo se te li trovi molto vicino. E poi che ci vuole a seminarli, dai? Basta correre per un po’ e nascondersi dietro l’angolo. Al confronto con i vampiri e i licantropi non c’è storia: nel grande villaggio popolato da tutti i mostri, gli zombi sono sempre stati quelli scemi. No gli zombi non mi hanno mai fatto impressione, proprio no.
E se invece di guardarli in TV, fossero in giro per le strade della vostra città? E voi foste rimasti da soli, barricati in casa, senza capire bene cosa sta succedendo fuori? C’è stata forse una pandemia, la gente sembra impazzita e si è riversata sulle strade, ci sono i militari che cercano di stabilire l’ordine, internet ha smesso di funzionare, i notiziari sono sempre meno frequenti, bisogna raggiungere al più presto i “punti sicuri.
Voi non vi fidate di questa sorta di psicosi collettiva, ma i viveri iniziano a scarseggiare. Non vi resta che uscire, per procurarvi acqua, cibo, generi di prima necessità. Ma il mondo per come lo conoscete non esiste più, niente di niente, nessun essere vivente nel raggio di diversi chilometri, tranne loro, i non morti. Minacciosi, pronti a radunarsi in orde fameliche, ad attaccare, feroci, letali, e a trasformarvi anche con un solo graffio in uno di loro, dopo atroci sofferenze.
Apocalisse Z, parla di zombi ma questa volta non mi ha fatto per per niente sorridere, è un libro cupo e angosciante, ti lascia senza fiato, ti avvince e ti terrorizza. E’ un libro che parla di solitudine, di follia umana, scatenata dal pericolo che incombe, di istinto di sopravvivenza, ma anche di profonda umanità, che sboccia come un fiore nel fango, puro e solitario, in attesa di essere risucchiato nella melma.
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PAURA DI SPAVENTO !
Questo non è un libro sugli zombie.
No no NO: non ridurrò questo libro a così poco.
Questo è un libro sui sentimenti umani, sulla solitudine, sulla paura di affrontare il mondo, sull'implacabile necessità di farlo.
Ecco cosa è questo libro.
Ho visto un uomo, in tutte queste pagine, che è passato da una vita normale, alla curiosità accennata, all'indifferenza, alla solitudine, alla paura, al terrore. Quando parlo di terrore intendo di qualsiasi cosa: di uscire di casa, di guardare fuori da una finestra, di spostarsi da un ambiente a un altro, di incontrare qualsiasi cosa si muova.
Una paura di tutto, in definitiva.
Mi ha fatto venire in mente, in ogni scena, a chi soffre di attacchi di panico.
Mi è venuta in mente di quella volta a una cena in cui un'amica ha lasciato il tavolo improvvisamente perché colpita da uno di questi attacchi. Improvvisamente e, per tutti i presenti, immotivatamente.
Non so se lo scrittore abbia mai sofferto di questo disturbo, ma descrive così bene la paura del mondo e degli altri che ho pensato conoscesse alla perfezione questo sentimento, che soffrisse di questa patologia.
E' un romanzo scritto in maniera perfetta: non una sbavatura, non una crepa; ti avvinghia e non ti molla, anzi affonda le sue unghie sempre più in profondità. Ho dovuto più volte interrompere la lettura perché Loureiro era riuscito a creare un legame così forte che sentivo tutti i rumori possibili e immaginabili dentro casa, e ne avevo paura; ho guardato con sospetto il mio gatto spostarsi nella stanza; sono andata a controllare che la porta di casa fosse ben chiusa; ho sbirciato fuori dalle finestre quando sentivo un rumore sospetto.
Questo è quello che ho ricevuto.
Colpita e affondata.
Ricominciavo poi a leggere, mi dicevo che era solo un romanzo, e dopo poche righe ci ero nuovamente dentro, ci entravo senza accorgermene, venivo avvolta da quell'atmosfera di terrore che mi costringeva, dopo un po', a chiudere nuovamente il libro per riprenderlo subito dopo, perché volevo sapere cosa sarebbe successo.
Il protagonista è perfetto, e pieno di umanità come quasi nessun altro personaggio incontrato nei libri; sarebbe bello ci fossero più persone così nel mondo reale.
Volendo leggerlo come libro apocalittico, o sugli zombie, ci si va a nozze: è scritto benissimo e qua e là risulta gustosamente splatter - mi ha ricordato moltissimo il film di Romero, e, per la suspance, i film di Hitchcock.
Volendo leggerlo come metafora sulle paure e sull'implacabilità della vita, ci si va a nozze lo stesso. E' profondo senza darlo a vedere.
Insomma, lo consiglio caldamente.
Aspetto ora di leggere il seguito. Ma ASPETTO: voglio prima fare svanire un po' della paura che ancora ho dentro.
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Ottima esperienza di lettura
Un libro che dapprima ti incuriosisce e poi ti ingoia in un susseguirsi di esperienze del protagonista, tra l'altro raccontate in prima persona. É proprio questo stile di narrazione che coinvolge, a mia opinione, il lettore sempre piú, dandogli la netta sensazione di essere lui stesso a vivere determinate esperienze e angosce.
Era tanto tempo che nn divoravo un libro con questa frenesia, sono da sempre amante di storie di zombie e horror e lo consiglio a tutti quelli come me.
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Lucullo contro gli zombie
Ma se il titolo originale è “Apocalisse Z” che cosa centra, vi chiederete voi? Centra, centra, perchè in tutto il romanzo Lucullo è sempre presente. E' chiaro direte voi, è il protagonista...No, non è il protagonista, è un gatto, sicuramente il più arrabbiato esistente (basta poco dopo che sono arrivati i morti viventi), sicuramente un mollaccione di felino perchè un gatto che si rispetti un occhio al padrone glielo avrebbe cavato dopo tutte le peripezie in cui viene coinvolto, altro che fargli le fusa....Mi è venuto pure il dubbio che avesse confuso il gatto con un furetto....bah!! Strani gatti quelli spagnoli...
poi seconda cosa, ma nessuno dei vari protagonisti ha mai letto storie o visto film sugli zombie?? Sembra che tutti cadano dalle nuvole....sarà pure avvocato il nostro eroe, ma che faceva da bambino o ragazzo, leggeva solo testi di legge?
A parte questo, una storia scorrevole ambientata in Spagna, non impegnativa, con una trama avvincente, ricca di colpi di scena, ma per soli amanti del genere, data l'atmosfera horror. Il libro fa parte di una trilogia, la cui seconda parte è già stata pubblicata in Italia con il titolo “Apocalisse Z – i giorni oscuri” e con una copertina molto simile al primo (viva la fantasia!). Il terzo libro, già pubblicato in Spagna, dovrebbe uscire prossimamente con il titolo “Apocalisse Z – l'ira dei giusti”.
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Il diario degli zombie
Premetto al commento che ho letto questo libro immediatamente dopo Io Sono Leggenda, di Matheson, e pertanto mi è risultato impossibile non metterli a confronto.
Apocalisse Z è la storia di un avvocato spagnolo che assiste impotente ad una sconcertante epidemia. Il tutto inizia con un attacco ad una base militare segreta in un lontano paese ex URSS. Pian piano il mondo si inizia a rendere conto che qualcosa è stato liberato, ma quando gli uomini capiscono la vera natura del virus è già troppo tardi. Il virus infatti trasforma le persone in zombie, e presto l'intero mondo viene preso sotto controllo da essi. In mezzo a ciò il protagonista riesce in qualche modo ad evitare il contagio, a scappare da casa sua portandosi dietro il gatto e si mette a girare per un mondo popolato da zombie, tutto questo tenendo un diario. Risulta assurdo anche per un romanzo di fantascienza. Se il virus è così contagioso da contaminare in pochi giorni gran parte del mondo, come può un uomo senza particolari doti fisiche o intellettuali girare tranquillamente tra zombie, armato di un arpione da pesca? Nonostante le assurdità il libro è piacevole, godibile anche s lo stile del diario offre una visione molto distaccata del mondo. Un buon libro da spiaggia, ma nulla di più
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brivido lungo la schiena, protetti dalla vostra tu
ciao a tutti, scrivo la mia prima recensione su questo libro proprio perchè l'ho letto (...divorato) grazie ai vostri voti.. il libro mi ha incuriosito e l'ho comperato prima di qualche giorno di vacanza senza tv... in verita' era un'opzione assieme ad altre controllate su Qlibri ma il prezzo (ediz economica) e il fatto che mi è subito ablzato agli occhi hanno fatto il resto... si l'ho letteralmente divorato in 3 giorni... per chi ama come me i libri con molta azione, suspance, ritmo, lo consiglio vivamente... il fatto di essere scritto come un blog è una soluzione intelligente e rende rapida la lettura e intigrante..(cosa succederà il giorno dopo?????) credo non sia un capolavoro assoluto della letteratura.. ma è una lettura intigrante: come letto in altri commenti alcune situazioni, soprattutto quando il blog si trasforma in diario, forse sono fin troppo dettagliate ma il ritmo rimane in ogni situazione altissimo... giuro era dai libri della saga dei Malousseine (..... ahh Pennac mi manchi..) che non mi appassionavo così tanto... leggetelo e assoporate un brivido lungo la schiena.. sempre protetta dalla vostra tuta da sub!!!!
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Voi cosa fareste?
E' il primo libro che leggo di questo autore e non credevo che, dopo qualche pagina, sarei stata catapultata in un mondo tanto vicino quanto improbabile.
Mi piaciono le storie sugli Zombie e devo dire che questo è uno fra i migliori che abbia letto.
Inizialmente, la scrittura sottoforma di blog rende la partenza un po lenta anche perchè fa la cronaca di ciò che legge nei giornali e nei vari blog in internet, ma superato il primo scoglio tutto poi va in un crescendo sempre più inquietante e devastante.
L'ansia della ricerca di un posto sicuro dove passare la notte, i giorni interminabili in attesa di un cambiamento, la ricerca del cibo e dell'acqua e la speranza di trovare qualcuno di umano solo per il semplice piacere di sapere che non sei solo a vivere nel caos totale.
La realizzazione che non c'è nessuno cui affidarsi, dove sopravvive il più forte e non ci sono più regole ne medici ne politici ne banchieri. Tutto viene azzerato e l'unica cosa fondamentale è la sopravvivenza in un mondo civilizzato, nel quale oltre a dover tenere a bada i pericoli normali (quali malattie, ferite ecc ecc), devi anche sopravvivere agli attacchi di persone non morte che si nutrono solo ed esclusivamente di sangue fresco.
I fatti che accadono sono veloci, vengono narrati bene e sono a dir poco inquietanti.
I paesaggi, le situazioni e le vicende sono descritti molto bene e rendono l'idea tanto da farli sembrare reali.
Ammetto che nei giorni in cui leggevo questo libro mi domandavo spesso come avrei reagito io e soprattutto se avrei retto a questo sforzo psicologico cui vengono sottoposti i personaggi.
E' un'avventura che fa quasi tirare un sospiro di sollievo verso la fine ma è solo temporaneamente.
....C'è anche il seguito.
ATTENZIONE SPOILER
C'è costantemente la presenza di Lucullo che è il suo gatto, unico testimone della sua vecchia vita.
Per me è un eroe solo perchè ha fatto di tutto per salvarlo da quell'inferno e portarselo avunque lui andasse.
Io avrei fatto la stessa cosa!