Anima del male
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Splatter ad alta tensione
Un thriller a mio parere molto ben riuscito, se si escludono le descrizioni di scene sentimentali o erotiche di cui l'anima del romanzo poteva anche fare a meno. Il suo punto forte sono proprio le descrizioni delle tecniche forensi e scientifiche in cui l'autore si muove in modo magistrale. La tensione si mantiene alta in tutte le pagine del libro ,le rappresentazioni raccapriccianti dei fatti e l' indagine psicologica dei profili criminali non sono del tutto scontate come in altri romanzi del genere. Anche se ad un certo punto si può quasi inevitabilmente prevedere l'identità del serial killer in questione, il finale è francamente inaspettato. L'approfondimento psicologico dei personaggi lascia forse un po' a desiderare, in certi punti addirittura persino banale.
Personalmente non ho provato molta simpatia né empatia per la protagonista femminile. Ma nel complesso direi che è un romanzo decisamente avvincente per l'originalità dell'intreccio, per i colpi di scena e per la tensione continua, oltre che per le trovate splatter abbastanza crude che sono una gioia per gli amanti del genere. Aspetto con ansia di leggere il resto della Trilogia perché il finale lascia aperto evidentemente un possibile proseguimento..
Indicazioni utili
Tana French, L' INTRUSO
Bo Svernstrom, VICTIMS
Saul Black, LA LEZIONE
Donato Carrisi, L' IPOTESI DEL MALE
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La morte disturba...non piace.
“L’anima del male” è il primo romanzo della cosidetta “trilogia del male” , cui fanno rispettivamente seguito “In tenebris” e “Il veleno del ragno”, scritto dall’esordiente autore francese Maxime Chattam.
La narrativa genere thriller-noir ha luogo a Portland, Oregon (U.S.A.) e ha come protagonista un spettore della poilizia locale, Joshua Brolin ex agente F.B.I. trasferito, ancor giovane e in maniera insolita, a occuparsi dei crimini circoscritti in una piccola area di giurisdizione. Una vicenda riguardante un serial killer che ha un modus operandi al di fuori di ogni comprensione razionale che agisce in maniera orrenda infierendo sulle proprie vittime, tutte donne di bella presenza, e lasciando una particolare firma con richiami ai versi e all’oscuro significato del canto dell’Inferno della Divina Commedia.
Accadimenti efferati e complessi che inducono le investigazioni, guidate dall’ispettore Brolin, a un accurato e profondo studio del profilo psicologico dell’assassino che va al di là di quanto già schedato negli archivi delle molteplici polizie locali e dell’agenzia nazionale investigativa. Il pathos è continuo e assicurato; molte sono le piste seguite ma tutte conducono a un vicolo cieco in relazione al susseguirsi di colpi di scena che richiedono una ripartenza delle indagini. La scienza forense, l’anatomopatologia e la strumentazione tecnica, fanno parte integrante e fondamentale per la risoluzione, almeno temporanea, e l’individuazione del folle serial killer.
Ma da dove scaturisce il male? E’ insito in ogni essere umano? Ci sono delle situazioni particolari e/o scatenanti che possono trasformare anche il più tranquillo individuo in una macchina di violenza? Sono queste, e tante altre, le domande che affliggono le indagini di Brolin e che lo portano a soffermarsi su lunghe riflessioni sull’animo umano e su cosa possa celare la nostra mente che spesso sconfina in un universo parallelo di cui non conosciamo la struttura e i suoi limiti.