Amsterdam. La rete uccide
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Charles den Tex è un autore olandese, le cui storie sono spesso ambientate nel mondo degli affari e della tecnologia informatica, ma con un occhio attento a temi urgenti quali la minaccia del furto d’identità telematico o il traffico di donne ridotte in schiavitù. Con Amsterdam. La rete uccide ha vinto il premio Gouden Strop, un riconoscimento di prestigio assegnato al miglior thriller dell’anno pubblicato in Olanda.
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Opinioni inserite: 1
una Amsterdam molto action movie
Pupottina non aveva mai letto niente di Charles den Tex, scrittore, pubblicitario, consulente della comunicazione e del management, vincitore di numerosi premi in Olanda. Il suo romanzo giallo è ricco d'azione e Pupottina l'ha letto e se l'è immaginato come un film d'azione, in cui i colpi di scena si susseguono una pagina dopo l'altra.
Il personaggio principale, Michael Bellicher, è un blogger, un consulente di successo, finché tutto gli crolla addosso. All'origine del suo periodo no, c'è la famiglia. Effettivamente, un fratello che cambia sesso, può sconvolgere l'equilibrio e portare ad avere problemi di identità e nel rapportarsi con gli altri. Poi tutta una serie di circostanze lo portano ad assistere ad un omicidio, ad esserne incolpato e perseguitato: un po' come accadde a Lisbeth Salander in La ragazza che giocava con il fuoco ... Eheheheh ... si torna sempre là ;-)
Forse nelle ultime 50 pagine qualcosa nella soluzione di tutto è stata un po' troppo semplicistica. l'arrivo di un pullman dei parenti non può essere così terribile per un uomo che sembra gestire le redini del mondo, però, forse dipende dalla cultura. I dialoghi sono perfetti nonostante tutto.
Ci sono inseguimenti, situazioni assurde, combattimenti e battute argute. Michael, oltre ad essere professionale e profondamente confuso e sfortunato, non cessa mai di essere simpatico ed alcune sue reazioni o battute sono davvero divertenti. Leggere il libro è come vedere un film. Pupottina, se dovesse esserne tratto un film, nel ruolo di Michael ci vedrebbe bene Shia LaBeouf ... tirato a lucido per interpretare il giovane consulente ... non chiedetele perché ... eheheheh
Tutto è a lieto fine, anche se l'amicizia e l'amore a volte non sono proprio come sembrano, soprattutto per l'amore. L'interesse resta sempre una malattia che corrode ciò che di meglio la vita ci può offrire. In un certo senso, diventiamo tutti facilmente corrompibili. Tutti tranne Gijs, l'amico di Michael, che incarna l'amico perfetto che tutti vorremmo avere, colui che può risolvere con un colpo di telefono i nostri problemi e colui per cui ci faremmo in quattro per aiutarlo e così accade anche nel libro.