Amnesia Amnesia

Amnesia

Letteratura straniera

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Il dottor Mathias Freire non è un uomo privo di ricordi. Al contrario, ne è ossessionato. Perché i suoi ricordi sono troppi e diversi. E sembrano appartenere ad altre persone. Tanto che, sempre più spesso, Mathias perde ogni sicurezza, perfino su quale sia il suo vero nome. Oggi, a Bordeaux, Mathias è uno psichiatra. È alle prese con un caso difficile, deve ipnotizzare un uomo in stato confusionale, unico testimone di un brutale assassinio alla stazione. L'ipnosi e un alibi di ferro confermano l'estraneità dell'uomo al delitto. Mathias deve indagare ancora. Ma prima di poterlo fare, scampa per un soffio a un tentativo di omicidio.



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Amnesia 2014-08-09 08:16:51 Niamh76
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Niamh76 Opinione inserita da Niamh76    09 Agosto, 2014
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AMNESIA

La sindrome del viaggiatore senza bagaglio è questo il motivo prevalente per cui ho iniziato a leggere questo libro, suggerito su vari forum e discussioni in cui si consigliavano libri sulle patologie psichiatriche.
Grangé è un bravo scrittore che riesce a dipingere due personaggi credibili dal punto di vista psicologico: le righe rendono bene le fobie, le insicurezze e le ansie sia di Mathias che di Anais. La trama non è sicuramente banale, anzi è folta e ricca di colpi di scena e tutto sommato originali.
Forse quello che penalizza l'autore è che, andando avanti con il dipanarsi della vicenda, si sia lasciato un po' prendere la mano e abbia confuso troppo le carte in tavola aggiungendo un circa 200 pagine di troppo che hanno penalizzato la sostanza e la credibilità del romanzo.
Diciamo che ci mi sarei evitata volentieri il capitolo su Nono che, personalmente trovo inutile e anche fastidioso. E' proprio in questo capitolo che il personaggio principale si trasforma in una specie di Rambo andando a inficiare la propria "immagine letteraria".
Il finale lo trovo approssimato e approssimativo. Sinceramente ho trovato inutile infarcire un bel thriller con una inverosimile storia d'amore basata praticamente sul nulla visto che i personaggi non interagiscono tra loro per più di 20 pagine su 700 e passa del libro.Perciò ritengo che Grangé avrebbe potuto cavarsela molto più egregiamente dall'alto della sua bravura nel trovare una chiusura all'altezza del thriller psicologico che è stato capace di creare.

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a chi è appassionato di psico-thriller e incuriosito dalle patologie mentali
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Amnesia 2014-05-27 16:45:56 Jack_84@yahoo.it
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Jack_84@yahoo.it Opinione inserita da Jack_84@yahoo.it    27 Mag, 2014
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Un thriller diverso dal solito

Ho appena finito di leggere questo romanzo di Grange, il primo per quanto mi riguarda, e devo dire che ne sono uscito piacevolmente sorpreso. Il romanzo, che definirei un misto tra thriller "psicologico" e thriller "d'azione", racconta le indagini condotte da un soggetto in perenne fuga psicogena (ovvero colui che perde la memoria e si riscotruisce ex novo una identità) e un'agente di polizia che ben presto si troverà ad agire ai confini della legalità. Il risultato è un romanzo non banale, molto articolato e colmo di colpi di scena. La parte "psicologica" del romanzo l'ho apprezzata molto: l'autore, invero, riesce egregiamente a trasmettere l'angoscia, le inquietudini e le fobie dei personaggi principali dettate sia dalle vicissitudini in cui sono loro malgrado coinvolti, sia perchè soffrono di una vita privata ai confini della solitudine più totale con le intuibili conseguenze sulla di loro personalità.
Per quanto riguarda il fronte "action", invece, il romanzo soffre di inverosomiglianza: vi si trovano troppi colpi di scena e coincidenze che - a mio avviso - fanno perdere di credibilità al tutto.
Preciso altresì che la storia non verte sulla mera ricerca dell'assassino, ma anzi tale aspetto risulta piuttosto il pretesto per giustificare la narrazione con la quale l'autore ha voluto dire molto di più. Il risultato è sicuramente un'opera che si lascia leggere tutta d'un fiato; ogni capitolo si chiude volutamente con una situazione in sospeso che spinge il lettore ad andare avanti sino all'ultima pagina!
La soluzione del giallo, infine, risulta a mio parere troppo sbrigativa ma è un giudizio personalissimo, in quanto amo i misteri che vengono rivelati grazie ad un'attenta cura dei particolari (cosa che evidentemente è ad appannaggio più di un giallo classico piuttosto che di un thriller).

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Amnesia 2013-06-19 14:51:47 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    19 Giugno, 2013
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Un romanzo allucinante, ricco di colpi di scena

Un romanzone che va ben al di là dei consueti confini del thriller : come al solito Grangé riesce a tenere avvinto il lettore (questa volta per più di 700 pagine, ma non è certo una novità) con una vicenda ai confini dell’inverosimile, mai banale, ben strutturata, ricca di colpi di scena. La storia ha per protagonista un singolare personaggio degno di essere citato nei testi di psichiatria, un personaggio che smarrisce la propria identità e che di fuga psicogena in fuga psicogena assume personalità diverse, psichiatra, pittore, barbone. Il suo passaggio è costellato di delitti allucinanti, che fanno impazzire le polizie di varie città francesi e soprattutto mettono a dura prova le capacità di una detective con un passato terribile ( Il padre era stato ai tempi della dittatura di Pinochet in Cile un consigliere della polizia segreta che torturava i prigionieri politici), una detective che fa della soluzione del caso e dell’individuazione dei veri colpevoli una sfida caparbia per mettere in luce le proprie capacità investigative. . Gli scenari sono “ alla Grangé”, con spettacolari descrizioni del mondo miserabile dei “sans papier”, dell’ambiente allucinante delle cliniche psichiatriche e delle relative patologie, della sopraffazione mascherata da potere legalizzato, fino al travolgente finale ove tutto viene chiarito, con un colpo di scena da maestro del thriller. Nel porto di La Rochelle, tra i bunker dell’ultima guerra e sotto un uragano di devastante potenza, Grangé porta il suo personaggio, in mezzo a mille difficoltà, a scoprire le sue vere origini ed a trovare ,forse, quella serenità da sempre agognata.
Come per “I fiumi di porpora”, capolavoro di Grangé da cui venne tratto l’omonimo film,, anche da questo romanzo potrebbe essere tratto un film : lo sviluppo della vicenda nel tempo potrebbe esaltare l’abilità di qualche famoso regista. Nella parte del protagonista vedrei solo il grande Jean Reno, a vestire i panni della poliziotta l’attrice Noomi Rapace, l’indimenticabile Lisbeth Salander del capolavoro svedese.

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Gli altri romanzi di Jean-Christophe Grangé
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Amnesia 2012-06-06 11:37:10 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    06 Giugno, 2012
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AMNESIA

Anche in questo libro Grangè rispetta la sua caratteristica principale e cioè quella di dare alla luce sempre nuovi personaggi, senza mai collegare un romanzo al precedente, come invece fanno molti autori di questo genere.

Sarebbe forse più semplice per lui sfruttare la notorietà di qualche personaggio preso da qualche suo precedente lavoro, ma evidentemente lo scrittore francese preferisce dare ogni volta “nuova linfa” alle proprie storie.
“Amnesia”, come è facile intuirlo dal titolo, è un thriller psicologico che come trama di base non ha niente di nuovo, se non lo stile e la classe del suo autore.
Il personaggio principale è sicuramente “il viaggiatore senza bagaglio”. Definizione molto appropriata in quanto è veramente difficile dare un nome a questa figura. Soffre infatti di un disturbo mentale, che ogni pochi mesi lo farà ripartire da capo con una nuova identità, senza più avere ricordi della precedente vita. Con l’aiuto di una giovane e nervosissima poliziotta, dovrà risalire a tutte le precedenti identità fino al arrivare a quella iniziale per capire chi è veramente. Questa spasmodica ricerca dovrà anche chiarire la sua estraneità alla scia di omicidi che sembrano collegati in qualche modo proprio a lui. Il gioco si farà sempre più duro, con una serie di inseguimenti, un pò troppo fortunosi, fino ad arrivare alla “stretta finale” dove anche lui farà fatica a metabolizzare la sua scoperta.

La storia è molto avvincente e la tecnica di scrittura da vero maestro. Quello che forse può spaventare qualche lettore è l’eccessiva lunghezza del thriller. (752 pag.) Si poteva tranquillamente diminuire questo numero di pagine, senza togliere nulla allo svolgimento della storia.

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