Ali d'argento
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Il ritorno di Faye
Torna Camilla Lackberg, dopo aver pubblicato Gabbia dorata, torna con il sequel Ali d’argento. Un libro giallo che colpisce duro, un po’ troppo stereotipato, soprattutto nella scarsa ed odiosa caratterizzazione del genere maschile.
Protagonista è sempre Faye, una donna che si lasciata alle spalle un matrimonio finito male con Jack, ora in carcere accusato di aver ucciso la loro figlia, che in realtà è viva e vegeta, e nascosta in Italia con la madre di lei. Fayeè costretta a tornare in Svezia perché qualcuno ha acquisito azioni della sua società , la Revenge, e vuole sostituirsi a lei. Chi è l’anonimo investitore? Riuscirà nel suo intento?
Infarcito da tanto sesso, si racconta una storia di vendetta e di sofferenza che risale ad un tempo passato, che si forma in una famiglia dove regna il terrore e la violenza, per proseguire lungo una vita irta di difficoltà e il successivo superamento. Il titolo prende avvio da un ciondolo regalato a Faye adolescente dalla madre che simboleggiano:
“le ali d’argento, che davano l’idea di essere fragili, ma in realtà avevano una resistenza insospettabili.”
Una figura femminile forte e risoluta, forse un po’ troppo vendicativa e poco credibile, è, comunque, un personaggio ben costruito ed elaborato. Forse con troppi clichè, e di scarso spessore comunicativo, nell’insieme è una lettura che trascina, con curiosità e narrazione ben delineata. Tanto:
“sesso, scandali e segreti”
Fino all’ultimo non rivelati.
Indicazioni utili
- sì
- no
UNA NUOVA VENDETTA PER FAYE
In questo nuovo thriller, la Lackberg, continua a parlarci del personaggio di Faye, che noi abbiamo conosciuto nel primo libro, "La gabbia dorata".
Per la protagonista la vendetta, che aveva iniziato nel precedente romanzo, non è finita, infatti deve combattere ancora per riprendersi la sua libertà e per avere un "riscatto" personale.
Faye è un personaggio molto complesso, in questo secondo libro lo capiamo meglio, è una donna che fin da piccola ha subito delle violenze fisiche e psicologiche terribili, che l'hanno portata a sposare un uomo, Jack, che non la rispettava e che la vedeva solo come un oggetto.
Lei era succube del suo amore, lo ha sempre considerato l'uomo perfetto e trovava dei difetti solo in se stessa.
"L'amore l'aveva resa una vittima, ma alla fine era stato lui a rimanere con il cerino in mano"
Ad un certo punto, Faye però ha un cambiamento, mette in un angolo il marito, riesce a sopravvivere senza di lui e a uscire da una relazione sbagliata.
C'è molta strada da fare per Faye, non ha dimenticato i momenti passati assieme a Jack, quando i suoi sentimenti erano così forti, da amarlo quasi di più della loro figlia Julienne, quando gli avrebbe perdonato tutto, anche il tradimento.
"Assaporò il senso di libertà che le dava essere sola in una città dove non conosceva quasi nessuno e nessuno poteva pretendere niente da lei. Libera da ogni responsabilità, da ogni colpa."
La protagonista è diventata un'icona femminista, un'imprenditrice che ha creato la Revenge assieme ad altre donne tradite, ferite e umiliate e che hanno finanziato la sua idea.
Di solito, le donne non si coalizzano quasi mai, ma quando lo fanno, non c'è né per nessuno.
Per la Revenge è arrivato il momento di espandersi anche negli Stati Uniti, dopo averlo fatto in Svezia, in Norvegia e in Europa ma ci saranno degli ostacoli da superare, qualcuno sta cercando di rubarle la sua azienda e deve capire chi c'è dietro, ma non c'è la farà da sola.
Faye non può permettersi di perdere la Revenge, è il simbolo della sua lotta, di tutto quello in cui crede e del ricordo dell'amica Chris.
Jack, non sembra essere un problema, è in carcere e dovrà starci per un bel po' di anni, ma Faye sa che deve essere pronta, non deve abbassare la guardia altrimenti, quello per cui ha lottato così tanto, non ci sarà più.
La vendetta di Faye non è finita nel primo libro, la guerra per sopravvivere sarà sempre più dura e più spietata.
Il romanzo presenta dei capitoli alternati tra la Faye di adesso e quando lei abitava a Fjällbacka con i genitori e il fratello Sebastien, e questo ci fa capire ancora meglio cosa è successo nel suo passato.
La narrazione scorre molto velocemente, i capitoli brevi aiutano moltissimo la lettura e la suspense verso la fine è molto alta.
"Era andato tutto bene.Come tessere di un mosaico, menzogne, verità e mezze verità erano state assemblate a creare l'immagine di sè che voleva comunicare."
Una donna non dimentica mai i torti che ha subito, soprattutto se riguardano la sfera amorosa, per Faye è difficile dimenticare il passato e quando tutto sembra sgretolarsi sotto i suoi piedi, l'unica cosa che le rimane è vendicarsi e prendersi la sua rivincita.
"Era rimasta prigioniera della sua gabbia. Economicamente, Sentimentalmente. Nel mondo della vecchia Faye Jack era una divinità. Mentre nel mondo di Jack lei era un giocattolo che nessuno gli avrebbe mai portato via."
Faye è una donna calcolatrice, cinica e che ha il solo obiettivo di salvare la sua famiglia, sua madre e sua figlia Julienne, cerca di proteggerle a tutti i costi.
La sua vendetta sarà crudele e spietata e non guarderà in faccia a nessuno.
"[...] mentre sul lavoro poteva correre dei rischi enormi senza battere ciglio, nella vita privata si era circondata da muri talmente alti che ci sarebbe voluta una scala lunghissima per superarli."
Faye è una donna che a livello psicologico è fragile e vulnerabile a causa dei molti traumi che ha dovuto subire nella vita, l'autrice ne parla ampliamene in questo libro.
Ma anche le scelte che ha fatto successivamente, l'hanno portata a subire continui shock interiori e che l'hanno portata ad avere solo due possibilità: soccombere o sopravvivere.
Il racconto della vita prima di trasferirsi a Stoccolma mi ha colpita moltissimo e credo che forse l'autrice abbia alla fine un po' estremizzato ed enfatizzato, sia la protagonista che la trama in sé del libro.
Gli uomini anche in questo romanzo, come nel precedente, vengono descritti come dei personaggi negativi, o comunque, sempre alla ricerca di sotto rifugi o di spiegazioni per giustificare quello che fanno, senza affrontare le conseguenze delle loro azioni. E poi sono prevedibili.
Non ho appezzato le scene hot che per fortuna non sono molte, ma secondo me non sono necessarie.
Se nel primo libro non capivo perché l'autrice le avesse inserite, in questo posso dire che forse Faye, anche in questo ambito della vita, vuole essere libera di fare ciò che vuole.
Anche se resto dell'idea che i molteplici dettagli di queste scene si potesse benissimo evitare.
Il femminismo si pone l'obbiettivo di avere pari diritti tra gli uomini e le donne e di combattere le disparità delle donne nel lavoro, nella vita e nei pregiudizi comuni.
Sicuramente l'obbiettivo della Läckberg è questo, dimostrare che le donne possono farcela e unite hanno una marcia in più, nel dolore, nella sofferenza, in un'umiliazione possono trovare la forza per andare avanti insieme.
La parte thriller rispetto al primo libro è sicuramente più coinvolgente e ben congeniata, siamo sicuramente di fronte ad una vendetta che però non è d'impulso, ma viene calcolata a tavolino e servita lenta e al momento giusto.
Le donne subiscono oltre alla violenze fisiche, quello a livello psicologico che a mio avviso sono le più terribili, perché ti lasciano delle ferite indelebili che non riusciranno mai a rimarginarsi, nonostante il tempo, rimarranno sempre lì con chi le ha subite.
Così anche Faye, nonostante la ricchezza, alcune volte, ostentata, non riesce a dimenticare il suo passato, le sue colpe e gli errori che ha commesso.
Sicuramente ci saranno dei nuovi capitoli sul suo personaggio e avremmo altro da leggere su di lei.
Non posso che non riconoscere lo stile inconfondibile della Läckberg, che sicuramente riesce sempre a coinvolgere il lettore e devo anche dire che questo thriller è, a mio avviso, migliore del primo, è più appassionante e coinvolgente.
Continuo, però, a preferisce la serie sui delitti di Fjällbacka a cui sono molto affezionata.