Al buio
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UN AUTORE INGLESE DA NON PERDERE D'OCCHIO
Peter James... Devo dire la verità, sono rimasto alquanto sorpreso nell'apprendere che questo autore era ancora assente dal database del nostro forum: trattasi di un giallista inglese che ha venduto una caterva di copie e le cui opere assommano ormai a un buon numero. Il che non significa niente visto che di libri mediocri che hanno venduto un sacco è piena la storia della letteratura come anche, ne sono convinto, esistono capolavori che, privi di visibilità, sono rimasti sconosciuti. Però il fatto è che se si legge un libro di questo noto scrittore ci si rende conto che è davvero bravo: è vero, il fatto di scrivere in inglese agevola la carriera ( vogliamo mettere il bacino di utenza di un anglofono rispetto ad un italiano? ) ma Peter James ci sa fare.
Questo "Al buio"è la prima storia che vede come protagonista Roy Grace, sovrintendente investigativo di Brighton nonché personaggio divenuto poi di grande successo: la prima sensazione che ho provato cimentandomi con questo libro è stata una tremenda sensazione di claustrofobia, come si può facilmente capire leggendo la trama preparata dalla redazione di Qlibri.
Infatti, Michael Harrison viene sepolto vivo per scherzo ( wow, che simpatici i suoi amici e che buon gusto! ) ma lo scherzo si tramuta presto in ben altro visto che gli amici muoiono in un incidente stradale prima di poter porre fine alla macabra messinscena. Piccolo problema: nessun altro è al corrente dello scherzo... Ebbene sì, leggendo le descrizioni delle ore trascorse da Michael sotto terra a me mancava letteralmente il fiato, tant'è che ogni tanto dovevo chiudere il libro e rilassarmi per allontanare il fastidio che mi veniva dall'immedesimazione in Michael. Terribile!
La storia si sviluppa poi in modo appassionante grazie all'ingegno di Peter James, che si concretizza in una trama avvincente, priva di invenzioni esagerate e dotata di colpi di scena davvero pregevoli. I personaggi sono centrati, non solo Roy Grace ma anche il suo compare Glenn Branson, la responsabile dell'obitorio Cleo Moray e così via.
E poi c'è la location, inconsueta, di Brighton: abituati come siamo a Londra è una piacevole sorpresa scoprire ambientazioni un po' più originali del solito e, tuttavia, perfettamente credibili.
Cosa aggiungere se non che il miglior consiglio che posso dare è quello di dare fiducia a questo libro? Vedrete che chi leggerà questo poi vorrà procurarsi subito anche il successivo, ovvero "In rete".
Un'ultima riflessione, che è poi sempre la prima: ma qualcuno mi sa spiegare perché il mondo dell'editoria è pieno di autori favolosi misconosciuti e di scrittori sopravvalutati che vendono libri a tonnellate? E' davvero così efficace l'opera di persuasione del marketing? Purtroppo sì!