Aiuto, Poirot!
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Poirot 1 : Giraud 0 (Hastings Zerissimo)
Durante il mese di ottobre mi ero ripromessa di concentrarmi sui libri a tema vampirismo, in vista di Halloween, quindi ci si potrebbe chiedere cosa ci faccia qui in mezzo un romanzo della cara Agatha. Purtroppo il mio primo tentativo di lettura vampiresca (aka "I dodici" di Jasper Kent) non è stato propriamente un successo, e quando mi sento un po' arenata con gli altri romanzi i suoi mystery brevi e sempre intelligenti mi sembrano il perfetto toccasana per motivarmi anche con le letture successive. E ancora una volta la prosa di Christie sembra essere riuscita a riattizzare la mia voglia di leggere, per merito di "Aiuto, Poirot!".
Il secondo romanzo con protagonista il detective belga ci presenta un mistero d'oltremanica: Poirot viene convocato a Villa Geneviève, nella località di villeggiatura Merlinville-sur-Mer, dove il padrone di casa Paul Renauld si sente minacciato a causa di un presunto segreto del quale è depositario. Allettato dal primo caso degno di nota dopo settimane passate a ritrovare cagnolini di danarose nobildonne, Hercule Poirot parte subito per l'Alta Francia con il capitano Arthur Hastings, che anche in questo libro sarà la nostra voce narrante; purtroppo però sembra essere ormai tardi per salvare il loro committente.
Come al solito, mi sono genuinamente sforzata di indovinare l'identità del colpevole, ma fino all'ultimo la cara Agatha è riuscita a tenermi con il fiato sospeso, cambiando le carte in tavola finché il quadro non è stato perfetto in ogni minimo indizio. Raramente mi sono imbattuta in un mystery così ricco di prove contraddittorie e potenziali sospetti: ricostruire la verità penso sia praticamente impossibile, e forse proprio per questo la conclusione risulta così verosimile e soddisfacente.
Oltre alla bellezza dell'intreccio in sé, questo romanzo riesce anche a divertire, sia per il continuo atteggiamento da donnaiolo di Hastings -sempre pronto a fare il cascamorto con ogni bella donna compaia in scena, e altrettanto pronto ad essere smontato nelle sue avances- sia per la faida tra Poirot e Giraud: Christie sfrutta i loro atteggiamenti opposti nei confronti del metodo d'indagine per creare dei simpatici siparietti, mettendo puntualmente in ridicolo la sbruffonaggine del detective della Sûreté di Parigi.
Il solo neo in un romanzo più che godibile è l'assenza di un livello di lettura più profondo, perché oltre alla bellezza del giallo da dipanare non c'è molto da analizzare; anche per quanto riguarda le motivazioni dietro al delitto (senza fare spoiler!) non abbiamo nulla di particolarmente originale o complesso sul piano emotivo. Per quanto riguarda la mia copia, purtroppo mi trovo con una vecchia edizione nella quale mancano tanti segni grafici nei dialoghi, ma spero che nelle recenti ristampe questo problema sia stato risolto senza troppe difficoltà.
Da ultimo, voglio darvi un consiglio: se volete leggere questo romanzo vi suggerisco di recuperare prima "Poirot a Styles Court", nel caso vi interessi anche quel titolo, perché potreste incappare in un paio di spoiler minori.
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Omicidio in fotocopia
Merlinville-sur-Mer, non lontano da Calais: è da lì che parte l’epistolare grido d’aiuto del signor Renauld, intenzionato ad assumere Hercule Poirot in vista di un incombente pericolo. Troppo tardi. Quando l’investigatore belga arriva nella località francese, il facoltoso cliente è già morto, pugnalato alla schiena.
Inizia così la seconda avventura del personaggio più celebre di Agatha Christie, il quale, dopo il bell’esordio in “Poirot a Styles Court”, viene ancor meglio definito nelle sue manie ed abilità: ordine, metodo, utilizzo delle “cellule grigie” e attenzione alla psicologia (degli indiziati) e alla logica (degli elementi indiziari).
A Villa Genevieve, Hercule Poirot non trova soltanto un cadavere ma, in un breve raggio di chilometri, tutta una serie di persone che hanno avuto a che fare con la vittima, anche in tempi meno recenti.
Sono tre le componenti che ravvivano questo giallo della Christie:
- come è proprio dei primi romanzi dedicati a monsieur Poirot, la narrazione è fatta in prima persona dall’amico Hastings, il capitano britannico che – volitivo quanto si vuole – fa però dell’ordinarietà la sua caratteristica principale: un escamotage che consente all’autrice di sottolineare per contrasto tutte le doti e le piccole manie del suo investigatore;
- in “Aiuto, Poirot!”, quest’aspetto è ancor più accentuato dalla presenza di un “concorrente” francese, l’ispettore Giraud, che – con un modo di procedere del tutto opposto a quello del protagonista – si diletta nel seguire maniacalmente le tracce ed esaminare in lungo e in largo i luoghi dei fatti. Quella tra Poirot e Giraud diventa una vera e propria sfida di metodi investigativi;
- infine, come capita a volte nelle avventure di Hercule Poirot, “l’amour”: un elemento che serve spesso ad arricchire la psicologie di taluni personaggi e che, in questo caso, moltiplica gli intrecci secondari della storia.
Tuttavia, specie verso gli ultimi capitoli, quest’ultimo elemento straborda, portando con sé una serie di colpi di scena fin troppo pirotecnici: il risultato è sì di ricavare più azione ma, forse, anche di rendere gli ultimi sviluppi della vicenda meno credibili.
Insomma, questa seconda avventura di Poirot è gialla come al solito ma anche un po’ rosa… Per gli appassionati della Christie, in ogni caso, un libro da non mancare.
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La purezza del giallo
Neppure duecento pagine per narrare il lavoro svolto, oltre Manica, dalle “celluline grigie” dell'investigatore belga più noto al mondo e del suo fido amico Hastings. Un intricato caso di investigazione, in cui, Poirot, viene chiamato ad indagare da una lettera inviata dal morto stesso e si ritrova a duellare con investigatori francesi che “usano metodi differenti”. Una battaglia tra francofoni a colpi di prove e deduzioni, dove la logica la fa da padrone e, ovviamente, il suo massimo sostenitore, diviene, fin da subito, il dominatore delle scene, adocchiando minimi particolari e trionfando sugli altri.
La Christie sorprende e affascina con questo giallo dalla sceneggiatura classica, dove si ritrovano i suoi elementi basilari: l'ambiente chiuso e apparente inviolabile, l'eredità contesa, l'intreccio amoroso celato in apparenza e disparati qui pro quo. Su queste basi, dà prova della sua maestria, tirando fuori colpi di scena pagina dopo pagina con la stessa abilità con cui i maghi fanno comparire i conigli dai cappelli e addolcendo le vicende con scene di amor cortese.
Il ritmo del romanzo è serrato, in alcuni punti è talmente eccessivo da lasciare interdetti, ma rimane immutato il piacere della lettura visto che, come nel romanzo stesso si afferma, “l’ordine sorge dalla confusione“. Offusca gli altri personaggi il nostro Poirot, il suo carisma prorompe e colui che, dell'egocentrismo smodato ne ha fatto virtù, è caratterizzato ancora dalle sue peculiarità, come l'eccessiva precisione, ed esaltato, in questo romanzo, dalla presenza di Hastings, cruciale spalla e narratore delle vicende.
In poche parole: l'essenza del giallo in un classico d'annata.