Agent 6
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AGENT 6
Dopo aver letto "Bambino 44" ed "Il Rapporto Segreto" rispettivamente "molto bello" e "piacevole" mi sono cimentata nella lettura del capitolo conclusivo della saga della vita di Leo Demidov. Purtroppo, nonostante l'autore resti secondo me molto bravo a costruire storie ed intrecci ben radicati nella situazione socio politica della seconda metà del novecento, sono rimasta delusa dalla superficialità e dalla scarsa credibilità di alcuni eventi narrati.
La famiglia di Leo parte, all'inizio del racconto, per New York dove si consuma una tragedia che peserà sul resto della vita del protagonista. Leo viene confinato in Afganistan come consulente del governo sovietico che tenta, nell'ambito della guerra fredda, l'invasione del paese.
Fra colpi di scena, specchio di un'epoca che sta cambiando, e complicati intrecci politici, l'ex agente del KGB tenterà con ogni mezzo di salvare, ancora una volta, la sua famiglia sempre piu' stretta nelle trame di uno Stato che non vuole lasciarlo libero.
Concludendo, consiglierei sicuramente il libro a chi ha lasciato Leo Demidov al termine de "Il Rapporto Segreto". Assolutamente sconsigliato a chi si approccia per la prima volta a questo autore che ha scritto, davvero, in maniera molto piu' coinvolgente ed appassionante.
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URSS - Afganistan - USA
Eccomi alle prese con un sequel di un libro che mi ha stupito ossia ‘Bambino 44’, un libro conclusivo di una saga che ha visto come protagonista l’agente sovietico Leo Demidov . La storia si sviluppa in un arco di tempo che va da metà anni 60’ a metà anni 80’: ritrovo il ns agente come ex agente. .. con la moglie e le due figlie adottate che svolge una vita apparentemente normale nella URSS comunista: più impegnata nel Regime è la moglie che ora è una insegnante importante, la quale riceve un’importante incarico ‘diplomatico’ negli Stai Uniti. Il ns Leo ora ‘imprenditore’ intuisce la pericolosità dell’iniziativa anche perché vi parteciperanno le figlie: si intuisce subito che sotto la facciata di un’incontro tra studenti dei due paesi nel periodo della Guerra Fredda si nascondono ben più subdole intenzioni di regime. Tom Rob Smith introduce nella storia anche un altro regime, quello americano, che in quegli anni reprime pesantemente chi ha pensieri ‘comunisti’ in maniera inaspettata, violenta: durante questo incontro viene ucciso un cantante di colore americano filo comunista ma soprattutto la moglie adorata del ns Leo e viene coinvolta anche una figlia. Compare il misterioso Agent 6… insomma la storia insegna che ci sono cattivi anche tra i buoni… Qui la storia si evolve in maniera inaspettata, Leo cercherà la vendetta tornado a fare l’agente segreto, vuole andare negli States per capire cosa è successo, non ci riesce e preso dalla disperazione si ritrova in Afganistan, oramai vecchiotto e drogato di oppio… Percorso tortuoso, sappiate che il ns eroe ritroverà se stesso, salverà altre vite.. fino a disertare per finalmente arrivare in USA… Qui finalmente troverà la pace scoprendo finalmente Agent 6 e trovando la sua vendetta morale e una fine adeguata alla sua vita fin troppo movimentata. Forse le aspettative dopo Bambino 44 erano troppo alte: la storia ha troppi salti temporali, troppo forzature, troppe guerre, troppi agenti… Certo non manca l’azione e alcune pagine della vita Afgana sono anche molto belle, ma il libro nel suo insieme non convince appieno: anche alcune descrizioni dei personaggi (es il cantante filo comunista) appaiono fin troppo dettagliate, quasi noiose. Secondo il mio modesto parere salverei solo il capitolo afgano. Anche le ripercussioni politiche che nel libro precende si nascondevano tra le righe, non scompaiono ma si affievoliscono di molto: i russi restano molto cattivi, gli afgani quasi buoni, gli americani buoni ma... con tanti, troppi segreti. Da consigliare solo per concludere la saga di chi ha amato Bambino 44. Buona lettura!
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un libro "conlusivo "
come dal titolo l'unica utilità di questo libro è concludere la storia di Leo Demidov e non lasciare punti oscuri, dubbi , finali aperti. Aspettandomi un libro al pari dei precedenti due sono rimasto deluso: la narrazione a volte appare superficiale, molti punti chiave vengono tralasciati o descritti troppo brevemente; Salti temporali, cambi di località geografica e situazioni improbabili rendono il libro un po' frettoloso e confuso. Nonostante tutto lo stile narrativo rimane nel complesso invariato e si riconosce sempre lo stile caratteristico dell'autore. Sul punto di vista emozionale e psicologico il protagonista subisce una netta involuzione in contrasto con il finale del secondo libro dove si raggiunge il picco massimo di crescita e stabilità del protagonista. In definitiva un libro inferiore ai precedenti ma con un livello di suspance ed una serie di colpi di scena sufficienti a consigliarne la lettura.