9 giorni
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Thriller visto da un'altra angolazione
Rachel. madre divorziata, che accetta con qualche difficoltà questo suo status porta il figlio e il cane a fare una gita domenicale. Lascia che il piccolo Ben la preceda qualche metro per raggiungere l'altalena. E... non lo trova più. Da qui partono le ricerche, dapprima aiutata dagli altri escursionisti, poi dalla polizia. Parte anche il circo mediatico, con la televisione, ma soprattutto i social che trovano subito il mostro da inseguire con le torce infuocate. Si tratta della madre, che travolta dall'angoscia non segue i consigli degli esperti e mostra al mondo tutto il dolore che la sta straziando.
Giallo scritto in modo originale, perchè si svolge alternando i racconti della madre e quelli di uno degli investigatri. I due ci danno un quadro delle indagini e dei personaggi che che le svolgono, ma ci raccontano soprattutto gli stati d'animo dei due protagonisti. Le paure di trovare il bambino troppo tardi, le delusioni, i sospetti inconfessati. Di questo volume mi è piaciuto lo stile, la capacità di entrare dentro la testa delle persone e l'originalità nel modo di strutturarlo. Inoltre è molto attuale la scelta di dare un posto di rilievo ai social, che hanno decisamente modificato il concetto di informazione. Perchè ho dato solo due alla trama? Perchè un finale del genere io l'ho già visto in qualche telefilm, che non era la trasposizione cinematografica di questo romanzo. Inoltre trovo che per definirlo un thriller avrebbe dovuto esserci qualche brivido in più e forse la soluzione finale avrebbe dovuto esere meno fortuita.
Rimane comunque un libro che ho letto con piacere e un buon esordio per una neoscrittrice.
Indicazioni utili
ALLA RICERCA DI BEN
Il thriller è un genere che amo e che leggo spesso, questo in particolare mi ha coinvolto molto e appassionato,l'inizio per me è stato un po' duro ma dopo due/tre capitoli la storia mi ha catturato e mi ha tenuto sulle spine fino alla fine.
I capitoli si alternano con due voci narranti quella di Rachel, la madre di Ben il bambino scomparso, e l'ispettore addetto alle indagini Jim, questo alternarsi non annoia il lettore, quello che intriga di questo romanzo è l'analisi psicologica dei personaggi che prevale rispetto alla vera e propria azione che è la caratteristica principale di un thriller.
L’autrice ha scavato a fondo nella loro psicologia facendoceli conoscere a tutto tondo, raccontandoci anche il loro passato, le loro gioia e i loro dolori.
Rachel, la possiamo definire la co-protagonistache viene vista da tutti come una madre sconsiderata, che non badava alla salute del figlio, viene anche accusata di essere stata lei a fare del male al suo bambino; come poi succede anche oggi, i blog, i giornali, i talk-show contribuiscono moltissimo a creare l'immagine di una persona anche se poi questa non è reale ma frutto solo dell'opinione che le persone si fanno.
Rachel è una donna forte e fragile, naturalmente nessuno nasce imparato e il ruolo di madre single di sicuro non è facile ma quello che traspare da subito al lettore è che lei ama moltissimo suo figlio e che farebbe di tutto per riaverlo con se. Almeno così è sembrato a me.
Rachel si è separato dal padre di suo figlio John, che nel frattempo si è risposato, ho apprezzato molto che i due non si facciano "la guerra" quando il loro bambino scompare, non si sono mai detti una parola offensiva o di accusa ma anzi cercano di aiutarsi a vicenda.
Oltre a questo ho notato che la squadra di polizia con a capo Jim Clemo, ma anche lo stesso ispettore, un po' si perdessero nelle loro questioni personali più che pensare alla salute del bambino, in alcuni momenti ho percepito che addirittura se ne fregassero del rapimento e di ritrovare Ben.
L'ispettore Clemo non ha gestito al meglio il caso perdendo tempo e incaponendosi troppo su alcune sue convinzioni personali, invece che analizzare dei dettagli che gli sono sfuggiti, ha seguito molto volte il cuore piuttosto che la testa e questo poteva essere fatale per Ben.
L'accanimento che le persone hanno verso un caso di cronaca alimentato molte volte anche dalla stampa e dai mass media, è veramente preoccupante e l'idea che poi noi ci facciamo di un accusato/sospettato spesso è diversa dalla realtà.
Così le persone stesse tendono a fare delle ipotesi su quello che può essere successo e chi può essere il colpevole, causando così un effetto devastante che può portare a farci una brutta opinione su una persona.
Devo dire che anche la stessa squadra che svolge le indagini deve rimanere attenta alle informazioni che possono uscire dall'ufficio e che possono fare notizia, data l’invadenza della stampa e della televisione.
La tensione rimane molto alta durante tutto il romanzo, si snodano durante la narrazione molti punti oscuri che ogni personaggio racchiude in se, alcune volte devianti per il lettore ma funzionali per la storia.
Un romanzo che ho trovato molto attuale, un ottimo thriller che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine, in attesa e in ansia per le sorti del piccolo Ben.
Consigliato!
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un thriller poco adrenalinico
Ho iniziato questa lettura spinta dalla curiosità di scoprire di più sul rapimento che viene menzionato nella trama. Anche la cover, abbastanza inquietante, ha avuto un ruolo fondamentale nel convincermi ad acquistare 9 Giorni. Così avevo riposto molte aspettative su questo libro e mi dispiace che non mi abbia convinta al massimo. E' un buon thriller, ma poteva essere sviluppato sicuramente meglio.
La storia, raccontata dopo un anno dagli avvenimenti, si alterna tra due narratori interni: Rachel, madre di Ben il bimbo scomparso e James Clemo, ispettore detective. Entrambi, per motivi diversi, sono sconvolti da questa sparizione. Il lettore percepisce distintamente le emozioni dei due protagonisti, le loro paure, l'ansia e la speranza che Ben possa essere ancora vivo.
Difficilmente nei thriller l'attenzione si focalizza sui parenti delle vittime, a meno che essi non partecipino direttamente alle indagini. Ma in questo caso Rachel viene messa in primo piano e così possiamo conoscere il suo dolore. Il dolore di una madre che non sa che fine abbia fatto il figlio.
Dall'altro lato però grazie a James conosciamo anche ciò che sta facendo la polizia per ritrovare il bambino, quindi siamo continuamente aggiornati sugli sviluppi, prima che la stessa Rachel ne venga a conoscenza.
Oltre ai due protagonisti, ci vengono presentati anche dei personaggi secondari che avranno ruoli anche piuttosto importanti ai fini della storia.
9 Giorni è per certi versi un thriller originale. Raccontato a mo' di diario lascia poco spazio ai colpi di scena e alla suspense. O almeno quei pochi colpi di scena a me non sono sembrati molto sorprendenti, quasi me li aspettavo. Altro punto a sfavore è la quasi totale assenza di azione, per gran parte del libro la storia rimane statica, senza che succeda nulla di troppo sconvolgente, cosa che mi ha lasciata amareggiata. Mi aspettavo un romanzo adrenalinico, che lascia il lettore con il fiato sospeso e invece nulla di tutto questo, se non proprio alla fine quando si scopre l'identità del colpevole. Lì almeno ho trovato un bel colpo di scena, abbastanza inaspettato devo ammettere.
Il romanzo si concentra insomma più sulle emozioni dei protagonisti, che su quelle da suscitare nel lettore. E' vero che qualcosa me l'ha trasmessa, per lo più la tristezza di vedere come soffre la madre, ma non è ciò che ci si aspetterebbe da un thriller.
E' stata comunque una bella lettura, ma non il massimo. Quindi credo che questo libro possa piacere a chi non legge molti thriller, chi invece come me è un appassionato del genere e ne legge tanti penso possa rimanerne deluso.