Until I die. Revenants
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Superpluo. Non eccelso. Di passaggio.
Dopo aver appreso che Vincent è un revenent la vita di Kate è inevitabilmente cambiata. Non ha ancora il coraggio di accettarlo per quello che è – tanto che l’intero romanzo ruota attorno alla ricerca di un mezzo per il giovane di non provare il desiderio di sacrificarsi per gli altri, dettaglio che di poi gli risulterà essere fatale – ma al tempo stesso non può vivere senza di lui.
Charlotte e Charles vengono allontanati provvisoriamente dalla Maison onde garantire al secondo il tempo necessario per riprendersi dopo la brutta avventura conosciuta nel primo capitolo della saga, e nel mentre la nostra umana inizia i suoi allenamenti con Gaspard e conosce Violette e Arthur, due “antichi” noti sulla scena dei “non morti” particolarmente preziosi per le loro conoscenze. Sono personalità di grande spicco e ricchezza nell’universo parallelo creato da Amy Plum, il lettore però verso queste due nuove figure non può non provare sospetto, non riuscendo infatti a fidarsi completamente.
Interessanti sono le ricerche storiche della protagonista che riescono, almeno in parte, ad appagare la curiosità di chi vi si approccia spingendolo ad andare avanti.
Il romanzo infatti non è particolarmente impegnativo da leggere, anzi, la storia è rapida e si conclude senza troppa difficoltà, il problema è che non spiccano esaustivi elementi di originalità tanto che più volte viene spontaneo domandarsi se vale la pena andare avanti. Chi di norma fa della lettura una sua grande compagna nonché compagnia da anni non può che provare un moto di stizza verso questi, poiché li prevede, comprende immediatamente chi è il “cattivo” di turno e perfino cosa sta architettando tanto che arriva a chiedersi come sia possibile che una giovane moderna come Kate non si renda conto che non è il caso di fidarsi bensì che è forse il momento di stare all’erta.
In questo capitolo viene dato spazio ai co-protagonisti e questo è gradevole, Kate invece è priva di un’evoluzione, resta la classica signorina paurosa, incapace di gestire il cambiamento, sempre bisognosa di affetto e Vincent dipendente. Non che sia sbagliato ma magari l’autrice avrebbe potuto fare qualche taglio, indurla a crescere. Anche la richiesta che fa al suo amato è prova di quanto ancora sia immatura, non può cambiare quello che l’altro è.
Stilisticamente l’elaborato è fluente e piacevole. E’ uno scritto ottimo per chi ama i fantasy, per chi è alle prime armi con la lettura e per chi cerca un romanzo d’evasione. Lo ritengo un testo di passaggio, necessario tra il primo e il terzo ma al tempo stesso non indispensabile.
Indicazioni utili
- sì
- no
no = a chi cerca fantasy di spessore nonché elaborati di carattere.