Tredici lame
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MacGuffin a profusione
Volume conclusivo della serie ideale formata dalle storie companion de La Prima Legge, come suggerisce il titolo scelto per la pubblicazione in Italia "Tredici lame" è un'antologia composta da treducu racconti, la maggior parte pubblicati in precedenza su riviste dedicate al fantasy ed edizioni speciali mentre una manciata sono storie nuove, scritte proprio in occasione della pubblicazione di questa raccolta.
Le tredici narrazioni coprono un periodo di oltre venticinque anni nella Storia del Mondo Circolare, partendo così da ben prima della prima, iconica scena de "Il richiamo delle spade" ed arrivando ad un paio di anni dopo la conclusione delle avventure di Shy e Tempio in "Red Country". Le storie si concentrano soprattutto su una quantità di caratteri già ben conosciuti dai fan di questo universo fantastico, come Sand dan Glokta, Monzcarro "Monza" Murcatto e Curden lo Strozzato, ma cinque storie vanno a strutturare una narrazione ad episodi incentrata sui personaggi inediti di Shevedieh "Shev" ul Kanan mut Mayr, Carcolf e Javre, conosciuta come la Leonessa di Hoskopp.
La scelta di creare una storia vera e propria anche in questo contesto mi è piaciuta parecchio, e nonostante Shev e Javre difficilmente rientreranno tra i miei personaggi preferiti di Abercrombie, le ho trovate comunque interessanti e ben sfruttate all'interno di una narrazione più ampia. Per contro le storie dedicate a personaggi noti hanno più un effetto di riempitivo -per mostrare qualche piccolo retroscena o illustrare in modo più dettagliato degli episodi ai quali si era soltanto accennato nei romanzi principali-, con qualche significativa eccezione.
È il caso dei superbi "Nel posto sbagliato al momento sbagliato" e "Tempi duri dappertutto", nei quali si compongono delle microstorie ricche di (crudele) ironia con caratteri che risultano immediatamente carismatici. Ho apprezzato altrettanto "Ieri, nei pressi di un villaggio chiamato Barden...", per il modo in cui il lettore viene rimbalzato da un punto di vista all'altro: ricorda molto l'eccellente tecnica utilizzata dall'autore in "The Heroes" per descrivere una battaglia da molteplici prospettive. Tra i miei preferiti devo includere per forza anche "Libertà!", che troverete a dir poco esilarante se come me avete letto da poco tempo "Red Country".
La prosa sempre ironica ed esasperata di Abercrombie conferisce un tono tagliente alle storie, che per questo si dimostrano incisive a dispetto della loro brevità. Conoscendo già le ambientazioni e quasi tutti i personaggi, ho trovato inoltre divertente scoprire alcuni piccoli dettagli delle loro avventure principali. Ovviamente, se non si è letto nessun volume di questo universo narrativo, questi racconti risulteranno insulsi nel migliore del casi e del tutto incomprensibili nel peggiore; e questo nonostante alcune possano essere considerate a tutti gli effetti delle storie prequel.
Purtroppo i motivi per cui lo stile del caro Joe è tanto apprezzato, risultano essere anche i suoi maggiori punti deboli, perché a tanti non andranno giù le sue continue esagerazioni, sia nei dialoghi che nei gesti compiuti dai personaggi. Un dettaglio che mi ha lasciato perplessa invece è la decisione di inserire "Creare un mostro" come ultimo raccolto, mentre fino a quel momento si è seguito un chiaro ordine cronologico.
Il grande limite di quest'antologia, o meglio di questa specifica edizione, è rappresentato dalla sua traduzione. Non soltanto sono state cambiate espressioni storiche come Uomini del Nord qui adattato come Nordici, ma alcuni nomi sono stati tradotti in modo diverso oppure non tradotti affatto, e questo crea non poca confusione. A coronare questo disastro abbiamo la presenza di molti refusi, che in più punti riguardano un singola pagina; penso occorra un particolare talento per sbagliare in maniera tanto evidente.