Narrativa straniera Fantasy The fate of the tearling
 

The fate of the tearling The fate of the tearling

The fate of the tearling

Letteratura straniera

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In meno di un anno Kelsea Glynn, dall'adolescente impacciata che era, è diventata una sovrana sicura di sé. Mentre maturava nel suo ruolo di regina del Tearling, questa giovane testarda e lungimirante ha trasformato il regno intero. Nel suo tentativo di eliminare corruzione e vessazioni e riportare giustizia si è fatta numerosi nemici, in patria e nei territori confinanti: il più terribile di tutti è la Regina Rossa, che non si è fatta scrupolo di rivolgere il suo esercito contro il Tearling. Per proteggere la sua gente da un'invasione devastante, Kelsea ha compiuto una scelta incredibile: si è consegnata coi suoi zaffiri magici al nemico, lasciando il trono a Mazza Chiodata, fidato comandante della sua guardia personale, cui ha affidato il ruolo di reggente. Questi, però, non ha alcuna intenzione di arrendersi fino a quando non sarà riuscito a salvare coi suoi uomini la regina, ora prigioniera nel Mortmesne. Qui inizia il capitolo finale, nel quale il destino della regina Kelsea e dell'intero Tearling saranno finalmente rivelati!



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The fate of the tearling 2019-08-31 16:24:49 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    31 Agosto, 2019
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Ma... mi manca una pagina? Finisce così?!?

“The Fate of the Tearling” di Erika Johansen è il terzo ed ultimo capitolo di questa serie che ripresenta molti dei difetti riscontrati negli volumi precedenti, aggiungendone purtroppo di nuovi.
Innanzitutto, sebbene la storia riprenda precisamente dal finale di “The Invasion of the Tearling”, all'inizio l'autrice piazza un prologo del tutto sconclusionato che si rivela essere un enorme infodump. Tra una contraddizione e un nonsense, la trama scorre comunque abbastanza bene fino all'ultima parte, quando l'autrice piazza una conclusione a dir poco forzata che non solo non da risposta a molte domande, ma anzi cancella del tutto il percorso fatto dai personaggi in tre volumi!
Alcune scelte narrative sfiorano poi il ridicolo, come gli eventi collegati al Nido -prima temutissimo e segreto, ora noto a tutti e facilmente debellabile- o il passo indietro quando Javel assiste all'arrivo di Kelsea a Demesne, mentre poco prima veniva detto che lei era già rinchiusa nelle segrete. Non ho apprezzato troppo neanche gli spunti presi da altri franchisee di successo, come il personaggio di Aisa copiato da Arya Stark, i bambini vampirizzati di The Strain o il dialogo tra William e una Kelsea in punto di morte... chi ha detto Silente ed Harry?
Per quanto riguarda l'edizione, dovrei poi fare le mie scuse a Matteo Strukul, che incolpavo per i refusi dei primi due libri; qui ci sono due nuovi revisori, ma gli errori non mancano di certo soprattutto nei nomi propri dei personaggi, per non parlare delle ripetizioni, sia dei concetti (colpa dell'autrice) sia delle singole parole (colpa del traduttore).


Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i cinque motivi per i quali consiglio questa serie e i cinque per i quali invece lo sconsiglio.

PRO

1. PERSONAGGI GRIGI
Questo è un aspetto che si arriva a conoscere e comprendere meglio nel secondo, ma soprattutto nel terzo libro. I personaggi che l'autrice delinea non sono mai totalmente buoni o malvagi, anzi molti degli errori più clamorosi vengono compiuti da quelli che dovrebbero essere gli eroi della storia.
Vediamo ad esempio William Tear rimpiangere la sua poca lungimiranza prima di affrontare il Passaggio, o Kelsea ripensare sovente alle persone che per vari motivi è stata costretta ad uccidere, chiedendosi se non avrebbe fatto meglio a comportarsi diversamente.
D'altro canto, l'autrice riesce a caratterizzare gli antagonisti in modo da far empatizzare il lettore con loro, rendendone le motivazioni anche condivisibili. In particolare si capisce come la Regina Rossa e Row fossero mossi unicamente dal desiderio di essere riconosciuti ed amati dai rispettivi genitori, e proprio il rifiuto di questi ultimi ne abbia innescato la discesa nella malvagità.

2. MAZZA CHIODATA E ARLISS
Questi due personaggi si meriterebbero una storia a parte! Qui si va perfino oltre il concetto di grigiore per approdare a dei personaggi tridimensionali e realistici, entrambi segnati da una vita passata tra persone della peggiore risma, che non sono comunque riuscite a spegnerne il carisma innato.
Arliss rimane un po' in disparte rispetto ad resto del cast, ma le sue battute sono incredibilmente astute e sagaci, ed in parte il suo personaggio evolve in una persona che, pur continuando a curare i propri interessi, impara anche ad occuparsi dei bisogni della collettività.
Mazza Chiodata è indubbiamente il personaggio meglio descritto in questa trilogia, caratterizzato da un'incrollabile lealtà ai propri giuramenti e da un desiderio di migliorarsi sempre, come si vede sia quando chiede a padre Tyler di insegnargli a leggere, sia con la distruzione del Nido come primo atto della sua reggenza.

3. LA STORIA DI LILY
Le visioni di Kelsea che mostrano al lettore il passato e la storia di Lily hanno decisamente “salvato” il secondo libro. Questa parte della trama è molto più adrenalinica e coinvolgente di quella nel presente, forse perché più vicina alla nostra realtà.
Assieme a Lily conosciamo il volto di una distopia basata sul controllo -dato dalla tecnologia- e sulla netta divisione tra ricchi e poveri, con i primi che sono forse più limitati dei secondi perché prigionieri nelle loro città dorate.
Molte scene della storia di Lily sono estremamente violente, quasi agghiaccianti, e proprio questa è la loro forza: mettere il lettore di fronte ad un potenziale futuro come questo ne smuove indubbiamente la coscienza!

4. AMORE? NO, GRAZIE!
Nella trilogia ci sono moltissimi rapporti tra i personaggi, da quello padre-figlia di Mazza Chiodata e Kelsea, a quello di amicizia tra Tyler e Seth, per arrivare a relazioni dettate dalla fedeltà verso un leader.
Manca però l'amore! Nonostante ci vengano presentate alcune coppie o potenziali tali, di amore romantico se ne vede ben poco; anche nel caso di William e Lily, non assistiamo al loro innamoramento ma li troviamo già genitori di Jonathan.
Nell'infinito mare dei romanzi contemporanei, è stata una gioia inaspettata trovare una storia che rifugge con tanta convinzione il facile cliché del vero amore, presentando invece come normali le relazioni basate sulla mera attrazione fisica tra due personaggi.

5. EDIZIONE
Dal punto di vista estetico questi libri sono meravigliosi, con le pagine che imitano delle antiche pergamene, i segnalibri incorporati e le illustrazioni a colori.
Sembrerà del tutto superficiale, ma ogni lettore nel profondo apprezza questi dettagli e ama sfogliare dei volumi così suggestivi.

CONTRO

1. INTRO DEI CAPITOLI
All'inizio di ogni capitolo viene riportato un estratto da alcuni volumi scritti dagli abitanti del Tearling anni dopo la conclusione della storia. Per quanto riguarda le citazioni di Kelsea, le ho trovate nella migliore delle ipotesi ridicole, mentre i brani tratti dai vari saggi sono scritti in modo del tutto inadeguato e sempre uguali, mentre si presume che gli autori siamo diversi.
Questa scelta presenta inoltre due problemi ben più gravi: innanzitutto, il fatto che padre Tyler abbia trascritto le citazioni di Kelsea è uno spoiler, perché lascia intendere che entrambi siano sopravvissuti e quindi i libri che stiamo leggendo altro non sono se non una cronaca romanzata del regno della protagonista; d'altro lato, il finale del terzo volume riscrive totalmente gli eventi fino alla battaglia contro i bambini vampirizzati, quindi da dove arriverebbero questi libri? da una realtà alternativa in cui Kelsea ha sconfitto Row senza cambiare il passato?

2. GIRL POWER?
In una serie con tanti personaggi femminili forti e determinati, mi ha molto deluso constatare come sia totalmente assente una solidarietà femminile ma anzi le protagoniste trattino spesso con invidia o sufficienza le altre donne, al limite dello slut-shaming.
Ad esempio, in “The Queen of the Tearling” Kelsea fa pensieri come questo:

«Kelsea la [Marguerite] fissò sbigottita. Avrebbe dato tutto per essere affascinante come lei. [...] Aveva già notato che, nelle rare occasioni nelle quali Marguerite lasciava la stanza dei bambini, le guardie la seguivano con lo sguardo. Non si comportavano in maniera volgare né facevano nulla per cui Kelsea potesse riprenderli ma a volte avrebbe voluto schiaffeggiarli urlando: Guardate me! Anch’io valgo qualcosa! [...] Se fossi bella come Marguerite, avrei Fetch ai miei piedi.»

la nostra protagonista sembra però dimenticare che la povera Marguerite per “merito” della sua bellezza era diventata la schiava sessuale di suo zio Thomas e, come le altre donne nel suo harem, era costretta ad abortire ad ogni nuova gravidanza.
Nel passato troviamo invece Lily, pronta a denigrare le sue cosiddette amiche per il loro servilismo nei confronti dei mariti, e Katie che dimostra la superiorità nei confronti delle altre ragazze della Città con riflessioni di questo tipo:

«[La relazione tra Katie e Row] non aveva nulla a che fare con i rapporti che Katie notava tra le sue coetanee, che parevano interessate soltanto ai pettegolezzi e a comportarsi reciprocamente da doppiogiochiste.»

«Sotto all’eccitazione fisica che stava provando, [Katie] sentì un’enorme rabbia crescerle dentro all’idea che Row la considerasse tanto sciocca, che la trattasse alla stregua delle cento altre donne che avevano ceduto alle sue lusinghe.»

3. SISTEMA MAGICO
Se c'era una cosa in cui speravo quando ho iniziato la lettura di “The Fate of the Tearling” erano dei chiarimenti riguardo al sistema magico di questo mondo ma, forse per mancanza di pagine, forse per svogliatezza, la Johansen non ci fornisce nessuna spiegazione!
Non sappiamo se tutti gli zaffiri dell'isola siano magici, né perché funzionano solo con determinate persone, anche se non imparentate con i Tear (con Katie sì, ma con Evelyn che è discendente di William no).
Non sappiamo come Row abbia acquisito tante conoscenze magiche e neppure perché abbia creato un esercito di baby vampiri, quando è evidente che anche gli adulti possono essere trasformati.
Non sappiamo perché solo alcuni bambini abbiano ottenuto dei poteri dal Passaggio e come questi si siamo diffusi tra gli abitanti dell'isola, visto che la maledizione di Katie dovrebbe averli privati della possibilità di procreare.
Potrei continuare per pagine e pagine, ma mi vorrei invece concentrare sull'unico aspetto certo della magia in questo mondo: la sua unica funzione è quella di far avanzare la trama, infatti gli zaffiri si attivano solo nei momenti in cui l'autrice deve togliere dai guai la cara Kelsea e non sa cos'altro inventarsi.

4. NONSENSE
Ci sono moltissime incongruenze nella trilogia, e la maggior parte riguardano la Città fondata da Tear dopo il Passaggio. Cominciamo con qualche numero: una citazione di inizio capitolo ci dice che:

«In tale contesto idillico, la Città crebbe rapidamente; la popolazione crebbe a dismisura, quasi raddoppiando nel giro di una sola generazione dai giorni del Passaggio.»

e solo una pagina dopo, un flash back su Katie ci informa che:

«Prima della nascita di Katie, la colonia aveva passato due anni orribili […]. Erano morte oltre quattrocento persone: quasi un quarto della popolazione.»

Sapendo che nel Nuovo Mondo sono approdate circa duemila persone, poi rimaste in 1600, le quali in una sola generazione sono diventate quattromila, quanto figli deve aver avuto ogni donna? tenendo anche conto che non ci sono medici e diverse donne (Lily, Dorian, la signora Finn) hanno un solo figlio, mentre altre nessuno come Maddy. Quindi in quei primi, difficili anni, la maggior parte delle donne avrà avuto sei o sette bambini ciascuna! Non mi pare molto credibile, specie considerando i rischi collegati al parto e agli eventuali aborti.
Veniamo poi all'isola in cui approdano i coloni. Innanzitutto, se hanno viaggiato indietro nel tempo, dovrebbe essere un'isola reale sulle coste del Nord Africa mentre invece è inventata; poi, com'è possibile che da quei primi abitanti statunitensi e britannici si siano creati in soli trecento anni quattro regni completamente diversi? del Callae non sappiamo quasi nulla, ma il Mortmense ricorda molto la Francia soprattutto per i nomi, mentre il Cadare sembra uno Stato di stampo mediorientale per le sue tradizioni.
Il nonsense imperversa anche nelle informazioni di natura più tecnica, ad esempio vi propongo due estratti dal secondo libro:

«[…] Lily udì i rumori di un litigio seguiti da un rapido ronzio che avrebbe potuto essere il suono di ARMI LASER CON IL SILENZIATORE.»

«-Torce elettriche?
-No, potrebbero captare i nostri SEGNALI TERMICI.»

Se si tratta di armi laser, a cosa dovrebbe servire un silenziatore? E i segnali termici che vengono rilevati saranno quelli dei corpi, non certo delle torce elettriche!
Infine, nelle storie di tanti personaggi secondari ci sono parecchie contraddizioni, ma la più evidente riguarda Arya St... ehm... Aisa: già è ridicolo che venga addestrata come guardia, ma peggio ancora, com'è possibile che i Caden abbiano sentito parlare di lei? non credo che una gilda di assassini professionisti (ridicolo cliché dei fantasy) abbia bisogno di arruolare una ragazzina inesperta. E vogliamo parlare della sua infezione? Perché inserire questo elemento se poi muore in tutt'altro modo?

5. EDIZIONE
Ma l'edizione non era un punto a favore?, vi chiederete. Sì, ma per alcuni aspetti è anche un grande NO!
In tutti e tre i volumi sono presenti un gran numero di refusi, spesso collegati ai nomi dei personaggi o a lettere dimenticate / di troppo; in altri casi la traduzione dello you inglese (che corrisponde sia a tu che a voi) da risultati come questo:

«-Non è necessario: non SEI mai stata capace di nascondermi nulla. Non posso impedirgli di andare e venire come gli pare e piace, ma posso RIPETERVI il mio avvertimento: non CONCEDETEGLI nulla di ciò che chiede, né PERMETTETEGLI di intrufolarsi nei vostri pensieri. È una creatura seducente, lo so ...»

Visto poi che i titoli dei libri sono stati mantenuti in inglese, si poteva fare altrettanto per i titoli di alcuni capitoli di “The Fate of the Tearling”, che sono stati resi tutti come LA TERRA DI TEAR, mentre in originale erano THE TEARLANDS, THE TEAR LAND, THE TEARLAND e THE TEAR'S LAND.
E per concludere, la mappa! Posso capire la scelta di ridisegnarla, ma almeno mantenevi fedeli nelle forme e nelle distanze tra i luoghi. Inoltre, nell'edizione originale, la mappa veniva aggiornata dopo le rivelazioni alla fine del secondo libro, includendo anche il Callae e mostrando l'isola intera mentre la nostra è rimasta sempre uguale, rendendoci quindi impossibile capire che si tratta per l’appunto di un’isola.

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