Sunshine
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Visione diversa del mondo vampiresco
La McKinely propone un punto di vista diverso sul mondo dei vampiri, almeno rispetto le direzioni editoriali degli ultimi anni. Tenendo conto che la prima edizione USA risale al 2003 ha merito di originalità, nonostante sia per l’ambientazione sia per il personaggio principale Rae-Raven-detta anche Sunshine, di primo impatto ricorda la saga di Sookie (True Blood) di Charlaine Harris. Ma solo superficialmente poiché Rae è molto diversa e, malgrado le sue grandi abilità di maga e concessioni vampiresche create nell'evolversi della storia, è una ragazza dalle caratteristiche comuni, in cui il lettore si può facilmente identificare. Non troppo bella (non tanto da essere contesa dal paese intero), discretamente coraggiosa, un po’ introversa, è felice nella sua routine quotidiana e soddisfatta del lavoro nella caffetteria di famiglia in New Arcadia. Ha un normale fidanzato e l’ultima cosa che cerca è un amore di stampo gotico.
Quando tutta la sua vita è completamente stravolta dalla scoperta (o meglio ri-scoperta) di un pesante fardello familiare sovrannaturale, è confusa e disorientata. E ancor di più all'instaurarsi di un legame proibito e di certo non voluto. Perché Constantine, il co-protagonista, non è un adone di fascino né un master in simpatia. La sua razza, i vampiri - gli “Altri”, nel mondo di Rae incarna il male puro, senza le sfumature attrattive che il lato oscuro può esercitare. I vampiri, a iniziare dalle caratteristiche fisiche, sono diversi dagli uomini e non particolarmente belli; sono spietati assassini da tenere alla larga, senza distinzioni. Quella in cui vive Rae è una realtà post-guerra tra esseri sovrannaturali e umani, uno sconvolgimento da cui ancora il mondo si deve riprendere e dove la legge più ferrea è proprio la separazione tra le razze, soprattutto umani-vampiri.
Il legame che s’instaura tra Rae e Constantine è casuale e dovuto a pura necessità di sopravvivenza. Inizialmente nessuno dei due lo desidera e la fatica e le difficoltà ad accettarlo sono tante da ambo le parti, non solo per un qualche risvolto romantico, che non è al centro della storia ed è comunque un tema non molto sviluppato, ma poiché difficile soltanto prenderne in considerazione l’esistenza. Tutto il romanzo s’incentra sull'interiorità di Rae, come la ragazza affronta una situazione per lei impensabile, una diversità ritenuta inconciliabile da una società intera. In che modo vive il cambiamento, prima di tutto dentro di sé. E la responsabilità che essere appieno se stessi comporta. Tutto il resto passa in secondo piano.
Il libro è un viaggio nella mente di Rae, che ci mostra attraverso il suo unico punto di vista il susseguirsi di eventi ; lo stile narrativo usato è la prima persona e rispecchia in pieno la personalità del personaggio: un po’ logorroica. Attraverso la sua vena ironica, la McKinely riesce a dare un’impronta divertente e piacevole alla storia, che è anche uno dei punti maggiori di forza del romanzo. Al tempo stesso, però, è anche una delle sue pecche. Infatti le immagini divertenti e insolite con cui la protagonista descrive fatti e persone sono troppe e a volte un po’ troppo complicate - probabilmente anche di difficile traduzione nella nostra lingua. Susseguendosi nei paragrafi all'interno di una stessa pagina, finiscono col rallentare la fluidità e la scorrevolezza della lettura. In alcuni punti contribuisce a confondere il lettore, soprattutto nei capitoli dove sono date una quantità, di per sé eccessiva, di informazioni importanti sul background in cui è ambientata la storia. In alcuni casi i fatti non sono narrati in modo lineare: anticipa l’evento per poi spiegare l’antefatto e arrivare solo dopo nel vivo dell’azione. Così, se la scelta narrativa stuzzica la curiosità, quando il racconto è continuamente interrotto e frammentato da commenti ironici e personali, l’attenzione invece di mantenersi viva ne è forviata. Anche perché la società proposta è complessa, particolareggiata e interessante.
Il libro è diviso in quattro parti che potevano essere più omogenee nello sviluppo della trama. La prima è particolarmente bella e coinvolgente; si legge in un soffio. Ma per tre quarti della seconda e in alcune altri punti della terza, l’azione è totalmente interrotta per descrivere, sempre e solo attraverso le parole di Rae e in modo un po’ da manuale benché sarcastico, la realtà in cui vive. L’azione è concentrata quasi esclusivamente nei primi e ultimi capitoli. Alcuni sviluppi della storia si perdono un po’, purtroppo, nelle elucubrazioni della protagonista.
Sunshine è un romanzo di base originale e molto interessante, di grande potenziale anche se non sviluppato a pieno. Le critiche ricevute alla sua uscita in Italia (2010), tuttavia, credo siano state suscitate soprattutto dal clamore e dalla pubblicità, per l’ennesima volta, forviante. Non è un paranormal romance per adulti, ma un urban fantasy che ha come tema centrale il percorso interiore di una donna che si trova ad affrontare una parte sconosciuta di sé, costretta a cambiare punto di vista sulla realtà che la circonda e capace di sfruttare l’occasione che le è data, a dispetto dei pregiudizi e delle convenzioni sociali.