Rebel. La nuova alba
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Per sempre
Il Principe Ribelle è stato catturato. Insieme a lui ci sono Delila, la sorella Demdji, Shazad, la giovane aristocratica diventata il suo primo generale, e Rahim, fratello di Amhed e Jinn e ultimo arrivato nel gruppo dei ribelli. La rivolta è piegata, ma non ancora sconfitta ed è Amani a mettersi alla guida di quello che ne rimane. Non Jinn, il Principe Straniero che non ama il Miraji e combatte solo per lei e per suo fratello. Non Hala, la Ragazza D'oro, che lotta affinché a nessun altro accada mai quello che ha subito lei, né Sam, il Ragazzo senza nome, che lotta per se stesso e per la bella Shazad. È Amani a farsi avanti e prendere su di sé il carico del destino del suo paese, la ragazza che un tempo, come Sam, credeva solo in se stessa e seguiva soltanto la propria causa, troppo abituata a essere sola al mondo. Nemmeno il vecchio amico Tamid, nonostante l'affetto che li ha sempre uniti, è mai riuscito a capirla davvero e a darle ciò di cui aveva bisogno, innamorato non della vera Amani, ma di Amani così come l'avrebbe voluta lui.
Il Bandito dagli occhi blu sa che forse stavolta ha intrapreso una missione che va al di là delle sue capacità, sa che ogni errore avrà un prezzo altissimo e che non potrà lasciarsi distrarre neppure da quello che prova per Jinn, uno dei rapporti più emozionanti, sani, equilibrati e meglio trattati in uno young adult. Un amore che non prende mai il sopravvento sulla trama e al tempo stesso ne è una parte essenziale. Ciascuno dei due accetta l'altro e lo ama per quello che è, non gli chiede di cambiare, rispetta sempre le sue decisioni anche quando non le condivide, non scavalca la sua volontà nemmeno se pensa che si stia mettendo in pericolo, accetta il sacrificio che l'altro sceglie di compiere nel nome della causa in cui crede.
Eppure Amani è disposta a mettere in gioco anche questo e a compiere sacrifici che non poteva neanche immaginare quando, all'inizio del primo romanzo, è scappata abbandonando Jinn nel deserto per salvarsi la pelle. A differenza di molti altri, è un personaggio femminile che sa essere "davvero" forte, coraggioso e combattivo senza mai diventare eccessivo, odioso o ridicolo. Ha fatto molta strada da quando ha lasciato la cittadina in cui è nata e ha capito che forse, nonostante tutto, nonostante le perdite e il dolore, il Miraji merita di essere salvato, con il suo deserto pieno di creature mitiche e affascinanti leggende, la sua capitale di cupole dorate, palazzi, vicoli e minareti, e meritano di essere salvati, a qualunque prezzo, gli amici di sempre, ormai diventati una parte indissolubile di lei e anche del lettore, grazie alla straordinaria capacità della Hamilton di costruire i personaggi quasi senza descrizioni, ma semplicemente facendoli muovere, agire, parlare. Tutti in qualche modo indispensabili, tutti, con il loro sacrificio e il loro coraggio, capaci di contribuire davvero alla rivolta, che non poggia sulle spalle del solo Amhed o della sola Amani, ma di tutto il gruppo, che si muove e agisce e combatte come un sol uomo per la stessa causa. Amani "è" il deserto, come dice Jinn, e la libertà del Miraji è anche la "sua" libertà, come donna e come Demdji. Proprio per salvare il Miraji, e Amhed con esso, Amani entra in contatto con i miti più antichi e misteriosi del suo mondo, fatti della sabbia, del sole e del vento del deserto: eroi, mostri, principesse, coraggiose fanciulle, uomini avidi, Djinni, Demdji. E infine saranno i ribelli stessi, vivi e morti, sconfitti o vincitori, a diventare a loro volta leggende scolpite nel tempo come nella pietra. Forse imperfette, perché i secoli passeranno e i dettagli si perderanno con essi, ma continueranno a essere raccontate. Per sempre.
Indicazioni utili
La rivincita dei ribelli
Con “Rebel. Una nuova alba” Alwyn Hamilton conclude quella che è l’avventura di Amani, Jin e tutti gli altri protagonisti che abbiamo imparato a conoscere nello sviluppo della saga. E vi riesce attraverso un romanzo semplice, genuino, con i giusti colpi di scena e susseguirsi di avvenimenti. Il risultato finale è quello di un componimento che riesce a non stonare con quelle che erano state le avventure precedenti, che anzi, vi si conforma avvalorandole, e che per questo ne facilita lo scorrimento. Chi legge, si immedesima nel succedersi dei fatti e non fatica nel conoscerli.
Nello specifico assistiamo al tentativo dei ribelli di liberare il loro Principe nella mitica città di Eremot e partecipiamo, ancora, alla riorganizzazione dello sparuto esercito per attaccare e sconfiggere il Sultano. In particolare, i nostri eroi dovranno trovare un modo per abbattere la cupula-muraglia eretta dai congegni di colei che un tempo era loro alleata, da colei che di fatto li ha traditi. Dispositivo, quest’ultimo, che per poter essere disattivato richiederà il pagamento di un altissimo prezzo.
Non mancheranno altresì, gli sviluppi dal punto di vista sentimentale ed emotivo, nonché quelli relativi ad ogni singolo personaggio che volume dopo volume è stato caratterizzato da una maturazione in crescendo sufficientemente apprezzabile.
Lo stile narrativo non presenta particolari innovazioni confermandosi non propriamente erudito, lineare e non impegnativo e dunque rendendosi adatto alla riscoperta di un pubblico tanto più adulto quanto più giovane.
In conclusione, un degno finale per una trilogia pulita, mai volgare, avvincente, originale, ben scritta, ben caratterizzata tanto come ambientazioni che per soggetti presentati e ben strutturata.