Narrativa straniera Fantasy Rebel. Il tradimento
 

Rebel. Il tradimento Rebel. Il tradimento

Rebel. Il tradimento

Letteratura straniera

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Amani, ormai consapevole dei poteri sovrannaturali ereditati dal padre, si è unita alle forze della resistenza in lotta contro il Sultano. Gli scontri stanno sfuggendo al controllo del principe Ahmed per evolvere verso una guerra che i ribelli non sono ancora pronti a vincere: quando in una remota città del deserto la filosofia della ribellione viene usata per giustificare un massacro, anche tra i seguaci di Ahmed scoppiano i primi profondi contrasti. Segreti e antichi rancori familiari, agguati, tradimenti, un susseguirsi di colpi di scena in un mondo in cui nulla è ciò che sembra: Amani arriverà a chiedersi se davvero il Sultano è un tiranno, come lo dipingono i ribelli, e non invece un sovrano che cerca disperatamente di difendere il paese che ama dall'invasione di un nemico straniero. Un mondo di passioni intense dove i padri sono pronti a uccidere i propri figli, ma anche dove l'amore è ardente come il deserto.



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Rebel. Il tradimento 2024-10-15 15:51:17 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    15 Ottobre, 2024
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La cara Alwyn non perde neppure il pelo

Quando una serie comincia con un titolo debole come "Rebel. Il deserto in fiamme", le mie aspettative rispetto ai seguiti vengono notevolmente ridimensionate, così come l'interesse per la lettura degli stessi. Lasciata passare l'intera estate, mi sono però decisa a proseguire con "Rebel. Il tradimento", un secondo capitolo che conferma in toto i difetti del suo predecessore riuscendo comunque a fare qualche timido passo in avanti.

Dopo un salto temporale di ben sei mesi ritroviamo Amani come membro a pieno titolo della rivolta capeggiata dal cosiddetto Prinicipe Ribelle Ahmed contro lo strapotere del Sultano. Una serie di circostanze porta però la ragazza proprio all'interno dell'harem del sovrano, dal quale tenta di lavorare come spia a favore dei ribelli. Questa missione le permette di ritrovare alcune vecchie conoscenze e di scoprire quali siano i progetti del loro antagonista sul lungo periodo.

A fare da intercalare tra un'avventura e l'altra troviamo dei racconti folkloristici che -sebbene didascalici- risultano molto piacevoli ed in linea con il contesto scelto. Un altro elemento a favore del romanzo che però avrei voluto venisse trattato in maniera meno superficiale è quello delle tematiche; in primis, la violenza domestica e di genere: un po' di sottigliezza avrebbe giovato alla godibilità del contenuto, ma trovo comunque positivo impegnarsi per introdurre un pubblico giovane a determinati argomenti.

Tra i pregi di questo seguito mi sento di includere le nuove ambientazioni che risultano affascinanti ed abbastanza dettagliate, pur privandoci di una buona parte delle creature fantastiche presentate nel primo libro. Questo aspetto si compensa in parte con l'approfondimento fatto sui djinni e sulla loro mitologia di base, collegata ovviamente a quanto accade nel presente. Su un piano più soggettivo, ho gradito anche la minor presenza della componente romance, seppur sia necessario precisare che le poche scene romantiche sono quanto di più fuori luogo si potesse desiderare!

E passiamo dagli incerti punti a favore ai sicuri punti a sfavore. Come accennato, la maggior parte dei vecchi difetti è tutt'ora presente: svenimenti convenienti della narratrice, scene soltanto raccontate o lasciate all'interpretazione del lettore, intreccio banale, prosa infantile, descrizioni limitate, personaggi stereotipati, poca rilevanza per le scene traumatiche ed un'edizione italiana di certo rivedibile. Non escludo che la cara Alwyn si sia adoperata per migliorare, ma questo risultato fa capire quanta strada abbia ancora da percorrere.

Gli aspetti meno riusciti di questo capitolo nello specifico riguardano quasi esclusivamente l'intreccio, partendo proprio dagli eventi alla base dello stesso: l'allontanamento tra Amani e Jin da un lato, e la necessità di avere una spia a palazzo dall'altro. Il primo è causato da una serie di avvenimenti che non soltanto sono preclusi a noi lettori (visto che avvengono prima dell'inizio del volume), ma anche alla stessa protagonista che nel mentre era in fin di vita! Per quanto riguarda lo spionaggio, si tratta di uno dei tanti motivi per cui la strategia militare in questa storia fa ridere i polli: che bisogno c'è di una spia sempre in pericolo quando hai a tua disposizione dei demdji in grado di indovinare cosa fa il nemico e due mutaforma da poter inviare a palazzo con l'aspetto di animali?

Altri néi contenutisti (in)degni di nota sono le tante coincidenze -che permettono alla protagonista di incrociare sempre facce note in un regno vastissimo-, le dinamiche rubate ad un qualunque teen drama ambientato in un liceo americano, le regole magiche cambiate a seconda delle necessità autoriali, un'infelice scelta narrativa nel finale, l'assurdità di ogni elemento medico, le snervanti ripetizioni di nomi e parentele, e la presenza di scene del tutto immotivate. In quest'ultima categoria ricadono per esempio lo scambio fatto da Ayet per le forbici o Uzma che scopre la cicatrice di Amani giusto in tempo perché qualcuno la noti; la regola di fondo sembra essere: se è utile per la trama, per quanto improbabile succederà.

E come poteva la protagonista non rientrare nella categoria dei demeriti? Amani è fornita di una caratterizzazione a dir poco ballerina, che come tutto il resto varia per servire la narrazione. Hamilton cerca di spacciarla per una personaggia umile, che si incolpa in continuazione; peccato che le presunte colpe riguardino sempre elementi estranei, mentre le azioni per le quali si potrebbe in effetti chiederle conto e ragione vengano sapientemente glissate. È il caso del suo comportamento verso la cugina Shira (che cerca solo quando ne ha bisogno, senza preoccuparsi mai realmente per lei) e l'amico Tamid, con il quale dice di voler far pace ma si pone sempre in modo molto aggressivo. Le protagoniste imperfette mi piacciono, quelle passivo-aggressive molto meno.

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Rebel. Il tradimento 2022-03-23 18:23:52 Cathy
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Cathy Opinione inserita da Cathy    23 Marzo, 2022
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Il dubbio

Da quando Amani ha lasciato la sperduta cittadina di provincia in cui è nata e cresciuta per unirsi ai ribelli che aspirano a sconfiggere il crudele sultano Oman e mettere sul trono il suo legittimo erede, il Principe Ribelle, è cambiato tutto. Ha combattuto al fianco di Amhed, Shazad, Jin, Hala, Imin, è diventata una di loro e per loro ha versato il suo sangue. Ha scoperto cosa significa dare la propria vita per gli altri e amare un'altra persona più di tutto il resto. Ha svelato il mistero delle sue origini e ha iniziato a scoprire chi è davvero. Ha imparato a essere parte di qualcosa, a lottare con i suoi compagni come un sol uomo, a credere in una missione che non sia soltanto la propria libertà, ma quella di tutta il Miraji, stretto nella morsa di un sovrano usurpatore che ha venduto il paese agli stranieri, opprime il suo popolo e schiaccia ogni opposizione senza pietà. Non è più la ragazzina che credeva solo in se stessa e combatteva solo per se stessa. Adesso Amani crede in qualcosa di più grande di lei, ha trovato il proprio posto nel mondo ed è disposta a tutto pur di proteggerlo, anche se questo significa ritrovarsi prigioniera nell'harem del sultano, a Izman, la capitale del regno. Dopo aver attraversato il deserto in lungo e in largo nel primo libro della saga, "Il tradimento" si svolge quasi per intero in un nuovo, affascinante scenario, fra intrighi di palazzo, concubine e ritorni inattesi di vecchie conoscenze.
Chiusa in una gabbia dorata, Amani è di nuovo sola e può contare solo su stessa per sopravvivere. È cambiata profondamente dai tempi di Dustwalk, e la sua evoluzione come personaggio è una delle più profonde e interessanti mai viste in uno young-adult, eppure ora tutto potrebbe cambiare di nuovo: la vicinanza al sultano le permette di conoscere il famigerato nemico della ribellione e fa nascere dentro di lei il dubbio, spingendola a interrogarsi sul senso delle azioni che compie, il significato del potere e la reale capacità di governare di Amhed. Il suo Principe Ribelle, onorevole, generoso, premuroso con gli altri, dolce, cauto, riflessivo, sempre pronto ad ascoltare le opinioni dei suoi compagni prima di decidere, incapace di punire chi gli disubbidisce e di imporre la sua volontà con la forza, è un uomo infinitamente migliore di suo padre, ma sarebbe anche un governante migliore? Il sultano Oman, il "cattivo" della storia, è perfettamente descritto dalla penna essenziale ma sempre efficace di Alwyn Hamilton ed è uno dei villain meglio costruiti e più interessanti che si possano trovare in un fantasy young-adult: un "cattivo" che non agisce per pura crudeltà o semplicistica brama di potere, ma perché crede sinceramente di salvare il Miraji e riesce a essere così convincente da insinuare il seme del dubbio non soltanto nella protagonista, ma perfino nel lettore.
A lottare insieme ad Amani contro i demoni interiori e le spie e i pericoli che riempiono lo splendido harem del sultano non c'è nemmeno Jin, prima impegnato in una missione per conto di Amhed, poi scomparso misteriosamente nel deserto. "Rebel", però, non è una di quelle saghe che in realtà, a conti fatti, sono dei romance con appena un tocco di fantasy, la trama poco più che un contorno o uno sfondo per la relazione sentimentale della protagonista. "Rebel" non è una storia d'amore, o meglio, non è soltanto questo. È la storia del Miraji e della ribellione che punta a mettere sul trono il principe Amhed. L'aspetto sentimentale è presente e ha un ruolo abbastanza importante per lo sviluppo del personaggio di Amani, come è giusto che sia, ma non prende mai il sopravvento. Anche in questo secondo volume, come già nel "Deserto in fiamme", a fare da padrona è l'azione, sempre incalzante e coinvolgente. Anche tra le lussuose mura dell'harem, senza pistole, assalti e fughe nel deserto, non si tira mai il fiato. Gli eventi, le sorprese, le svolte di trama si succedono una dopo l'altra e lo straordinario gusto del racconto, che è uno dei maggiori punti di forza della saga di "Rebel", non viene mai meno neppure per una pagina. È così che dovrebbero essere i romanzi perfetti.

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Rebel. Il tradimento 2017-08-30 10:30:49 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    30 Agosto, 2017
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Bentornata Amani..

Secondo capitolo delle avventure, “Rebel. Il tradimento” si dimostra essere sin dalle prime battute un piacevole seguito del primo episodio delle medesime. In questo nuovo racconto ritroviamo non solo Amani, Jin (anche se la sua presenza è nettamente inferiore rispetto che a “Rebel. Il deserto in fiamme”), Ahmed, Imin, Shazad e tutti gli altri protagonisti a cui siamo stati abituati dall’autrice, ma anche nuovi interessanti personaggi atti a qualificare ulteriormente le vicende. In particolare, a causa di uno stratagemma utilizzato a danno della nostra eroina, faremo conoscenza del Sultano, entreremo nel suo palazzo e, nel discorrere degli eventi, assaporeremo usanze, costumi, strategie e battaglie perfettamente articolate e bilanciate tra loro. Sarà possibile, cioè, assistere anche all’altro piatto della bilancia, il fronte di opposto di lotta rispetto a quello del principe ribelle e da qui, valuteremo anche i dubbi legittimi nutriti dal “bandito dagli occhi blu”.
Il tutto, attraverso un linguaggio semplice, non troppo impegnativo, ma non per questo banale. La storia non pecca di convenzionalità, riesce cioè, a ben svilupparsi, incuriosendo il lettore che, pagina dopo pagina, è invogliato ad andare avanti. Non mancano, seppur si facciano desiderare, nemmeno i momenti romantici tra Amani e Jim, due giovani così opposti eppure così uguali, due ragazzi indissolubilmente legati... Leggermente lento, forse, a partire. Ma questo dipende anche dall’umore – mio in particolare – che non era congeniale al genere all’atto di conoscenza dello stesso.
In conclusione; “Rebel. Il tradimento” si dimostra essere un fantasy ben riuscito, una degna conferma della buona impostazione già data con il precedente volume, nonché un elaborato adatto al pubblico più giovane che più adulto purché quest’ultimo sia alla ricerca di un testo con cui trascorrere qualche ora lieta e non particolarmente impegnativo. Decisamente degno di apprezzamento il carattere di assoluta assenza di qualsivoglia volgarità sia dal punto di vista linguistico che vicissitudinale.

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