Narrativa straniera Fantasy Orchi. I Guerrieri della Tempesta
 

Orchi. I Guerrieri della Tempesta Orchi. I Guerrieri della Tempesta

Orchi. I Guerrieri della Tempesta

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Ottenuta la quarta stella, i Figli del Lupo si mettono alla ricerca della quinta ed ultima strumentalità. Si dirigono perciò alla volta della città costiera chiamata Ruffett's View, abitata dai Mani, umani seguaci dell'omonima religione pagana politeistica. Questi ultimi, a differenza dei fanatici Uni, credenti in un dio unico, rifiutano la conquista sistematica ed il saccheggio indiscriminato delle terre di Maras-Dantia come politica, e sono invece impegnati nel mantenimento della magia naturale della terra e nel tentativo di cooperare pacificamente con le razze antiche. Stryke conduce così i suoi guerrieri in pace alle porte dell'insediamento umano, dove riceve una calorosa accoglienza dal capo spirituale della città: una sacerdotessa chiamata Krysta. Questa rivela in effetti di possedere una stella, ma si dimostra del tutto restia a cederla a chiunque, in quanto oggetto sacro e punto focale della vita religiosa della sua comunità. Gli orchi meditano perciò sull'opportunità di rubare il manufatto, quando a sconvolgere i loro piani interviene l'esercito Uni guidato dal folle Hobrow, deciso a vendicarsi una volta per tutte degli orchi e dell'odiata e blasfema comunità Mani.



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Orchi. I Guerrieri della Tempesta 2013-12-20 21:43:23 Donatello92
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Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    20 Dicembre, 2013
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Accattivato, conquistato, soggiogato

E' stato proprio questo il mio rapporto con questa trilogia: il primo volume mi sembrava un pò forzato, perso nel vuoto, forse influenzato da una partenza troppo caotica e dall'inserimento di caratteristiche che non combaciavano fra loro ma, già a metà lettura, è riuscito ad interessarmi molto con alcune trovate stilistiche che sono state mantenute nell'arco di tutta la storia. Ho sentito così il bisogno di acquistare subito la stessa edizione del secondo volume, e l'ho divorato prima ancora di rendermi conto che fosse arrivato. Il terzo l'ho tenuto fra le mani con altrettanta foga e l'ho chiuso con una soddisfazione che mi avevano regalato soltanto i migliori Fantasy.
Sia ben chiaro, e lo ripeterò ancora una volta: la saga degli Orchi non è uno di quei colossal alla Tolkien o Brooks, e non è uno dei capisaldi must (a mio parere) per chi voglia accostarsi a questo genere (né rispecchia la dicitura di "fantasy barbarico", perchè non è abbastanza innovativo da essere fautore di un nuovo genere) ma è scritto dannatamente bene ed è permeato da un alone di esplicita passione che vi catturerà in un modo o nell'altro.
Questo capitolo conclusivo cala un orgoglioso sipario sulla storia dei Figli del Lupo virando in maniera impercettibile verso una letteratura dai contenuti leggermente più ampi e dalle caratteristiche "barbariche" ridotte, sebbene non manchino le guerre, le sfide all'ultimo sangue ed i colpi di scena. Tutto segue un filo logico piacevole che vi darà la sensazione di aver letto un'opera unica divisa semplicemente in tre tomi. Non storcerete il naso a tal proposito perchè il romanzo non presenta contraddizioni o esagerazioni tipiche di romanzi alla "Harry Potter" dove, seppur in maniera riuscitissima, si parla di qualcosa per quattro o cinque volumi e poi, nell'ultimo, si rivelano particolari così incoerenti da rendere poco credibile quello che fino ad allora avevamo assimilato.
Tutti gli enigmi vengono sciolti, gli oggetti misteriosi giustificati, i personaggi ampliati e descritti con lo stesso spirito degli altri due volumi, le battaglie mimate dalle pagine in maniera quasi tangibile e gli scenari sommariamente abbozzati il più delle volte per rendere il tutto non essenziale ai fini della trama eppure estremamente limpido.
Segnalo il romanzo a chi cercasse dei nuovi personaggi a cui affezionarsi: Styke è il miglior leader di cui abbia mai letto in tutte le opere fantasy che mi sono passate per la mano, specialmente le più famose che tendono a variare ampiamente il roster di protagonisti a disposizione, caporali e sergenti sono caratterizzati in maniera estremamente godibile (l'anziano Alfray, che in quest'opera rivela tutto il suo spirito, è forse uno dei personaggi più belli di sempre del fantasy mondiale) ed i cattivi sono cattivi coi fiocchi, finendo per dividere l'odio del lettore fra i fanatici umani, con il loro leader Hobrow, e la terribile Jennesta che ho odiato come pochi altri antagonisti prima. Non mancano poi anche i personaggi di occasione (che a dire il vero ci sono stati sin dal primo volume, essendo questo un mondo ricco di razze fantastiche e creature) che forse in questo capitolo risultano meno carismatici dei precedenti, e la banda dei Figli del Lupo che è un'esperienza unica da leggere, con i loro principi, il loro cameratismo, il loro rigore, la loro fortuna, le credenze, lo spirito, le dispute...insomma, una banda che risulta mille volte più vicina al lettore di tutti gli eserciti ed i gruppetti di fortuna e non di quasi tutti gli altri libri (non soltanto fantasy). Forse questo è dato dal fatto che il lettore viene a contatto con la banda già formata sin dalle prime pagine ed impara velocemente a stare dalla sua parte, apprezzandone la mancanza di presunzione e la consapevolezza di una fortuna sfacciata il più delle volte, o forse è una sensazione generata dalle peripezie che devono affrontare tutti insieme e dall'affetto reciproco che li lega più umanamente che marzialmente, ma una cosa è sicura: alla fine della lettura sarete anche voi uno dei Figli dei Lupi.

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