Le Cronache di Magnus Bane
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Opinioni inserite: 2
Piacevole lettura
Cassandra Clare approfondisce alcuni aspetti della vita dello Stregone più eccentrico e stravagante del mondo degli Shadowhunters in dieci brevi racconti. Principalmente si tratta di episodi isolati nel tempo e nello spazio anche se la maggior parte di essi si concentrano a New York.
Si tratta principalmente di una lettura semplice e piacevole, condita da interessanti riflessioni sulla vita (immortale e non) e sull’amore in tutte le sue forme, oltre che dalle follie di Magnus. Gli episodi –a volte esilaranti a volte profondamente seri- si susseguono con ben pochi collegamenti l’uno con l’altro e forse questa frammentazione è uno dei principali ostacoli alla lettura. Inoltre alcuni racconti offrono spunti e tuttavia lasciano il tutto in sospeso così che, nel tentativo di sapere qualcosa in più su Magnus, si finisce per avere più o meno gli stessi interrogativi di prima.
Senza dubbio un bel libro piacevole, grazie allo stile molto scorrevole della Clare e alla simpatia indubitabile del personaggio protagonista, ma mi aspettavo di vedere sciolti più arcani.
Indicazioni utili
Dandy
Ero entusiasta di iniziare questo libro perché Magnus era in assoluto il mio personaggio preferito nella saga principale ed ero molto curiosa di saperne un po’ di più della sua lunghissima esistenza. Il volume voleva rispondere proprio a quest’esigenza (oltre, ovviamente, a ragioni economiche) e in parte l’ha fatto (anche se ha lasciato alcuni punti interrogativi) ma sono rimasta un po’ delusa perché me l’aspettavo differente. Il libro si compone di una serie di capitoli che più che altro costituiscono una sorta di racconti, ognuno a sé stante ed è proprio questo il problema. Naturalmente, trattandosi dell’esistenza di uno stregone plurisecolare, era impossibile che vi fosse un’unica storia che si sviluppasse dall’inizio alla fine, ma nemmeno mi aspettavo di trovarmi di fronte a degli eccessivamente semplicistici raccontini di una cinquantina di pagine ciascuno. L’unico elemento unificante è la figura di Magnus trattata, tra l’altro, in modo piuttosto superficiale: Bane viene costantemente presentato alla stregua di un dandy che rifiuta la morale comune nei comportamenti,nelle scelte amorose, nelle risposte, praticamente in tutto. Un perfetto esteta nel modo di vestire e nello stile di vita. Vengono sottolineati infinite volte il suo amore per la moda e le cose chic e per gli uomini/donne (esclusivamente bellissimi) che incontra (preferibilmente con capelli neri e occhi azzurri). Ne esce, soprattutto nei primi capitoli, l’immagine di un perfetto depravato.
Il primo capitolo, “Cosa accadde in Perù”, è assolutamente insignificante: una storiella stupida dopo l’altra.
Il secondo, “La fuga della regina”, sembrava molto promettente ma in realtà si tratta soltanto dell’inizio di una storia che resta (il mio disappunto quando l’ho scoperto era notevole) senza sviluppo né conclusione.
“Vampiri, sconse ed Edmund Herondale” può essere considerato come un susseguirsi di scenette. Buone le parti con Camille ed Edmund (sebbene questo somigli davvero troppo a Jace); ridicola la sezione che racconta dell’incontro tra lo Shadowhunter e la mondana; molto bene invece, la conclusione del capitolo: le parole di Magnus nei confronti del fondatore del Praetor Lupus e la collana che dona alla vampira.
“L’erede di mezzanotte” racconta di un semplicissimo incontro che sembra far parte di una storia molto più ampia; se non erro, infatti, la Clare ha intenzione di dedicare un’intera trilogia ai figli di Will e Tessa, perciò mi sono chiesta per quale motivo non inserire lì quest’episodio che invece qui sembra campato in aria. Non sono riuscita a spiegarmene il titolo, che non ha alcun legame con ciò di cui si parla. In conclusione, comunque, piuttosto carino, se non altro perché rievoca fatti e personaggi di TID.
“L’origine dell’hotel Dumort” l’ho trovato insignificante, per di più non v’è alcun legame tra la prima parte del capitolo e la seconda e la cosa più interessante (il rapporto di Camille e i vampiri col crollo della Borsa del ’29) non viene spiegata.
“Alla ricerca di Raphael Santiago” è abbastanza interessante anche se non riesco proprio a conciliare l’immagine del vampiro con quella descritta nei momenti in cui è presente anche Ragnor Fell.
“La caduta dell’hotel Dumort”: davvero difficile immaginarsi Camille in quello stato ma, che dire, anche i grandi cadono; peccato per la scelta finale dello stregone.
“L’ultima sfida dell’istituto di New York” racconta di due avvenimenti che precedono l’evento capitale che darà poi vita a TMI; particolarmente toccante per la presenza e le parole di Tessa e di un suo discendente: Stephen Herondale, vi dice niente?
“Un regalo di compleanno per Alec”, “Il corso di un amor cortese” e “La segreteria telefonica di Magnus Bane” sono senza dubbio i capitoli più interessanti e, soprattutto, divertentissimi!
Per concludere, i capitoli nei quali compare soltanto Magnus (o tutt’al più Catarina e Ragnor Fell) sono niente più di storielle, quasi noiosi; al contrario, quelli nei quali appaiono i personaggi che abbiamo imparato a conoscere in TMI e TID sono molto più interessanti perché esplorano il rapporto dello stregone con questi ultimi.
Per quanto riguarda la scrittura, una valanga di errori ortografici!Editor…cosa esistono a fare?