La lama sottile. Queste oscure materie
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Lyra e Will in giro tra i mondi
Lyra — per inseguire suo padre, Lord Asriel, che ha aperto una voragine tra due mondi paralleli — imbocca un misterioso ponte di collegamento multidimensionale e si trova in un posto alieno, per molti aspetti simile al suo, ma con tante, troppe sostanziali differenze che la sconcertano e disorientano.
Ma la nostra attenzione, prima ancora di scoprire cosa accade all’intrepida ragazzina, è focalizzata sulle avventure di Will Parry, coetaneo di Lyra, ma che dovrebbe vivere nel nostro mondo. Abita vicino alla nostra Oxford e potrebbe condurre una vita per noi molto più familiare, se non fosse stato costretto, sin da quando era un bimbo di sette anni, a difendere sua madre e impedire che la internino. La donna spesso cade in ossessioni paranoidi che le fanno temere di essere sotto la cupa minaccia di nemici invisibili. Ma le sue sono solo suggestioni psicotiche, o c’è davvero qualcuno che li minaccia?
Purtroppo, di recente, la donna è stata fatta oggetto dell’attenzione di alcuni figuri che vorrebbero che consegnasse loro documenti in suo possesso appartenuti al marito scomparso misteriosamente durante una esplorazione scientifica in Canada, una decina di anni prima.
Per tal motivo Will, comincia a temere che i nemici di sua madre non siano solo nella sua mente ma siano persone reali e davvero pericolose. Per proteggerla l’accompagna dalla sua vecchia insegnante di musica. Purtroppo, quando torna a casa per recuperare i documenti misteriosi, si trova proprio questi uomini in casa. Nella convulsa fuga uno di loro cade dalle scale e muore. Ora Will è un ricercato e mentre cerca un rifugio dove nascondersi, scopre una misteriosa “finestra” vicino a uno svincolo stradale.
Vi si infila dentro e si ritrova in un mondo diverso, ignoto. Qui, nella bizzarra città di Ci’gazze, vuota di ogni abitante adulto, incontrerà Lyra e, con lei, farà coppia per cercare di risolvere i loro problemi, apparentemente assai diversi, ma, in effetti, strettamente interconnessi.
Da quel momento le vite dei due ragazzini saranno legate dallo stesso destino e minacciate sia dagli antichi nemici di Lyra (la signora Coulter, l’Intendenza per l’Oblazione, i Tartari), sia da quelli che Will s’è fatto nel suo mondo. Nel loro pellegrinare in uscita e in entrata tra i diversi universi scopriranno che sono in molti a dare la caccia a queste tecniche di spostamento ultradimensionale. Ma si accorgeranno anche dell’esistenza di esseri eterei, come gli spaventosi Spettri che spopolano Cì’gazze dagli adulti, portandoli in uno stato di totale, mortale indifferenza, o degli Angeli, incorporee essenze che sembrano parteggiare per loro ma per fini di vendetta che i ragazzini non comprendono. Faranno esperienza con misteriosi poteri, come quello che Lyra ormai padroneggia con aletiometro, che le pronostica con sorprendente precisione il futuro e i passi da compiere, o come quello che Will, impossessatosi della cosiddetta Lama sottile, sta cercando di apprendere per aprire nuove finestre di passaggio tra i mondi.
Personaggi vecchi e nuovi faranno la comparsa per ostacolare o agevolare la missione dei due ragazzi che, per parte loro, procederanno alla cieca, sperando solo di non commettere errori fatali.
Questo è il secondo capitolo della trilogia intitolata “Queste oscure materie” e, a differenza di quanto narrato ne “La bussola d’oro”, la trama si spezza in vari filoni narrativi connessi solo dal fluire generale della storia. Molti dei personaggi che hanno caratterizzato il primo romanzo qui non fanno neppure una breve apparizione e molti altri restano su un indistinto fondale. La storia di Lyra diviene quella di Will e di Lyra. Mentre nel primo romanzo la ragazzina ci appariva determinata e risoluta a perseguire le missioni che si era prefissa, in questo la vediamo spesso confusa e incerta, il più delle volte succube delle decisioni di Will che appare, invece, ben più deciso e determinato.
La trama, apparentemente, dovrebbe essere più lineare e con un minor numero di peripezie per i protagonisti, ma è anche meno appassionante. L’aspetto fantastico assume un ruolo predominante e di guida per il fluire delle varie vicende.
Sopra ogni cosa, comunque, ci appaiono chiari i fini dell’invenzione di Pullman: se ne “La bussola d’oro” era già risultato evidente che il nemico da battere fosse la religione, quantomeno quella coniugata secondo le regole ferree e controriformiste del Magisterium e dell’apparato ecclesiastico-politico che dominava il mondo di Lyra e vi imponeva regole asfissianti, qui l’A. palesa, senza più alcuna remora, che la sua trilogia è un progetto anti-religioso (in via principale anti-cattolico, ma in generale contrario a qualsiasi fede rivelata). L’avversario contro il quale Lord Asriel sta radunando un esercito, l’Autorità, altri non è che il Dio delle grandi religioni monoteistiche che, seppur attraverso l’opera dei suoi ministri del culto e dei vicari umani, ci appare come un cupo e tirannico essere autore solo di sopraffazioni e crudeltà verso le sue creature.
Se le Cronache di Narnia possono risultare, non di rado, tediose e vagamente stucchevoli per la continua, subliminale opera di evangelizzazione che viene ammannita in ognuno dei romanzi, in tutte le vicende narrate, qui ci troviamo di fronte a una aperta, a tratti violenta e cruda dichiarazione di guerra, una sorta di manifesto di sfida verso tutti i principi della religione cattolica. Gli stessi Angeli, che appaiono e scompaiono come deus ex machina nelle avventure di Will e Lyra, difficilmente li possiamo associare agli esseri benevoli a noi noti, ai vari Gabriele, Michele e Raffaele della nostra tradizione religiosa. Al contrario, anche per l’esplicita dichiarazione che la loro opera è motivata dal desiderio di vendetta contro l’Autorità, ci appaiono come incarnazioni dei vari Lucifero, Mammona e Belzebù protagonisti de “Il Paradiso perduto” di Milton. Insomma, siamo di fronte a un romanzo apertamente anti-religioso e, di per sé, ciò non sarebbe un crimine, neppure letterario, visto che ognuno è libero di esprimere le proprie convinzioni. Però il fatto che queste siano contrabbandate all’interno di una trilogia fantasy, ufficialmente rivolta a un pubblico giovane e, quindi, meno incline a una lettura critica e ragionata del testo, appare un’opera subdola e, sotto molti aspetti, biasimevole.
Dal punto di vista eminentemente narrativo, poi, questo secondo romanzo appare meno strutturato del primo che aveva, dalla sua, pure il pregio della novità dei temi trattati. Il fatto che si siano abbandonati non solo personaggi sostanziali, ma pure elaborate costruzioni ambientali e sociali, per crearne di nuovi tutti da definire fa sorgere più di un dubbio sulla coerenza narrativa. Il mondo di Ci’gazze è sostanzialmente vuoto, privo di alcuna caratterizzazione, e, perciò stesso, poco stimolante e interessante. I nuovi attori della storia, poi, sono decisamente meno incisivi e, tra l’altro, vengono spesso liquidati in modo spiccio durante lo svolgimento della stessa.
Insomma, anche chi aveva amato il primo romanzo, qui fatica a non restare sconcertato e deluso. Il fatto poi che il romanzo non abbia neppure una chiusura in senso proprio, ma che nell’epilogo, si trasformi nel prologo al terzo volume non aggiunge motivi di gradimento.
Per concludere, ho trovato questa seconda opera meno gradevole e interessante della prima e ho percepito un calo della tensione narrativa, con l’azione che, spesso, viene portata avanti in modo abbastanza stanco e senza soverchia convinzione.
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Una postilla per l’angolo del pignolo. Nel libro si descrive il daimon di un personaggio (Stan Grumman, che avrà un ruolo chiave nello svolgimento della vicenda), come un grosso uccello rapace dalla testa bianca e viene chiamato, indifferentemente, o “procellaria” o “aquila pescatrice”. Si tratta di un colossale errore della traduzione italiana: le procellarie sono uccelli pelagici, dall’aspetto di grossi gabbiani (o piccoli albatros) con il piumaggio per lo più bruno o bianco giallastro uniforme. Mentre i rapaci con la testa bianca sono due o l’aquila pescatrice africana o l’aquila testabianca americana detta pure “calva”, nota per essere nello stemma degli Stati Uniti. Nessuno dei due ha a che fare con le procellarie, però. Una rapida consultazione di un almanacco sulle specie aviare avrebbe evitato questo clamoroso quiproquo.
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WILL IL CORAGGIOSO
Il secondo capitolo della bussola d’oro mi è piaciuto molto di più del primo.
L’introduzione di WILL, un ragazzo di un’altro mondo parallelo a quello della protagonista Lyra, è quello che fa la differenza.
Will è un ragazzo coraggioso e premuroso e grazie alle sue doti verrà in possesso di un’oggetto magico, la lama sottile, che permette di muoversi attraverso i mondi.
Sarà così che lui e Lyra incontreranno nuove avventure e si conosceranno a vicenda, diventando inseparabili.
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Viaggiare fra mondi
Secondo libro della trilogia delle materie oscure, in cui scopriamo un secondo oggetto magico, un coltello dalla lama sottile, che taglia ogni materiale e che permette, al suo portatore, di aprire e chiudere finestre che permettono di passare da un mondo all’altro. Viaggiamo anche noi fra i mondi e, nella Oxford di oggi, scopriamo che questo libro è anche un viaggio nel tempo e, con questo, la trilogia acquista più bellezza. In questo libro inoltre conosciamo meglio il mondo delle streghe e degli spiriti, cominciamo a comprendere meglio il significato della polvere, delle ombre e della materia oscura. Capiamo quando è bello svuotare la mente, per essere più leggeri e per capire. Ci innamoriamo ancora di più di Lyra, della sua bontà, della sua sensibilità e del suo coraggio. Il fantasy non è il mio genere, ma questa trilogia me lo sta facendo piacevolmente e sorprendentemente rivalutare.
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LA LAMA SOTTILE
Solitamente non amo i romanzi che vogliono per forza insegnarmi cosa è giusto e cosa è sbagliato e La Lama sottile si avvicina pericolosamente a questo.
Infatti, se nel primo libro abbiamo apprezzato la trama, con questo aletiometro in grado di poterti predire il futuro se letto attentamente, il mistero della polvere e del legame con il proprio daimon, il tutto contornato da un leggero (o almeno per quanto ricordo) accenno alla religione, non possiamo dire altrettanto del secondo libro della trama.
"La Lama sottile" non solo presenta una trama risicata a pochi fatti cruciali, anche se con qualche personaggio in più, ma è fortemente incentrato sull'aspetto religioso, sul peccato originale e il collegamento con la polvere...
Lo stile di Pullman invece è sempre scorrevole e piacevole. La capacità e la facilità con la quale riesce, con pochi tratti a creare due mondi diversi, la Oxford di Lyra e quella moderna da cui proviene il nuovo coprotagonista Will.. Devo ammettere che questi universi paralleli mi hanno un po' ricordato la saga della Torre Nera di King, con queste porte che si aprono su tempi e mondi differenti, anche se qui abbiamo un coltello che fa squarci e apre finestre su un nuovo mondo.
Che dire infine, la curiosità per procedere con la lettura mi è rimasta e sicuramente leggerò anche l'ultimo libro, ma non ho alte aspettative.
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IL FANTASY E' ANCHE PER GLI ADULTI
Il sequel della bussola d'oro stavolta è ambientato nel nostro universo, e si aggiungerà un protagonista nella storia, un ragazzo di nome Will, che assieme a Lyra scoprirà un manufatto unico, la lama sottile, capace di aprire varchi tra mondi. L'avvio inizialmente in sordina sfocia poi in una serie di emozionanti avvenimenti, che vedrà interessati i personaggi principali della bussola d'oro, ovvero Serafina, Lee Scoresby, la signora Coulter e ovviamente Lyra. Stranamente non si saprà nulla di Lord Asriel, le cui intenzioni si verranno a sapere solo grazie ai dialoghi di altri personaggi. La lama sottile è una storia che incuriosisce e stimola il lettore alla riflessione. E' una dimostrazione che il fantasy non è un genere rivolto solo ai bambini e ai ragazzi: Queste Materie Oscure di Pullman possiede infiniti significati che vengono fuori dopo avere letto più volte i libri.
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Che fatica!
Mi farò odiare da tutti gli amanti di questo libro, ma grazie a dio non siamo tutti uguali e questa è la mia più sincera opinione.
Questo è il secondo libro della trilogia e devo dire che mi ha un po deluso.
Non è di facile lettura, un po macchinoso e spesso mi sono dovuta forzare, tanto che questo ha creato una sorta di resistenza inducendomi ad abbandonare il libro varie volte.
Giunta alla fine non ho pensato "Wow che figata" bensì "Per fortuna che l'ho finito".
La storia si svolge nel nostro mondo dove entra in scena Will, che sarà fondamentale quanto Lyra nella conclusione di questa storia.
Balzeranno da un mondo all'altro per proteggersi dai "grandi" perché i pericoli per questi due vengono da tutte le parti.
Verremo a conoscenza di altri personaggi interessanti, come per esempio la scienziata Malone che ho trovato molto carismatica e complessa allo stesso tempo.
Però per quanto riguarda tutto il resto, spesso mi sono domandata dove cavolo voleva andare a parare.
Non perché l'ho trovato banale ma perché era macchinoso, meno scorrevole del primo e sicuramente meno avvincente.
Dov'è finito Yorek? Che fine ha fatto la ragazza combattente? Dove diavolo è finita tutta l'avventura meravigliosa che ho vissuto nel primo?
Volatilizzata!
Non so come mai, ma l'entrata degli angeli in questo libro mi è parsa anche un po troppo... banale!
Non so se mi spiego.
Ho capito caro Pullman a chi vuoi fare la critica si.
Non ti preoccupare che anche senza gli Angeli era comprensibile.
Piena di personaggi, pieno di vicende che si incastrano e si mescolano fra loro, è stato come guardare una foto di "Dov'è Waldo" , dove ognuno ha il suo ruolo ma tutto è un po confuso e devi trovare l'ago nel pagliaio.
Un formicaio praticamente.
Ma d'altro canto si capisce che è il preludio alla guerra, quindi sono come i lampi in lontananza che preparano il cielo alla tempesta.
Spero vivamente che il terzo sia migliore altrimenti andrà a finire fra i Libri da scambiare al più presto!
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secondo volume
Nel secondo libro della trilogia “Queste oscure materie”, di Pullman, entra in scena il secondo protagonista della saga: Will Parry. Il mondo di Will è il nostro, dove non esistono streghe od Orsi Corazzati, e il daimon è “dentro” alle persone e viene chiamato “coscienza”. Will ha una madre di cui deve occuparsi costantemente perché cade spesso in uno “stato confusionale”. Si trova costretto ad affidarla ad una sua ex insegnante di piano, quando si rende conto che non tutti i nemici della madre sono immaginari. Recupera una cartella appartenuta al padre scomparso molto tempo prima, e si reca ad Oxford. Grazie ad una gattina, scopre una “finestra” aperta su un altro mondo. La oltrepassa e qui incontra Lyra. Assieme alla ragazzina, entra in possesso di un coltello, la Lama Sottile, capace di aprire dei passaggi in mondi diversi. Salteranno da un mondo all’altro, aiutati dalla professoressa Malone, studiosa nel campo della coscienza e dell’ipotesi dell’esistenza di altri mondi, sempre alla ricerca della misteriosa origine della Polvere.
La traccia filosofica anche in questo secondo libro, è molto marcata, riproponendo temi come la manipolazione della coscienza e l’esistenza di mondi alternativi paralleli al nostro. L’avventura, anche in questa seconda parte, è coinvolgente, ricca di situazioni per niente scontate.
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Il secondo
Naturale seguito de La bussola d'oro, questo libro ad una prima lettura si configura un po' più ostico.
Sia per l'improvviso cambio di scenario (i diversi "altri mondi"), sia per la comparsa dal nulla di due dei grandi protagonisti della saga. Will e Mary malone.
All'inizio si è un po' scombussolati, ci si sente un po' presi in giro. "Dove è finito Asriel? e la signora Coulter?" Voglio sapere di loro!
Invece piano piano, capisci che fa tutto parte del piano di Pullman. Ti fa vedere la cosa da un punto di vista diverso. Diventa un viaggio di maturazione. Sia Lyra che Will cresceranno a loro stessa insaputa durante questo libro, durante questo viaggio insieme, latori e protettori insieme della lama sottile.
Mary Malone appare poco è vero, ma sarà di vitale importanza poi nel terzo libro.
Cominciano a configurarsi maggiormente i rapporti di forza e si intravvede in lontananza dove vuole andare a parare il buon Pullman.
E' un classico "secondo libro di transizione" di una trilogia. Ripeto si legge meno bene del primo, ma è comunque un libro che ogni pagina che giri bestemmi mentalmente perchè sai che arrierai presto alla fine.
Da riuscire a portare a termine assolutamente