La forchetta, la strega e il drago
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Ritorno ad Alagaësia
«Ripristinare la razza dei draghi, guidare i Cavalieri e proteggere gli Edunarì erano tutte responsabilità che Eragon aveva voluto, accettato e preso sul serio. Eppure non si sarebbe mai aspettato di dover dedicare tanto tempo della sua vita alle scartoffie, di doversene restare seduto a una scrivania a sgobbare su rapporti e cifre finché la vista non gli si annebbiava. Per quanto fosse stato duro e impegnativo combattere l’Impero e affrontare Galbatorix (Eragon non avrebbe mai voluto ripetere una simile esperienza), per certi versi era stato anche eccitante.»
Con “La Forchetta, la Strega e il Drago” torniamo in quel di Alagaësia per riabbracciare i personaggi che Christopher Paolini ci aveva fatto conoscere con la serie bestseller di Eragon (Ciclo dell’Eredità). Questa volta l’autore ci dedica una raccolta di racconti e non tanto un vero e proprio unico romanzo, ad ogni modo la storia riparte esattamente da dove si era interrotta al termine di Inheritance con Eragon e Saphira che stanno costruendo una scuola per i futuri Cavalieri dei Draghi e al contempo cercando di dar vita ad un luogo sicuro per le uova di queste creature leggendarie. È in questo contesto che si sviluppano le tre storie preannunciate. La prima, “La forchetta”, è il frutto di una visione dove un misterioso personaggio è costretto ad affrontare dei malintenzionati in una locanda molto lontana (apparentemente incollocabile), la seconda, “La strega”, come da prefazione, è una parte dell’autobiografia dell’erborista Angela, racconto scritto dalla sorella (e ispiratrice del personaggio) del narratore, l’omonima Angela. Il capitolo non riesce a risolvere i dubbi che ruotano attorno a questa figura, al contrario ulteriori ne vengono ad emergerne tanto che vien da pensare alla possibilità di un futuro da protagonista indiscussa in un romanzo inedito della stessa. La terza storia, intitolata “Il Drago” è una leggenda avente ad oggetto il popolo degli Urgali che viene narrata dall’eroe Eragon di fronte a un fuoco. Ha ad oggetto la rivalità tra un drago selvatico e una giovane Urgali che brama vendetta per la morte del padre.
L’opera si avvale inoltre di uno stile narrativo fluido, poco impegnativo e di facile lettura, basti pensare che il testo, di circa 269 pagine (glossario e ringraziamenti esclusi), si esaurisce in due o tre ore. È una lettura piacevole che riporta gli appassionati nel mondo fantastico ma che riesce a soddisfare le papille gustative del lettore soltanto a metà perché i personaggi principali non sono caratterizzati in modo da poterne evincere uno sviluppo soddisfacente, perché ogni storia è intrisa di malinconia e nostalgia per quei personaggi del passato che vengono reintrodotti, e perché essendo impostato come raccolta di racconti, la percezione è quella di interruzioni costanti della narrazione che impediscono una continuazione che sarebbe stata, al contrario, necessaria. Ancora, l’impressione è quella di trovarsi innanzi a un libro che non riesce a prendere mai il volo, che non riesce a spiccare, caratteristica quest’ultima che mi ha ricordato le sensazioni provate con “Le storie perdute. Cronache del mondo emerso” di Licia Troisi.
In conclusione, “La forchetta, la strega e il drago” è un elaborato consigliato agli appassionati del genere e agli appassionati della saga a cui consiglio di avvicinarvisi con la consapevolezza di non trovarsi di fronte a quella che era la serie che si è conclusa. Il componimento va letto con la chiave di lettura di un “riassaggio” ma senza troppe pretese e aspettazioni, in caso contrario se ne resterà certamente delusi.
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