La battaglia delle tre corone
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MAI UNA REGINA
Si tratta di un libro complesso, ricco di trame e sottotrame. Il fattore Fantasy viene quasi completamente dimenticato durante la lettura, in quanto prevalgono elementi come la politica, le interazioni tra i personaggi e la potenza matriarcale. In questo "regno" suddiviso in tre maggiori autorità chiamate Avvelenatori, Naturalisti ed Elementali, il destino di tre gemelle è quello di uccidersi a vicenda utilizzando le proprie straordinarie capacità per ottenere il trono, come fecero le antenate prima di loro.
Katherine L'Avvelenatrice, provata e dall'aspetto emaciato, viene incessantemente sottoposta all'assunzione di veleni pesanti; la Regina dovrebbe esserne immune, anzi, abbuffarsi di cibo avvelenato come se non ci fosse altra prelibatezza al mondo. Ma non è il suo caso.
Arsinoe la Naturalista. Incapace di richiamare a sé il proprio famiglio (animali che stringono legami unici, empatici, con i Naturalisti) e dalle doti scarse.
Mirabella l'Elementale. Potente, in grado di manipolare non solo il clima, ma anche i quattro elementi. L'unica delle tre che ha davvero una possibilità di ottenere la corona e sbarazzarsi delle sorelle.
Ci sono molti personaggi diversi in questa storia, ognuno caratterizzato da qualcosa di specifico, ma nessuno risulta troppo profondo o così eccezionale da saltare fuori dalle pagine; in breve, non si riesce a penetrare nella mente e nel cuore dei personaggi ma solo a "osservare" le loro riflessioni e le loro azioni. Si viaggia da un punto di vista all'altro delle gemelle, ed è la trama a catturare il lettore più che le figure che la popolano. O almeno, questa è l'impressione che ho avuto io.
Joseph Sandrin è quello che mi è piaciuto di meno, forse perché si interessa a Mirabella quando il suo vero amore sarebbe Jules (la migliore amica di Arsinoe), e perciò risulta indeciso ed equivoco (anche se c'è un motivo). Gli unici personaggi invece per cui ho provato simpatia probabilmente sono Luke ed Elizabeth, anche se la storia di Katherine è sicuramente la più affascinante.
L'atmosfera è suggestiva in quanto la religione praticata dal popolo ricorda un po' quella pagana, o i miti celtici, e le leggende narrate ricordano fiabe oscure (come lo sono alcune di eroi greci) e sprizzano fascino tenebroso. Le antenate delle gemelle erano potenti e temute, le storie costruite intorno ai loro regni (come ad esempio il fatto comune che siano state spietate con le proprie sorelle) fa sembrare Mirabella, Arsinoe e Katherine deboli e poco convinte della propria posizione. Mirabella è la prima e sola ad ammettere di non voler fare del male alle sorelle, facendo sì che sia il suo popolo a voler reclamare il loro sangue. Intrighi a corte, si potrebbe dire.
La geografia non mi è del tutto chiara, però. Nelle prime pagine del libro non c'è disegnata una mappa a rappresentare il continente e le isole, di conseguenza bisogna tirare a indovinare dove si trovano i luoghi menzionati usando l'immaginazione per compensare la confusione.
Il finale è la parte che mi è piaciuta di più. Non è dispersivo, anzi è stato scritto molto bene. Ed è soprattutto ingegnoso.
È sicuramente una storia particolare, non manca di originalità. Dovrebbe anche esserci un seguito. Consigliato!