La battaglia dei pugnali
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Dalla rivalsa alla follia
"The Young Elites" di Marie Lu, in Italia tradotto con il discutibile titolo "La battaglia dei pugnali" è il primo capitolo dell'ennesima serie fantasy che inizio -questa volta in lingua inglese- ed è ambientato in un mondo ispirato in teoria al Rinascimento italiano. Parlo di teoria perché qui si toccano vette di confusione che non vedevo dai tempi di "Bellezza crudele" di Rosamund Hodge: il risultato è un'accozzaglia di elementi storici, culturali e religiosi a dir poco caotica.
La storia viene narrata in prima persona dalla nostra protagonista, Adelina Amouteru, figlia di un mercante caduto in disgrazia, che si trova il viso sfigurato a seguito di un'epidemia che l'ha colpita in tenera età. Quando scopre che il padre intende liberarsi di lei cedendola come amante di un perfetto sconosciuto, la ragazza scappa di casa e scopre di aver ottenuto un potere dalla pestilenza, come alcuni dei suoi coetanei che si fanno ora chiamare Young Elites.
La trama riesce a mantenersi interessante e, sul finale, regala qualche svolta decisamente inaspettata. Il ritmo risente però del modo rude in cui vengono inseriti i flashback nella narrazione, andando così a troncarla di netto. Decisamente eliminabili anche i ridicoli nomignoli dei personaggi, che farebbero invidia a Cinco di "The Flash"!
I personaggi mi hanno generalmente soddisfatto, anche se avrei apprezzato maggiore coerenza nei loro comportamenti, ad esempio abbiamo il padre di Adelina che sarebbe disposto a vendere la figlia ma -a dispetto del suo astio- non fa nulla in tal senso per anni: viste le premesse, mi sarei aspettata si sbarazzasse di lei molto prima. Un po’ troppo sopra le righe anche il personaggio di Teren (in pratica, una versione giovane del Silas de "Il codice Da Vinci" di Dan Brown) ed i suoi seguaci; dopo tante pagine ancora mi chiedo perché dei normali soldati agli ordini del sovrano si comportino come un mix tra degli pseudo-nazisti e dei fanatici religiosi.
NB: Libro letto in lingua originale