L'occhio del mondo. La ruota del tempo
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Opinioni inserite: 4
POTEVA ESSERE MA NON E’ STATO NIENTE
Bè non saprei da dove iniziare per scrivere questa recensione, è tutto un grosso mah. Premetto che i miei voti si riferiscono solo al primo romanzo della saga e che gli altri son diversi e con più contenuto.Ho iniziato questa collana di libri e sono arrivato fino a tre quarti del settimo libro (tante tantissime pagine) e me ne son pentito. Faccio un po’ una “recensione collettiva” di questa saga che non mi è piaciuta e che non ho finito. Non parlerò nei dettagli degli altri libri ma solo degli accenni sul contenuto. Ha un’impronta molto soap opera ed è una saga immensa. Sono andato avanti a fatica non per difficoltà di lettura ma più perché effettivamente volevo vedere come la storia proseguisse e se prima o poi mi avrebbe fatto dire wow invece che meh. Personalmente credo di aver perso tempo e basta ma almeno ci ho provato. Ero alla ricerca di un fantasy dopo la fine dei libri di Martin e il nome del vento (non son partito con il paragone ovviamente) e spinto dalle recensioni tutte positive mi son fidato e ho continuato. Non so se le mie aspettative fossero elevate o se alla fine io nel fantasy cerco altro ma mi ha deluso abbastanza.
Ricordo che il primo romanzo mi aveva lasciato tanto amaro in bocca perché non avevo trovato tutte queste differenze dal signore degli anelli, anzi. E’ proprio molto simile questo primo libro e con un finale abbastanza affrettato e povero.
Negli altri libri si discosta dal signore degli anelli ma ho apprezzato davvero poco come si sono evolute le cose e i personaggi. C’è del contenuto in più negli altri lo ammetto.
Non è di difficile lettura perché comunque lo stile c’è e non è scritto male (anche se un po’ annacquato in certe parti) ma per quanto riguarda contenuti e personaggi ho trovato questa saga ridondante, statica e un po’ piatta. Anche quando effettivamente le cose si smuovevano lo stile mi appiattiva tutto. Ci sono pochissimi pezzi e pochissime cose che si salvano (parere personale) e l’unico personaggio che mi è piaciuto sia come crescita sia come storia è Perrin Aybara. Ha avuto tanto successo e ci sarà un motivo e se lo guardo con occhio oggettivo riesco a vederli ma con me non ha funzionato.
Mi dispiace molto perché la lettura non mi aveva annoiato tranne in certi punti ma non mi ha dato quel quid in più, anzi mi ha fatto arrabbiare.
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SUCCESSO DELUDENTE
Ho iniziato questo libro fidandomi delle moltissime critiche positive che girano sul web. È solo il primo di una lunga serie, ma (mi sono detta) se la saga è piacevole anche una dozzina di volumi si leggono senza problemi. Beh, purtroppo devo dire che mi fermerò al primo e non procederò oltre.
Sulla quarta di copertina c'era scritto "La saga più letta del mondo" e mi chiedo ancora se questa frase vada intesa in senso iperbolico o se sia davvero così. Fatto sta che Jordan (scrittore adulto, maturo, morto prima di terminare il libro - non un qualunque esordiente dunque, e questo faceva ben sperare) con questo primo libro mi ha deluso abbastanza. Quasi settecento pagine che alla fin fine si riducono quasi a... beh a poco. Per carità, non che osteggi i dettagli, le descrizioni e la prolissità, anzi (anche perchè quelli non mancano)! Però mi piace quando in tutto questo si può trovare del contenuto... invece ho proprio avuto l'impressione che di contenuto ce ne fosse ben poco. O se c'era era molto "annacquato", diciamo.
Eppure la storia si presentava bene. Ho apprezzato i primi capitoli, la descrizione dei luoghi e l'atmosfera creata dall'autore. Ma è stato un vero peccato vederla venire meno subito dopo al sopraggiungere del solito impedimento da "scappiamo altrimenti non sappiamo come iniziare un fantasy". A seguire, purtroppo (e dico purtroppo, perché mi dispiace dover essere dura con un autore di fama internazionale, io minuscolo utente sconosciuto nel mare infinito di internet) la storia ha subito (a mio parere naturalmente) un fortissimo declino. Ho impiegato molto tempo a riprendermi dallo stallo e benché qua e là via sia stata qualche punta di interesse, ogni nuova volta la storia ha finito per deludermi. Ho terminato di leggere quasi solo con la speranza che potesse riscattarsi sul finale e mettermi la curiosità di continuare a leggere il secondo libro... ma non è stato così.
In definitiva?
Questo primo romanzo mi sembra un inizio deludente, lento e inconcludente. Due sono le cose: o c'è troppa carne sul fuoco e resta lì e non si cuoce, o non ce n'è di abbastanza saporita. Le vicende e gli spunti appaiono piuttosto banali (sì, lo so: l'ispirazione a Tolkien e bla bla bla... bene, basta così con questa storia dell'ispirazione), il tema del viaggio è bene o male lo stesso di decine di altri libri; il mondo di Jordan non è ben descritto come avevo sperato leggendo ottime recensioni anche su questo; i personaggi stessi, non so... sono troppo statici, fissi, a volte persino fuori luogo nella loro marmorea immobilità. Alcuni di loro (a mio parere) risultano addirittura inutili.
Ma credo che la cosa peggio riuscita di tutto il libro sia un'altra: i dialoghi. Ok, sarò una che bada a certe piccolezze, ma il dialogo secondo il mio modesto parere è FONDAMENTALE: serve a far emergere le storie, le emozioni, le diversità (diversità, questa sconosciuta), i personaggi stessi insomma. E invece qui quello che mi è sembrato di cogliere è stato un susseguirsi di gente che parla tutta allo stesso modo, tutta con gli stessi intercalari e le stesse frasi idiomatiche, senza un minimo di differenza che possa creare una certa unicità del ruolo. Cercavo di concentrarmi su altro mentre leggevo i dialoghi perchè alcuni veramente non si potevano sentire... voglio dire, chi davvero direbbe "quali sporchi piani state tramando?"... è una frase da cattivone dei film americani, insomma, non è credibile che qualcuno parli così nella realtà...
In conclusione, l'unica cosa che ho apprezzato è stato lo stile. Ho trovato delle belle descrizioni e una certa dovizia di particolari che fa sempre bene a questo genere di storie. Ma un grande romanzo non può basarsi unicamente su delle belle descrizioni. Non un romanzo che si prefigge grandi obbiettivi come questo.
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Questo è fantasy !
Capita che a volte si lasci un titolo sul comodino o piu semplicemente su di una mensola ad impolverarsi, capita che tutti quelli che conosci ti dicano che il libro che stai trascurando è un capolavoro nel suo genere, e capita che tu, per paura della delusione lo lasci li a marcire... Questa è la storia del mio primo Robert Jordan e per una volta sono contento, contento di aver aspettato contento di aver atteso la predisposizione mentale perche' ho potuto toccare Saidin e Saidan, cavalcare nelle terre di Andor, attraversare le Vie e toccare la fonte con mano, perche la Ruota gira e ordisce come vuole, e forse è stata lei a farmi attendere ….
Questo romanzo è scritto come io ritengo che debba essere scritto un fantasy, senza fretta nella descrizione, ricco di particolari, senza annoiare,anzi, affascinado pagina dopo pagina e lasciandoti sconvolto davanti la magnificenza dei luoghi descritti.
Storia nella storia, profezie che sanno di leggenda e leggende che sanno di profezie, Jordan prende un gruppo di paesani e li usa come scusa per mostrati il mondo in cui vivono. Nessuno di loro conosce il mondo, conoscono solo le tradizioni; tutto quello che sanno del mondo oltre confine lo sanno dalle voci dei forestieri e nessuno di loro sa cosa realmente li aspetta al di la dei confini di Emond’s Field e tu con loro. Ma presto ho avuto modo di essere catapultato nella realtà di questo romanzo fantasy, una realtà fatta di leggende che diventano reali e profezie enigmatiche a cui non si da risposta, con i loro occhi scoprirete il mondo di questa saga che se è vero che questo è solo l’inizio allora non vedo l’ora di continuare la Caccia !
Elfi,Nani, Orchi, Goblin e altri esseri mitologici mancano, ma sono sostituti da esseri ancor più affascinanti e originali. L’influsso Tolkeniano in questo primo capitolo della saga e prepotente senza però risultare una sorta di scopiazzatura.
In conclusione:
Un libro straordinario nel suo genere, un vero fantasy classico,maturo, avvincente e coinvolgente, un libro che trasmette una potente energia , un testo che non appoggeresti mai sul comodino per noia, ma solo per sfinimento!
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Ci vuole pazienza
E finalmente ho trovato il coraggio di affrontarlo. Libro uno di tredici. Ma ce la posso fare.
Questo primo volume della saga è veramente ben scritto.
Personaggi perfettamente descritti e perfettamente coerenti e contestualizzati nell'ambiente che li circonda e li plasma e li trasforma man mano che raggiungono le varie mete del loro viaggio verso quella che potrebbe essere la salvezza o la rovina definitiva del mondo.
Ci vuole pazienza a leggerlo, però. Senza dubbio. Le descrizioni la fanno da padrone incontrastate in questo episodio e i dialoghi sono ridotti all'essenziale.
Non abbiate fretta e gustatevi i paesaggi, le città, i costumi. Assaporate i cibi e lasciatevi rapire dalle usanze delle diverse popolazioni che si incrociano via via.
Un'altra cosa importante a mio modo di vedere è che si tratta di storie di uomini. Niente creature immaginarie, o ridotte all'essenziale (Trolloc, Ogier) ma comunque sempre antropomorfe.
Un fantasy maturo, essenziale, grandioso. Con le palle.
Non nego che bisogna essere predisposti mentalmente verso il genere per farselo piacere, ma se ci riuscite avrete il giusto premio.
Io ve lo consiglio