L'atlante di fuoco
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La saga degli atlanti continua
Kate, Michael e Emma, sono tre ragazzini americani dei nostri giorni. Sono stati abbandonati dai genitori quando ancora erano molto piccoli, per allontanarli dalle insidie di una potentissima entità maligna (il Ferale Magnus). In dieci anni sono stati sballottati da un orfanotrofio all'altro, tutti, salvo qualche rara eccezione, da far invidia a quelli vittoriani di Oliver Twist. Quando, finalmente, pare che le cose migliorino, perché sono trasferiti in un bellissimo istituto, situato in un posto idilliaco, Cambridge Falls, in cui loro sono gli unici ospiti trattati con i guanti gialli, cominciano i veri guai. Infatti in quel luogo il mondo magico (abitato da benigni nani, ma anche da perversi esseri del Male) confina con quello dell’uomo e i tre ragazzini si troveranno, per la prima volta, a doversi confrontare con il loro terribile avversario ed i suoi accoliti altrettanto perversi. Qui scopriranno di essere destinatari di una missione: ritrovare i tre Libri dell’inizio, di ognuno dei quali uno di loro diverrà custode, e riunirli assieme per compiere una lontana profezia ed un progetto millenario di cui non si conoscono i fini.
Katherine, la maggiore dei tre, riuscirà ad impadronirsi dell’Atlante di Smeraldo, magico libro che domina il fluire del Tempo, ed a salvare la vallata dalle terribili insidie della Contessa, una dei "luogotenenti" del Ferale Magnus.
Questo è il contenuto del primo libro, antefatto indispensabile per poter comprendere "l'Atlante di Fuoco", secondo volume della trilogia. La narrazione del secondo libro riprende proprio dalla fine del primo: sono passati solo pochi mesi dalle avventure a Cambridge Falls, i ragazzini sono ritornati dalla sig.ra Crumley, ma il triste tran-tran nel brutto orfanotrofio dura poco, anzi le cose precipitano di nuovo: il Ferale Magnus li ha ritrovati e un'orda di mostruosi Strillatori irrompe sul posto. Kate, per salvare la sorella da uno di loro, è costretta ad usare l’Atlante per trasportare l'essere nel passato, ma qui rimarrà bloccata nell'anno 1899, l'anno della grande Separazione del mondo magico da quello degli umani. Gli altri due fratelli, assieme allo stregone dott. Pym ed al gigante Gabriel si pongono alla ricerca del secondo Atlante, quello di Fuoco che domina sulla Vita. Dovranno andare prima nella Terra del Fuoco e, poi, addirittura in Antartide, sempre inseguiti dalle orde nemiche. Michael alla fine riuscirà ad ottenere l'Atlante di cui diverrà custode suo malgrado, ma il prezzo sarà altissimo.
Gioia e delizia delle trilogie, destino a cui pare non poter sfuggire nessun romanzo fantasy, è che il lettore rimane vincolato alla storia anche se, magari, non è stato entusiasta del primo approccio. Io, poi, come collezionista compulsivo, non ho potuto esimermi dal comprare L'Atlante di Fuoco” pur non avendo provato irresistibile entusiasmo per “L'Atlante di Smeraldo”. Ma come si fa a restare a mezzo di una saga?
Questo secondo volume ha gli stessi pregi e gli stessi difetti di quello che lo ha preceduto, in grado anche maggiore, se possibile.
Lo stile usato è semplice e sobrio, decisamente fin troppo semplice e fin troppo sobrio, così che, a tratti, pare di leggere più una fiaba per l’infanzia (o un racconto narrato da un ragazzino) che un romanzo fantasy. La storia, poi, è infarcita di luoghi comuni (terribile la processione degli elfi dandy che a me hanno fatto pensare ad una serie di cloni di Julie Andrews e Dick VanDyke che danzano e cantano al parco nel film “Mary Poppins”!) e di idee non certo originali, vista la tipologia della storia.
Anche l’ambientazione non è impeccabile: se si vuol capire come costruire un Mondo alternativo in cui la magia coesista con il mondo contemporaneo si prendano lezioni da J. Stroud (la saga di Bartimeus) o dalla S. Clarke (il geniale “Jonathan Strange & il signor Norrell”!).
Però, innegabilmente, alla fine, la trama prende e ci si appassiona alle vicende dei tre ragazzini. Come il precedente, poi, dalla seconda metà la narrazione decolla e si fa più fluida, scabra ed incalzante, meno incline alle sdolcinature ed alle smussature dei primi capitoli e lo stile si fa più adulto ed elaborato (le due sole stelline di stile sono state attribuite soprattutto per colpa della prima parte).
Un ultimo appunto all'autore: era già stato lungamente preventivato che la storia dovesse svilupparsi su tre volumi. Era davvero necessario far terminare il secondo libro con una serie di battute finali più evidenti e fastidiose di un “To be continued”?
In ogni caso non è un libro disprezzabile, ma della media (o forse anche un po' sopra) tra quelli del genere, ovviamente esclusi i veri capolavori.
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DENTRO UNA GRANDE AVVENTURA!
Se il primo della trilogia mi ha colpita, il secondo devo dire che mi ha proprio folgorata, non riuscivo a staccarmi dalle pagine. Quando mi parlavano bene di questo libro, devo dire che avevano tutte le loro ragioni! Il secondo della trilogia, infatti, mi è sembrato molto più descrittivo rispetto al primo, anche nei particolari dei vari paesaggi e non sono certo mancate le emozioni e lo stato psicologico dei protagonisti! Protagonista stavolta è il piccolo Michael, che si trova a dover affrontare una nuova avventura, tutta dedicata a lui, il nuovo Custode di questo libro, anche se comunque non viene messa da parte nemmeno la sorella maggiore Kate. La più piccola rimane sempre un pò in disparte, sempre un pò capricciosa, ma penso proprio che il terzo libro sarà tutto dedicato a lei. Non male come scelta della scrittrice, di dare spazio ad ognuno di loro! Nuovi personaggi e nuove tensioni, per nuovi misteri e nuove scoperte! Mi sono finalmente emozionata e sono riuscita a entrare molto di più nella storia, ad affezionarmi ai personaggi, cosa che, sebbene il primo mi era piaciuto, non era successo... Mi aspetto un terzo capitolo coinvolgente e fantastico, ma sono sicura che sarà così!
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Una bella sorpresa
Veramente sono sorpreso.
Mi aspettavo il solito libro di mezzo di una trilogia. Un passaggio, più o meno avvincente, tra il primo dove impariamo a conoscere il mondo in cui si svolge la storia, e il terzo dove fatalmente tutto si conclude.
Invece mi sono trovato a leggere una storia di una delicatezza, introspezione e capacità affabulatoria che lo porta, a mio modo di vedere, ben sopra il volume che lo ha preceduto.
Questa volta il personaggio eponimo del libro è il fratello di mezzo, Michael. E impariamo a conoscerlo molto bene. Forse il più simile a noi (a me, e non in quanto maschio) in questa saga dai colori cupi.
Mi sono emozionato e commosso come non mi sarei mai aspettato.
La tecnica e i paradossi dei viaggi nel tempo anche qui sono descritti con cognizione e precisione e il colpo di scena finale mi ha turbato e fatto venir voglia di partir subito all'azione, unendomi alla combriccola.
Nonostante lo spessore l'ho letto in due giorni e ho pure rallentato verso la fine perchè non avrei mai voluto terminarlo.
Applausi all'autore e speriamo che arrivi presto il terzo volume!
Consigliatissimo!