L'ascesa dei re
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L'etica ballerina del consiglio veriano mi stupisc
"L'ascesa dei re" è il capitolo conclusivo nella trilogia Captive Prince, scritta da C.S. Pacat. La storia riprende dal termine de “La mossa del principe”, con Damen finalmente costretto a rivelare la sua vera identità e Laurent impegnato nella guerra contro lo zio usurpatore. E mai come in questo volume si percepiscono i problemi di ritmo nella narrazione, con battaglie campali risolte in poche righe da un lato e scene marginali proposte più e più volte dall'altro; la Pacat inoltre ha inserito troppe problematiche da risolvere in un numero esiguo di pagine, con il risultato di ottenere un finale davvero affrettato.
Ciò che mi ha maggiormente infastidito, oltre alla leggerezza con cui vengono descritti i confronti politici, è lo sdoppiamento di Laurent, finora l'unico personaggio ben caratterizzato: per dare finalmente uno sviluppo al lato romance della storia, l'autrice ha deciso di stravolgere il povero principe solo in un paio di scene e di mantenerlo “normale” (ossia distaccato e cinico) per il resto della storia.
In generale la maggior parte del romanzo va ha creare delle aspettative che il finale delude in pieno, come gli interminabili capitoli dedicati alle alleanze strategiche per formare l'inutile esercito, o ancora la ridicola storyline incentrata sul figlio di Jocasta.
Oltre ai protagonisti, gli altri personaggi sono pesantemente stereotipati e la serie si dimostra nulla più della fanfiction che era in origine. Peccato, perché l'idea iniziale prometteva di meglio.
Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i dieci motivi per i quali sconsiglio questa serie.
1. DAMIANOS “DAMEN” DI AKIELOS
Damen è a dir poco snervante, il che rende davvero problematico leggere tre libri quasi esclusivamente dal suo punto di vista. Non solo dimostra un'ingenuità disarmante per una persona del suo rango ed educazione, ma ogni sua azione denota la totale inadeguatezza al futuro ruolo di sovrano.
Che il regno di Akielos non sia la sua priorità lo si vede in svariate scene, specialmente ne “La mossa del principe” dove avrebbe decine di occasioni per scappare e rivendicare il trono usurpato, ma rimane fedelmente (?) al fianco di Laurent; inoltre non vediamo quasi mai una sua reazione degna di questo nome alle nefandezze commesse da Castor perché, essendo il protagonista, ovviamente è buono fino alla nausea.
Come molti dei personaggi inoltre, Damen è esteticamente perfetto e con delle caratteristiche atletiche quasi utopiche, che mi hanno subito portata a bollarlo come un Gary Stu fatto e finito. Qui gli esempi si sprecano, ma credo che vi basterà questa scena:
«La lancia era diretta al suo petto e DAMEN L’AFFERRÒ AL VOLO, [...]. Assorbì il contraccolpo e strinse le cosce sui fianchi del cavallo per restare in sella.»
2. PERSONAGGI FEMMINILI
A trilogia ultimata ho fatto mente locale sui personaggi femminili e ne ho contati soltanto cinque, escludendo le comparse che non parlano nemmeno: Jocasta, Vannes, Loyse, Halvik e la tenutaria del bordello. Avere per protagonisti una coppia di uomini non obbliga certo l'autrice a cancellare i personaggi femminili dal suo cast!
Inoltre, pur presentando un mondo in cui le relazioni omosessuali sono accettate e -in alcuni casi- incoraggiate, la cara Pacat ci delizia con altri aspetti non proprio positivi, come il disprezzo per i figli illegittimi, la schiavitù e la monarchia ereditaria vista in una luce molto positiva, dal momento che gli usurpatori sono ovviamente gli antagonisti.
3. L’ANTAGONISTA
E riguardo proprio i villain, parliamo ora dell'antagonista principale della trilogia, ossia il reggente di Vere. Indubbiamente la Pacat ha voluto giocare facile con lui, affibbiandogli come sole caratteristiche le due più ricorrenti tra i cattivi della letteratura, ossia mancanza di un nome ed abitudini perverse come pedofilia e incesto. Senza sforzarsi troppo per dare profondità al suo personaggio, l'autrice l'ha reso così una blanda versione umana dello Scar disneyano.
Sempre in tema antagonisti, gli altri sono davvero poco influenti e spesso mettono in atto dei piani dai risultati aleatori, come quello di Jocasta ne “L'ascesa dei re”
«Un gruppo di soldati era piombato su quel villaggio durante la notte gridando il suo nome. Avevano sterminato gli ignari abitanti e bruciato le loro case, una mossa pianificata con il preciso intento di danneggiare la sua credibilità politica.»
Se poi i soldati sterminano gli abitanti del villaggio, che senso ha dire loro di essere stati mandati da Damen? Ma soprattutto, quante possibilità c'erano che il nostro eroe trovasse il soldato morto nel bosco?
4. IL REGNO DI VERE
Dal momento che la maggior parte della narrazione è ambientata a Vere, questo è il regno che conosciamo in maniera più dettagliata. Ed è pieno di contraddizioni!
Partiamo con la presenza di un reggente senza un sovrano da sostituire; dal punto di vista storico, i reggenti sono chiamati a governare quando i re legittimi sono troppo giovani, fisicamente o mentalmente inadatti oppure lontani dallo Stato, ad esempio perché in guerra; qui invece c'è solo un principe non ancora incoronato.
E cosa dire dei mercenari? Quelli di Vere vengono decritti così:
«Non erano nemmeno soldati addestrati, bensì mercenari: combattenti mediocri e con grosse lacune.»
mente nel resto del mondo sono persone che combattono per denaro e quindi sono meglio addestrati e motivati dei soldati regolari, di solito contadini armati. Ma l'aspetto più esilarante di questo regno sta in quello che per loro è un tabù: i figli illegittimi; per pagine e pagine ci viene ribadito che sono la peggiore disgrazia che possa capitare, ma poi scopriamo l'esistenza di bordelli perfettamente legali... sono perplessa.
Sempre in relazione alla geografia di questo mondo, non riesco poi a spiegarmi come siano possibili così tante differente etniche e culturali tra due Paesi così vicini: in pratica, Akielos è l'equivalente dell'antica Grecia mentre Vere è la Francia di Luigi XIV!
5. FANSERVICE
Questo aspetto è messo in evidenza soprattutto dal comportamento di Laurent nel secondo e nel terzo libro perché, con l'intenzione di accontentare i suoi lettori, la Pacat ha stravolto il suo atteggiamento rendendolo più passionale e impulsivo, ma solo e unicamente nelle scene nelle quali queste caratteristiche vengono richieste (aka scene romantiche e/o erotiche con il caro Damen) mentre nel resto del tempo rimane il solito principe freddo ed altezzoso di sempre.
La differenza tra queste attitudini è davvero molto evidente e rende il personaggio poco realistico; il che per contro lo uniforma al resto del cast ed alla trama.
6. RITMO
Nell'intera serie si riscontrano dei problemi con il ritmo della narrazione, con scene fin troppo veloci (si arriva a far accadere degli eventi molto importanti fuori scena!) e altre estremamente lente o ripetute sempre uguali, come Nikandros ne “L'ascesa dei re” che ribadisce mille volte a Damen che non dovrebbe fidarsi di Laurent.
Ancor peggio ne “Il principe prigioniero”, libro che è praticamente privo di uno sviluppo verticale della trama, rendendo di conseguenza il ritmo estremamente lento.
7. SEGNI D’INTERPUNZIONE
Inizio col parlare delle virgolette, spesso piazzate dall'autrice a sproposito, sintomo di una revisione pigra. Alcuni esempi:
«I prediletti, invece, non “servivano”, si limitavano a starsene accucciati accanto ai loro padroni.»
«Damen aveva, in vita sua, assistito a molti spettacoli, ma a Vere i “divertimenti” erano di tutt’altra natura.»
In entrambi i casi sarebbe stato sufficiente specificare meglio i concetti, ossia servire il cibo e divertimenti a sfondo sessuale.
Altro problema è l'abuso di puntini di sospensione, problema del quale riporto alcuni degli esempi più lampanti:
«Il torpore che lo avvolgeva non era naturale e, preda di un’altra vertigine, ripensò all’odore stucchevole delle terme... all’incenso nel braciere... una droga, capì [Damen] con il fiato corto.»
«Ammesso che stesse agendo nel suo interesse... E anche se così non fosse stato, Damen era stanco dell’interminabile partita che si stava giocando quella sera. E tuttavia...»
«[...] fece appello a ogni briciolo di ragione rimasta per porre fine a... qualunque cosa fosse.»
«[...] eppure non avrebbe mai pensato...
...La testa di Nicaise estratta dal sacco di iuta; il corpo freddo di Aimeric allungato acconto a una lettera, e...
Era tutto molto chiaro.»
Non ci sarebbe nulla di troppo grave, non fosse che questi puntini non vengono inseriti nei dialoghi -dove una pausa di tanto in tanto è ammissibile- bensì nella narrazione in terza persona.
8. GENERE
Uno dei misteri di questa serie, per chi non l'ha letta, riguarda il suo genere. Vi tolgo subito il dubbio: è un romance, punto.
La mia perplessità è dovuta al modo in cui la trilogia viene presentata negli store online o da chi ne scrive le recensioni: c'è chi l'ha definita un fantasy, sebbene non ci sia alcun elemento sovrannaturale, e chi si è spinto oltre parlando addirittura di un romanzo storico... in un mondo fittizio!
9. FANFICTION
Per chi non ne fosse al corrente, questa trilogia in principio era una fanfiction originale che, in virtù dell'enorme successo sul web, è stata pubblicata da un editore come succede molto spesso negli ultimi anni.
A mio avviso c'è però una netta differenza tra la stesura di un romanzo e di una fanfiction, dove l'autore più intervenire di volta in volta modificando il corso iniziale della storia per seguire i suggerimenti dei suoi lettori.
Ma c'è dell'altro: nel testo ci sono tantissime informazioni ripetute, in alcuni casi forse proprio perché la lettura di questo genere di opere è frammentaria e risulta necessario rinfrescare la memoria ai lettori. Troviamo per esempio questa affermazione:
«Nonostante ciò, la sua [di Damen] forza fisica sembrava a malapena contenuta.»
seguita, meno di una decina di righe dopo, da quest'altra:
«La formidabile potenza del suo corpo era a stento trattenuta.»
E non basta, perché oltre alle ripetizioni la cara Pacat si trova spesso a rimarcare le ovvietà o a spiegare dei concetti basilari,
«Da questo momento esisti solo per soddisfare il principe ereditario, per il quale questa nazione è amministrata in reggenza e che un giorno ascenderà al trono.»
Se è il principe EREDITARIO è palese che un giorno ASCENDERÀ AL TRONO! I lettori non sono tanto stupidi!
Per la vostra gioia, e la mia esasperazione, ecco un altro esempio:
«[...] ma di tanto in tanto uno degli uomini gli parlava, anche se gli scambi erano brevi. Solo qualche parola qua e là.»
Anche in questo caso sarebbe stato sufficiente un po' di editing prima della pubblicazione. Purtroppo, quando un prodotto ha il potenziale per vendere gli editori tendono a non far caso a questi dettagli.
10. EDIZIONE
E in conclusione parliamo proprio dell'edizione, italiana in questo caso. Ovviamente sono felice che la Triskell si sia impegnata per portare nel nostro Paese una serie relativamente recente senza lasciarla a metà (ehm... Leggereditore... ehm), ma non posso evitare di notare alcune problematiche.
Partiamo con un aspetto soggettivo, perché su tre libri acquistati, mi sono trovata con tre formati diversi: il primo piccolo con la copertina lucida, il secondo grande con la copertina lucida ed il terzo grande con la copertina opaca. Ripeto, spero sia un problema solo mio.
Passando a qualcosa di decisamente oggettivo abbiamo invece un font senza dubbio troppo piccolo, un'impaginazione spesso migliorabile (pagine nuove solo per poche parole!), ma soprattutto una mappa incompleta e stampata in modo da rendere i nomi delle città illeggibili.