L'anello di Salomone. Il Ciclo di Bartimeus
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
E il genio di "Aladdin" muto!
Con "L'anello di Salomone" di Jonathan Stroud inizia la Tetralogia di Bartimeus, anche se fino all'ultimo sono rimasta combattuta se fosse il volume giusto dal quale cominciare: in teoria questo è un prequel alla trilogia originale scritto anni dopo la sua conclusione, ma nel volume unico edito da Salani viene messo all'inizio ed indicato come primo libro.
A conti fatti credo che entrambi gli ordini di lettura possano essere validi, perché la trama è comprensibilissima già da questo libro e non ho trovato nessun riferimento oscuro. La storia vede come protagonista Bartimeus, un jinn abbastanza forte ma soprattutto molto astuto che come molti suoi simili è al servizio di uno dei maghi supremi di Gerusalemme; la città è diventata il punto di convergenza per i più potenti stregoni degli Stati limitrofi in virtù dell’Anello indossato da re Salomone, capace di convocare in un attimo un esercito di spiriti ai suoi comandi.
Sebbene la trama sia uno dei punti deboli del libro a causa della sua prevedibilità, non voglio dire nulla di più per evitare spoiler; anticipo soltanto che il libro vede come coprotagonista Asmira, una guerriera proveniente dalla lontana Saba con la missione di proteggere il suo regno dalla minaccia dell’Anello. Lei è decisamente l’altro punto debole, perché ha una storia personale già letta decine di volte e perché il suo personaggio mantiene un comportamento detestabile per buona parte del volume, così che la sua svolta finale risulta troppo affrettata.
Ma veniamo agli aspetti positivo del romanzo. Innanzitutto il personaggio di Bartimeus è caratterizzato in modo geniale e assolutamente accattivante, con la giusta miscela di sarcasmo e sagacia: i suoi capitoli POV -gli unici ad essere narrati in prima persona- sono decisamente i più godibili. Un’altra nota positiva è data dall’interessante sistema magico collegato ad oggetti incantati e all’evocazione degli spiriti; promuovo a pieni voti anche la scelta di dare un taglio molto maturo a questo libro per ragazzi, affrontando anche tematiche come la perdita, la lotta spietata per il potere e lo sfruttamento degli schiavi.
Indicazioni utili
Un ippopotamo in gonnella
Bartimeus di Uruk, furbo e accattivante jinn dalle infinite qualità, viene evocato per compiere alcune importanti missioni (costruire templi a mano come gli uomini, trasportare carciofi freschi di rugiada e così via) alla corte del Re d'Israele Salomone, uomo tanto 'saggio' quanto potente. Quest'ultimo terrorizza i regni vicini grazie alla riconosciuta forza del suo Anello che è capace di evocare intere legioni di demoni da assoggettare al proprio comando per esaudire ogni desiderio (vi ricorda qualcosa?).
Ma pian piano le cose si fanno più complicate: il Re si fa sempre più misterioso, i tributi dovuti al suo regno sempre più pesanti e nella sua cerchia di maghi non tutte le ambizioni sono delle più onorevoli...
Questo è un libro per nostalgici. Io l'ho comprato appunto perché sentivo la mancanza di Bartimeus e del suo smisurato carisma, capace di rendere una storia esilerante e piena d'ilarità.
Che dire, il nostro protagonista non mi ha deluso neanche questa volta; ma come avrebbe potuto? I suoi lazzi, le sue riflessioni di ironiche, le sue avventure riescono sempre a farti scappare un sorriso!
La trama in sé è semplice e ben strutturata, le pagine volano via facilmente, e come sempre l'autore è riuscito a tenere alto il livello d'attenzione con colpi di scena (beh, non proprio imprevedibili), avventure mirabolanti, dialoghi divertenti/stuzzicanti e descrizioni soddisfacenti arricchite con qualche cenno storico. Lo stile è scorrevole e lineare, con un lessico adatto a tutti, e con un ritmo costante che ci permette una lettura fluida.
Tuttavia... Prima di questo volume ho letto il Ciclo dedicato a Bartimeus e Nathaniel, e devo ammettere che, nonostante l'anello di Salomone sia una lettura interessante e coinvolgente, non ha la stessa forza narrativa della trilogia.
Sebbene sia riuscita ad apprezzare pienamente i personaggi di questo libro, non mi hanno trasmesso le stesse emozioni, né appassionata tanto, né particolarmente stupita. Oserei dire che qui l'unico protagonista è proprio Bartimeus, mentre gli altri sono semplici comparse nella sua storia. O perlomeno così è sembrato a me, che ho amato così tanto il Ciclo e forse sono un po' restia ad 'innamorarmi' di altro.
In definitiva però è una bella lettura: fresca, scoppietante, vivace e simpatica come solo può essere una storia in cui il protagonista è l'unico, inimitabile, Bartimeus di Uruk.
Se potete, leggete prima questo e poi la trilogia; forse così avrà più gusto. Consigliatissimo