Il tempo della guerra
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Con una piroetta si risolve (quasi) tutto
E proprio quando stavo per perdere del tutto la speranza in questa serie, ecco palesarsi una trama. Sì, sono un pochino melodrammatica, ed è anche vero che nei primi tre libri sono successe un mucchio di cose, mancava però un intreccio più ampio, che desse un senso alle storie dei singoli personaggi e mettesse finalmente a frutto pagine e pagine di creazione dei rapporti e world building.
Ne "Il tempo della guerra" l'attenzione è concentrata principalmente all'incontro tra i maghi organizzato sull'isola di Thanedd, durante il quale verranno palesate le alleanze nello scontro temporaneamente interrotto tra Nilfgaard ed i regni a nord del fiume Jaruga, sui quali l'impero non nasconde di voler mettere le mani a dispetto della tregua stipulata. Geralt, Ciri e Yennefer vengono ovviamente coinvolti loro malgrado, e corteggiati o minacciati da entrambi gli schieramenti; la ragazzina in particolare è vista come un ambito premio per dei motivi che in questo libro si cominciano finalmente a svelare.
Con la nuova importanza acquisita dalla trama, la struttura "ad episodi" viene in parte accantonata, anche se si ha ancora la sensazione di leggere delle vicende molto distanti tra loro, almeno a livello temporale, ed identificate da ognuno dei lunghissimi capitoli. Sono inoltre ancora presenti un gran numero di personaggi filler, che Sapkowski introduce ed elimina ad un ritmo quasi frenetico; questo diventa un problema per l'ingenuo lettore nel momento in cui alcune di quelle che riteneva soltanto delle comparse si rivelano essere invece personaggi ricorrenti, e scopre di dover quindi memorizzare i loro impronunciabili nomi per i libri seguenti.
Fortunatamente non abbiamo un cast composto solo da false comparse, e se è ormai chiaro che Geralt con il suo carisma da muro di cartongesso non rientrerà mai tra i miei personaggi preferiti, in questo volume ho apprezzato molto sia Yennefer sia (incredibilmente!) Ciri, che per la prima volta gioca un ruolo molto attivo negli eventi narrati. Ho adorato in particolare le parti in cui i tre protagonisti interagiscono direttamente fra loro o parlano l'uno dell'altro con personaggi terzi, perché si percepisce sempre più come siano una vera famiglia, a dispetto delle separazioni a cui spesso sono costretti.
Tutto considerato posso dire di avere delle aspettative abbastanza alte per come potrebbe continuare la serie, con la speranza che l'autore conceda magari più spazio all'analisi degli antagonisti, per ora privi di motivazioni che vadano oltre alla banale sete di conquista. Nel caso fosse necessario tagliare qualche altro personaggio per farlo, posso assicurarvi che la sottoscritta non sentirebbe affatto la mancanza di un cento bardo, convinto di essere esilarante quando è soltanto un fastidioso comic relief.