Il sognatore Il sognatore

Il sognatore

Letteratura straniera

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È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente.certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.



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Il sognatore 2024-08-12 11:11:44 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    12 Agosto, 2024
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La magia delle possibilità

In un’atmosfera da antica leggenda nasce un amore impossibile, che viene però raccontato in questo fantasy con uno stile poetico ed onirico, che è l’aspetto più rilevante della lettura, nonostante a volte si riveli un po' prolisso. Nell’entrare in contatto con questo mondo surreale, senti quasi il battito d’ali delle falene dalle ali color di tramonto che escono dalla bocca della dea protagonista e che le permettono di fare incursione nelle menti umane. E’ d’incanto la descrizione della scoperta del loro legame, del loro amore. L’uno dentro l’altro trovano il luogo giusto, l’unico e il vero, sperimentano il primo inebriante sospiro di adeguatezza, prima di venire strappati via dalla realtà e rigettati in una casuale e solitaria dispersione: quel luogo sono loro due. Una scrittura evocativa, capace di far emergere la nostra parte più fantasiosa e creativa e buona tanto da accendere la nostra curiosità sul seguito, perché nelle belle favole non vince mai il male.

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Il sognatore 2020-12-31 12:41:21 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    31 Dicembre, 2020
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Questo libro è arrapato

"Il sognatore" è il primo volume dell'ultima duologia scritta da Laini Taylor, autrice della quale avevo già completato la trilogia Daughter of Smoke and Bone, quindi ho notato subito il riproposti di alcune situazioni e tropi narrativi nella nuova serie, che risulta un po' meno originale della precedente (il sistema magico poi sembra preso paro paro dalla trilogia Das Silber Trilogie di Kerstin Gier) ma comunque gradevole nel complesso, specialmente per l'ottimo ritmo della narrazione.
La trama vede come protagonista il bibliotecario Lazlo Strange -ovviamente orfano e vittima di maltrattamenti infantili- che, come una novella Cenerentola, si vede offerta un'occasione irripetibile: unirsi ad un gruppo di guerrieri per raggiungere una misteriosa città chiamata Pianto da quando il suo vero nome è stato cancellato dalla memoria collettiva. Il capitoli POV di Lazlo sono però solo la metà perché abbiamo anche i punti di vista di diversi personaggi secondari e, soprattutto, quello della coprotagonista Sarai.
Lo sviluppo della storia è abbastanza prevedibile nel quadro generale, ma riesce a stupire con dei colpi di scena forse non strabilianti ma piazzati nei momenti giusti. Un ruolo molto più importante è affidato ai personaggi, anche se non tutti riescono a portare a termine in modo brillante questo compito: Lazlo è un protagonista abbastanza convenzionale che, pur volendo ispirare simpatia nel lettore, lo porta soltanto ad esasperarsi per la cecità che dimostra di fronte a rivelazioni alquanto prevedibili; promuovo invece a pieni voti Sarai, Minya, Eril-Fane e Azareen per la loro costruzione sfaccettata e ricca di contraddizioni che invogliano chi legge a riflettere sulla loro condizione. Per quanto riguarda Thyon Nero, mi aspettavo decisamente di più viste le pagine che l'autrice investe per descriverlo, ma ho comunque speranze per lui nel secondo libro.
Se da un lato abbiamo dei personaggi davvero memorabili, dall'altro sono presenti dei problemi che mi hanno impedito di dare un voto più alto ad un libro molto godibile nel suo insieme. Innanzitutto non sono riuscita a darmi piacere la valanga di soprannomi cringe dei personaggi -tra Massacratori degli Dei e Figliocci d'Oro sembra di essere a Westeros- e di nomi impronunciabili affibbiati a creature e luoghi; questa situazione è accentuata dall'assenza di un glossario e di una mappa, che sarebbe stata molto utile per avere un quadro più completo del mondo in cui si muovo i personaggi. Tra l'altro, l'ambientazione è in generale molto confusa: l'autrice mescola riferimenti al Cristianesimo e termini inglesi come "shock" o "problem solving" in un mondo in teoria completamente fittizio.
In alcuni casi, mi è perfino sorto il dubbio che il problema stesse nella traduzione perché piatti come la "cotoletta" e fenomeni naturali come il "Carsismo" non credo siano all'ordine del giorno nella lingua inglese. Ma il termine che più mi ha stupita è stato "joule", usato correttamente come unità di misura del calore... correttamente se immaginiamo che James Prescott Joule abbia visitato questo mondo fantasy per portare anche qui le sue scoperte fisiche! Come no.

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