Il silenzio dell'acqua
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L'ambientazione è palesemente Bikini Bottom
La lettura di "The Surface Breaks" non è stata decisamente all'altezza del bel ricordo che avevo di "Solo per sempre tua", altro romanzo di O'Neill letto un paio di anni fa che mi aveva decisamente stupita, in particolare per il finale coraggioso e affatto scontato; per contro qui abbiamo un finale fiacco e terribilmente aperto. Ma partiamo dal principio.
Il romanzo si ispira alla storia de La sirenetta, sia la fiaba di Andersen sia il lungometraggio animato Disney (la descrizione di parecchie scene viene ripresa in modo pedissequo), dimenticando nel mentre che si tratta di allegorie rivolte ad un pubblico giovane e per questo molto semplificate: la cara Louise invece le ha prese alla lettera ed ha pertanto deciso di scriverne una nuova versione femminista da opporre ai messaggi chiaramente misogini di quelle precedenti. Incontriamo quindi la nostra protagonista, la sirena Muirgen "Gaia", che condivide con Ariel l'atteggiamento infantile ed ingenuo, oltre ovviamente alla curiosità nei confronti del mondo umano; Gaia ha però delle motivazioni un po' più valide dal momento che la madre era a sua volta affascinata dagli uomini e pare essere scomparsa proprio a causa loro, e questo evento spingerà la giovane a voler andare oltre il regno marino.
A livello di trama ci sono ben pochi cambiamenti rispetto al materiale di partenza, quindi non vi aspettate grossi colpi di scena, neppure per quanto riguarda gli elementi inediti, che vengono esposti al lettore con tanta chiarezza da farlo sentire preso in giro. In generale tutto in questo libro sembra scritto per un pubblico tardo, con gli stessi messaggi e le medesime riflessioni ripetute ogni due righe: capisco che il target di riferimento sono i ragazzi, ma non si tratta per questo di persone sprovviste di memoria a breve termine. Ed il tutto è ancora più ironico se pensiamo che la CE ha applicato sul volume un'etichetta per sconsigliarne la lettura ai lettori giovani.
Per quanto mi riguarda, penso che da ragazzina avrei molto apprezzato questo romanzo, anche se le tematiche vengono esposte con troppa enfasi. E anche adesso ci sono alcune cose che posso sicuramente salvare: promuovo l'intento dell'autrice se non la forma e la caratterizzazione della protagonista, che pur risultando per molti aspetti fastidiosa è verosimile nella sua misoginia interiorizzata, inoltre mi è piaciuto molto il personaggio di Ceto e trovo che il capitolo extra sul suo passato sia godibile, anche se non indispensabile.
Ma passiamo a qualche difetto minore prima di affrontare la balena nella stanza. I dialoghi vengono costantemente interrotti dai pensieri di Gaia o da spiegoni sul world building, e questa scelta stilistica mi ha fatto perdere il filo della narrazione più di una volta. Alcuni personaggi vengono presentati unicamente per dare all'autrice la possibilità di spiegare qualche aspetto del mondo marino: è il caso di Lorelai o della guaritrice con poteri telepatici che per misteriose ragioni non viene usata come spia all'interno di un regno di stampo autoritario. Ho trovato poi fastidioso il modo in cui vengono inseriti alcuni messaggi sul femminismo: un esempio è quando Gaia riflette su come sia ingiusto che il corpo di una donna debba essere a disposizione di chiunque voglia toccarlo, peccato che questa illuminazione le giunga mentre un'innocente sarta le sta prendendo le misure!
Ed eccoci arrivati al problema maggiore, un problema che non avrei neanche tirato in ballo se O'Neill avesse mantenuto il tono fiabesco dell'opera originale, ma così non è stato e l'elemento che più ne ha risentito è indubbiamente l'ambientazione. Per quanto riguarda il mondo umano, passiamo da abiti che necessitano dell'aiuto di una domestica per essere indossati alle minigonne: in un primo momento mi stavo impegnando nel cercare di inquadrare l'epoca storica, ma verso l'epilogo sia io sia la cara Louise abbiamo gettato la spugna. Il mondo delle sirene è ancora più incomprensibile, e se alcune incongruenze possono essere giustificare dal fattore fantasy (la luce del sole che arriva negli abissi, il fatto che tutti parlino la stessa lingua, la capacità di sentire gli odori o di piangere sott’acqua), altre semplicemente non hanno senso: le figlie del sovrano che salgono in superficie da sole, le troppe informazioni sul mondo umano (tra cui il modo in cui misurano il tempo), i poteri magici del tutto randomici e funzionali alla trama, il vaghissimo sistema religioso, le ancor più vaghe Outerlands (magari sarebbe stato utile vedere una sirena venire esiliata, anziché raccontarcelo e basta!) e le convenientissime Sea Laws che tappano i buchi di logica.
A fine lettura mi rimane anche un grande interrogativo: perché includere la figura delle Rusalkas? Tutto sommato, la storia sembra essere ambientata in Irlanda, Paese natale dell'autrice dal quale provengono le Banshee, una creatura leggendaria molto simile alle Salkas. Quindi perché non inserire le Banshee autoctone ma andare a sradicare un essere mitologico dal folklore slavo?
NB: Libro letto in lingua originale
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- no
Dimenticatevi la sirenetta della Disney
Il Silenzio dell'acqua è una rivisitazione in chiave femminista della fiaba de La Sirenetta di Andersen per cui dimenticatevi sole cuore e amore e vi ritroverete davanti a una storia triste, crudele e brutale. Il romanzo è classificato come uno YA ma lo vedo adatto a un pubblico più maturo.
La protagonista è Gaia (per il padre Muirgen) una sirena che compiuti i 15 anni ottiene dal padre (Re del mare) il permesso di salire in superficie. Quel giorno, a causa di una tempesta salva Oliver, un umano del quale s'innamora subito. Gaia desidera tanto stare con quell'umano tanto da rivolgersi alla Strega del mare, la quale la trasforma in un'umana ma a un prezzo molto alto (Le verrà tagliata la lingua e ogni volta che camminerà proverà dolori atroci). Nonostante questo Gaia accetta ma quando finalmente si ritroverà a vivere come un umana a casa di Oliver scoprirà che forse non è stata la scelta giusta.
La società in cui vive Gaia in fondo al mare è dominata dal suo tirannico padre. Interessato solo all'obbedienza e alla bellezza delle sue figlie (l'autrice tende a ripeterlo costantemente). Le donne sono considerate come proprietà e quindi usate come pedine per i propri scopi. Considerate come essere inferiori devono sottostare ai desideri degli uomini. Successivamente scopriremo che ciò è dovuto ad un senso di inferiorità e insicurezza.
Gaia è una sirena ingenua ed è assetata d'amore visto la situazione familiare non proprio rosea, in più si ritrova obbligata a sposare un uomo più vecchio e lascivo che non esita a ricattarla senza che nessuno possa aiutarla.
La figura, forse più interessante, è quella della Strega del Mare che viene presenta come un personaggio ambiguo. Non proprio un'eroina ma non completamente cattiva. La Regina del mare è una donna paladina delle Salke, donne annegate con dolore che hanno trasformato il loro odio verso gli uomini in vendetta diventando così delle creature che affondano le navi.
Personaggi maschili positivi non ci sono il che non è realistico: Il padre sembra un fumetto ma efficace per quello che deve rappresentare, Zale (fidanzato di Gaia) simile al padre se non peggio, Oliver anche se positivo viene comunque descritto come un tipo indeciso ed egocentrico. Insomma anche lui non ispira tanta simpatia nel lettore. Però bisogna considerare che è coerente come scelta visto che l'intento è quello di protestare contro il modo in cui la donna viene trattata e come la società lo consenta.
La costruzione del mondo del mare è ben descritta contrariamente a quello umano che sembra un po' superficiale. Per quanto riguarda l'epoca in cui viene narrata la storia non è per niente definita. E anche il posto potrebbe essere ovunque in base alle descrizioni.
Trattandosi di una rivisitazione in chiave femminista vengono inserite aggressioni sessuali (descritte in maniera implicita più che esplicita), abusi da parte di genitori, controllo sul cibo, il rispetto di determinati standard di bellezza, donne oggetto e via di seguito. E chi non rispetta le regole viene esiliato nelle terre dove a "governare" c'è la Strega del mare.
Lo stile di scrittura è scorrevole all'inizio poi diventa alquanto noioso e ripetitivo con le continue descrizioni dei dolori di Gaia quando cerca di camminare sulle gambe e i tentativi con cui cerca di attirare Oliver.
Non ha grandi colpi di scena e il finale è in linea con il contenuto del libro. Non mi è dispiaciuto anche se è decisamente amaro.
Non è un libro per tutti perché l'intento è più quello di riflettere sulle tematiche proposte che sulla storia in sé della sirenetta.
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