Il sangue degli elfi
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Opinioni inserite: 3
Strappato
Nel complesso un buon romanzo che mi è piaciuto ma che ha sicuramente dei lati negativi.
E' un fantasy "maturo" più per adulti che per ragazzini.
Lo stile dell'autore è sicuramente originale. Mi piace quando le scene di azione o gli allenamenti non vengono descritti ma "fatti vivere" tramite lunghi dialoghi fatti di botta e risposta. Questo lascia ampio margine all'immaginazione personale, anche se nel mio caso è impossibile non ricollegare il tutto alle immagini della serie TV.
In altre occasioni l'autore ci illumina con stralci di realtà palpabile:
"Tre zatterieri uscirono barcollando sulla banchina. Due di loro litigavano e si spintonavano, tirando a ripetizione le stesse bestemmie, fino alla nausea. Il Terzo appoggiato a un palo, pisciava nel canale fischiettando un'arietta stonata."
Descrizioni vere, sporche, reali e poco "fantasy"
Nel complesso però il romanzo risulta "caotico", io ho l'opinione che in origine dovesse essere una raccolta di racconti che poi lo scrittore ha deciso di collegare in un' unica storia (magari spinto da chi pagava per far uscire il libro). Così le varie sequenze sono state collegate a forza. Il problema è che i collegamenti risultano "strappati" ed alcuni parti invece proprio fuori contesto, come una coperta confezionata con pezzi di tessuti diversi per forma e colore e cuciti insieme a forza, con il filo di spago in alcuni punti e con niente in altri, lasciando così dei buchi vuoti (in uno di questi buchi è finita la maga Triss...).
Meravigliosi i personaggi tra cui sicuramente spiccano Yennefer e Geralt.
Pessimo il finale, semplicemente perché non è un finale... Io l'ho letto con il Kindle, all'ultima riga ho pensato non fosse finito ed ho cercato invano di "rientrare" nel romanzo per trovare le pagine mancanti fino a rendermi conto che "segnava 100%"... Insomma come andare ad un pranzo che viene interrotto dopo l'antipasto ed il primo e tu sei li seduto mentre tutti se ne vanno a chiederti quando arriverano i secondi ed il dolce... Purtroppo stavolta niente secondo, niente dolce e scordatevi gli amari!
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Le novelle finiranno tra 3, 2, 1...
Ero molto indecisa sul voto da assegnare a questo libro, perché alcune parti sono state estremamente interessanti e piacevoli da leggere, ma come primo romanzo effettivo della serie non credo abbia svolto al meglio il suo compito. Questo perché "Il Sangue degli Elfi" è fin troppo simile alle novelle, dalle quali dovrebbe invece distaccarsi per iniziare a raccontare una storia più omogenea; quella che abbiamo qui è praticamente una nuova raccolta, con episodi distinti dai lunghissimi capitoli. E pensare che nell'ultima recensione scritta, quella per "Blanca & Roja", mi ero lamentata dei capitoli troppo brevi!
Come conseguenza di questa divisione, anche la trama è frammentata e individuare il filone principale che sarà poi il fulcro della serie non è così immediato. Inizialmente vediamo Cirilla "Ciri" a Kaer Morhen impegnata ad allenarsi con gli altri strighi, poi seguiamo i vari spostamenti di Geralt mentre dei nuovi antagonisti sono sulle sue tracce e scopriamo qualcosa di più sulla situazione politica dei vari regni, nella parte finale si ritorna all'addestramento di Ciri ma in questo caso con Yennefer per imparare a controllare la sua innata predisposizione alla magia.
Il passaggio da una storia all'altra si percepisce nettamente e scombussola un po', così come le parti in cui la narrazione sembra interrompersi per fare spazio ad alcuni fastidiosi info dump. Infatti, se da un lato il romanzo ci fornisce nuove informazioni utili -soprattutto sul ruolo degli strighi e la loro organizzazione- risulta snervante leggere pagine e pagine in cui personaggi secondari appena introdotti disquisiscono sulle faide tra i vari Stati o sugli antagonismi interni al Capitolo dei maghi. Il tutto contornato da una grandinata di nomi astrusi che si dimenticano dopo mezza riga, e potrebbero rivelarsi poi di vitale importanza, come anche no.
Delle spiegazioni più dettagliate non guasterebbero invece nelle scene in cui vediamo Ciri apprendere le tecniche di combattimento e gli incantesimi, ma proprio in questi passaggi Sapkowski ricorre a dei lunghi dialoghi fatti di botta e risposta cosicché il povero lettore deve capire da solo quali gesti stia facendo la ragazza o su quale attrezzo si stia esercitando. Ormai ho capito che questo è un tratto distintivo dell'autore, e devo ammettere di averci fatto un po' il callo, oltre a trovare divertenti i piccoli twist che inserisce alla fine dei dialoghi.
Nel romanzo hanno ampio spazio la crescita del personaggio di Ciri e il suo rapporto con i mentori Geralt e Yennefer. La ragazzina ricalca uno stereotipo abbastanza comune, ma alcune sue battute sono molto intelligenti e nel complesso sono riuscita a non trovarla quasi mai irritante; la sua inesperienza del mondo è inoltre un ottimo escamotage per introdurre molti dettagli sconosciuti al lettore. Per quanto riguarda lo strigo, qui l'ho trovato ancor più fastidioso rispetto alle novelle, e mi sono chiesta seriamente cosa trovi ogni singolo personaggio femminile di tanto affascinante in lui; anche il suo modo di relazionarsi a Ciri non mi ha fatta impazzire. Con Yennefer invece è tutto un altro paio di maniche: lontano da Geralt, il suo personaggio ha avuto lo spazio per mostrare tutto il suo potenziale, in particolare il suo sarcasmo è finalmente sfruttato per qualcosa che non sia un punzecchiamento amoroso.
Che dire poi del meraviglioso rapporto che la maga instaura con Ciri? i dialoghi tra loro sono di una tenerezza unica, pur rimanendo sempre brillanti e pungenti. E, da soli, hanno saputo risollevare questa lettura.
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- no
Noioso
Primo romanzo della saga, terzo libro pubblicato a seguito delle due raccolte di racconti, “Il sangue degli elfi” è, a mio parere, molto noioso e sconnesso. 393 pagine che possono essere riassunte in poche righe: Ciri viene allenata a Kaer Morhen, ma a seguito del manifestarsi di strane visioni e incubi da parte della ragazzina, Geralt chiede consiglio alla maga Triss. Con lei decide di portare Ciri al tempio di Melitele dove verrà istruita da Yennefer.
Fine.
La storia è frammentaria, ci sono capitoli interi dove personaggi che non si conoscono discutono di cose che non si capiscono in luoghi che non si sa dove sono. Grande pecca di questo libro è, sicuramente, l’assenza di una cartina geografica. Molti romanzi fantasy hanno un’illustrazione del mondo fantastico in cui è ambientata la storia, serve per facilitare la comprensione della disposizione dei regni e i luoghi in cui avvengono le battaglie. In questo caso non avrebbe fatto per nulla male averne una a disposizione, perché quando i suddetti personaggi che non si sa chi siano cominciano a fare strategie di guerra, non si capisce nulla. Ero tentata di saltare quei capitoli, perché mi hanno annoiato tantissimo.
E a proposito di noia, è stato terrificante da leggere la parte in cui Ciri viene addestrata dagli strighi. Duelli e allenamenti fatti solo di dialoghi, zero descrizioni dei “macchinari” quali il pettine e il pendolo, praticamente una sceneggiatura. Esempio: «Colpisci, Ciri!», «Ah!», «Para, Ciri!», «Ah!», «Brava, Ciri!».
Altra cosa che non mi è piaciuta di questo romanzo è che i personaggi sembrano diversi da come erano stati presentati nei racconti.
Yennefer è decisamente più dolce (immaginate la mia perplessità quando afferma “Ti voglio bene, Ranuncolo”, quando invece non lo aveva mai sopportato), ma resta pur sempre il personaggio più interessante. Le ultime cinquanta pagine del libro con lei che istruisce Ciri sono le più divertenti e piacevoli da leggere.
Ranuncolo ha poco spazio in questo libro, ma è rimasto fedele a se stesso.
Infine Geralt, che è pressoché secondario, statico, a tratti viene il dubbio che nella storia ci sia. Passa per quello che si fa ogni maga in circolazione, anche perché ogni maga lo trova irresistibile.
Come se non fosse abbastanza, c’è un’altra cosa che non mi è piaciuta affatto, ossia che il romanzo sembra impostato come le due raccolte di racconti. Ogni capitolo è quasi sconnesso da quelli prima, non si sa dove siano finiti i personaggi. Il passaggio più eclatante è dopo il viaggio di Ciri, Geralt e Triss verso il tempio di Melitele. Al termine del capitolo 4 li avevamo lasciati per strada con una carovana di nani attaccata degli elfi. Il 5 comincia con Geralt che è in una delle sue solite missioni da strigo e dobbiamo dare per scontato che Ciri sia arrivata al tempio. Di Triss non verrà fatta più menzione per il resto del libro, così come della compagnia con cui viaggiavano.
La lettura di questa saga termina qui, per me.