Il re dei fulmini
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Mark Lawrence, ricercatore scientifico, si occupa principalmente di intelligenza artificiale. Vive in Inghilterra. Il re dei fulmini è il secondo episodio di una grande saga, che inizia con Il principe dei fulmini, già pubblicato in Italia dalla Newton Compton.
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Odio per Sageous che manco Thomas Eichorst
"Il re dei fulmini" di Mark Lawrence è il secondo volume nella Trilogia dei fulmini (com'è nota in Italia la Broken Empire Series), da me iniziata lo scorso anno con “Il principe dei fulmini”.
Rispetto al primo libro, “Il re dei fulmini” è stata una lettura più scorrevole perché già conoscevo buona parte dei personaggi, ma soprattutto lo stile dell’autore, quindi ero sicura di dovermi aspettare qualche plot twist inaspettato; e sebbene fossi preparata, Lawrence è riuscito di nuovo a cogliermi di sorpresa, lasciandomi in più punti letteralmente a bocca aperta per le trovate geniale che escogita.
Il volume riprende gli avvenimenti dalla conclusione del primo, per poi suddividersi in tre narrazioni distinte: una nel presente, ossia quattro anni dopo la conquista delle terre di Renar, una nel passato, nei mesi immediatamente successivi all’ascesa al trono di Jorg, e una frammentata tra le altre due e creata dalle pagine del diario di Katherine. A ciò si aggiungono i continui flash back e i riferimenti alle avventure passate di Jorg con i suoi Fratelli negli anni di vagabondaggio: in breve, è una lettura che richiedere un’attenzione costante se si vuole seguire bene gli eventi.
Assieme alla trama, complessa e sorprendente, il punto di forza di questa serie è indubbiamente il cast dei personaggi a cominciare dal protagonista: Jorg è tanto difficile da amare per la sua lucida crudeltà quanto impossibile da detestare per il coraggio e l’impegno che instilla in tutte le sue imprese. Tra i personaggi che ho apprezzato devo necessariamente citare quel sant’uomo di sir Makin (praticamente, l’equivalente di Mazzachiodata dalla trilogia The Tearling) e lo schietto Lord Robert, ma la figura meglio riuscita è a mio avviso Sageous, forse l’antagonista più manipolatore e detestabile di cui abbia mai letto. In senso positivo, ovviamente.
Piccola nota dolente invece per i personaggi femminili che, seppur in alcuni casi davvero ben caratterizzati (Miana è la più interessante, a mio parere), sul piano fisico si riducono a due stereotipi: giovani e piacenti o vecchie raccapriccianti, nessuna via di mezzo!