Il mare senza stelle
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Una lettura infinita, come il mare e decisamente s
Già averlo dovuto riportare in biblioteca per poi riprenderlo perché non ero riuscita a finirlo in tempo prima che scadesse il prestito è indicativo.
Dunque voto: 2/5
Do 2 cactus solo perché riconosco nella scrittrice una superba capacità di scrivere e dipingere immagini e per la sua fervida immaginazione.
Ma l’intreccio… dell’intreccio, ne vogliamo parlare?!?
Qui, come spesso capita, viene usato l’espediente di alternare le vicende di diversi personaggi nei vari capitoli, ma si arriva ad un punto in cui si fa estrema fatica a capirci qualcosa e perdevo spesso il filo.
È un tomo da 600 pagine, il che personalmente non rappresenta un problema, ma posso candidamente dichiarare che tutto sto popó di libro poteva essere condensato nella metà delle pagine.
Descrizioni, descrizioni e descrizioni che non danno nulla e che si soffermano su dettagli che poco aiutano a descrivere la personalità dei protagonisti.
Accenno alla trama: è una storia in una storia in una storia, in pratica una scatola cinese delle storie.
Chi vuole leggerci una metafora interpreterebbe che il libro stesso racconta del processo di come si creano le storie.
Io però non ne do questa interpretazione.
Zachary è un ragazzo ordinario che studia all’università, pochi amici e vita normale.
Un’unica forte passione, quella per la lettura, che fa della biblioteca uno dei suoi luoghi preferiti e sarà proprio lì che si imbatterà del tutto casualmente in un libro che riporta un episodio della sua vita da bambino.
Inizia così ad indagare ritrovandosi invischiato in un mondo parallelo sotterraneo, fatto di libri, corridoi illuminati da fiaccole, guardiani/adepti senza lingua e custodi che non invecchiano mai.
Tirando le somme: cosa mi è piaciuto?
- la storia d’amore tra il gentiluomo Dorian e il protagonista Zachary è una delle storie d’amore omosessuale più soffice e delicata che abbia mai letto
- la grafica: estremamente curata che sopperisce la dove non arriva il contenuto
Eppure di questo libro ne avevo sentito tanto parlare tra i bookbloggers…
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Era meglio fermarsi a Sarah Waters
"Il mare senza stelle" è il secondo romanzo dell'autrice de "Il circo della notte" e ne ripropone molti elementi distintivi: lo stile superbo, l'ambientazione immaginifica, la precarietà della trama, i rapporti basati sul nulla più il niente e dei personaggi se possibile ancora più dimenticabili.
La trama sembra la somma de "Il codice da Vinci" e "La soglia", con meno scene d'azione rispetto al primo e un finale più criptico rispetto al secondo. Protagonista e unico personaggio fornito di caratterizzazione è lo studente Zachary Ezra Rawlins che, mentre bazzica nella biblioteca della sua università, si imbatte casualmente nel volume "Dolci rimpianti" al cui interno legge un racconto incentrato su un episodio della sua infanzia. Mentre chiunque altro archivierebbe l'evento come una simpatica coincidenza, Zachary inizia ad interessarsi al misterioso libro e si ritrova così coinvolto in un'avventura -non troppo avventurosa- tra società segrete, realtà oniriche e tante tante tante strizzate d'occhio al mondo della letteratura.
Avevo delle aspettative abbastanza alte rispetto a questo romanzo, sia per i molti pareri a dir poco entusiasti sia perché, pur con i suoi difetti, "Il circo della notte" nel complesso mi aveva convinta. Con questo titolo invece ho fatto molta più fatica a trovare degli aspetti positivi; lo stile si conferma il maggior pregio della Morgenstern, alcuni degli spunti avevano un buon potenziale e il simbolismo è utilizzato con grande attenzione. Peccato che questi pochi elementi non riescano a portare il libro oltre una sufficienza risicata.
Come già accennato, questo romanzo pecca di una trama concreta: oltre allo spunto iniziale (la ricerca di Zachary su "Dolci rimpianti", mosso unicamente da una scelta impulsiva) c'è soltanto un avvicendarsi di eventi che diventano via via più nebulosi, soprattutto nelle ultime cento pagine in cui si intervallano in modo fastidioso momenti davvero surreali a scene che non sfigurerebbero in un film di spionaggio. Nel mentre, il povero lettore sta tentato di seguire il filo della storia ma la sua attenzione è contesa tra i molti racconti che interrompono la vicenda principale (sì, sono sempre gli stessi personaggi in situazioni diverse, ma questo si capisce solo in un secondo momento) e una moltitudine di dettagli dall'indubbia inutilità: nella narrativa se spendi tempo -o righe, in questo caso- per descrivermi il protagonista che prende un cupcake, lo avvolge in un fazzoletto, lo ripone in una borsa e se lo porta via, da lettrice mi aspetto per lo meno che quel dolcetto se lo mangi prima o poi!
E sono questi dettagli, oltre ad una buona dose di informazioni taciute perché sì e a dozzine di descrizioni degli stessi luoghi, a trasformare in un bel tomo quello che sarebbe potuto tranquillamente essere un libro molto più corto. La lunghezza sarebbe anche scusabile, se l'autrice avesse impiegato quelle pagine per spiegare il sistema magico (nessun chiarimento pervenuto), parlare delle relazioni tra i personaggi (si fa a gara tra insta-love e starcrossed lovers, ma rapporti genuini zero) o dare un briciolo di carattere a qualcuno che non sia Zachary.
Per quanto riguarda l'edizione italiana, la Fazi ha fatto indubbiamente un ottimo lavoro di grafica: il risultato è esteticamente gradevole, come un po' tutto in questo libro. Peccato ci siano un paio di sviste, come l'anno di nascita di Zachary, che non so purtroppo se siano da imputare alla traduzione o meno.