Il castello tra le nuvole
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La perfetta lettura dicembrina
Dopo le quintalate di violenza scritte da Abercrombie, sentivo la necessità fisica di rifugiarmi in una lettura di tutt'altro tono, e la cara Kerstin mi sembrava una buona scelta perché i suoi romanzi hanno sempre il potere di stamparmi un sorriso sciocco sulla faccia. In questo senso, "Il castello tra le nuvole" non mi ha affatto delusa, sebbene io non sapessi praticamente nulla della storia a causa della vaghissima sinossi, e non avessi neppure ben chiaro che genere di libro mi stessi apprestando a leggere.
La trama di certo si dispiega con grande calma, andando a costruire pian piano un quadro composto da una moltitudine di personaggi bizzarri, e svelando solo nel finale quale fosse tra i tanti il filo da seguire effettivamente. A compensare un cast tanto vasto abbiamo un'ambientazione per contro decisamente limitata: tutti gli avvenimenti si concentrano nello Château Janvier, un castello sulle Alpi svizzere adattato ad albergo di lusso dalla famiglia Montfort; qui lavora come praticante la diciassettenne Fanny Funke, che si troverà nel corso della storia a svolgere mansioni di ogni tipo, e perfino a dover sventare delle inaspettate azioni criminali.
Purtroppo sull'intreccio non mi posso sbilanciare più di tanto, perché davvero fino alle ultime cinquanta pagine non si hanno avvisaglie di alcun tipo, il che rende difficile anche capire quale dei tanti spunti presenti sia quello a cui il lettore dovrebbe porre principalmente attenzione. Nella storia non manca infatti una componente romance, oltre ad elementi riconducibili al genere mystery ed anche quale accenno di paranormale, vista la fama sinistra di cui gode il castello.
Oltre all'oggettiva difficoltà ad interpretare la storia dentro questo romanzo, i difetti sono circoscritti alla parte finale del volume, in cui abbiamo una (delle poche) scena d'azione troncata tristemente a metà e delle rivelazioni un po' troppo inverosimili per non far alzare gli occhi al cielo. Anche il cast composto da un'infinità di personaggi -alcuni con nomi veramente difficili da memorizzare- mi ha messa in difficoltà; in questo la traduzione non ha aiutato affatto, con parecchi refusi proprio nei nomi che mi hanno reso ancora più ostico distinguerli.
Il romanzo compensa però queste mancanze con una prosa scanzonata, che non solo evita di prendersi sul serio, ma spesso arriva all'autoironia; ad esempio, citando i libri gialli in cui il mistero si districa in poche pagine, per poi risolvere a sua volta una sparizione nell'arco di un capitolo. L'essere sopra le righe in maniera voluta diventa anche la cifra stilistica della narratrice: Fanny è risoluta senza essere per forza incosciente, spiritosa senza arrivare alle offese gratuite nei confronti degli altri. La considero insomma un valido punto di vista in una simpatica storia per ragazzi.
Tra i tantissimi comprimari ovviamente devo segnalare un paio di preferenze, perché ho trovato decisamente divertenti il piccolo tiranno Don Burkhardt junior, l'improbabile addetto alla lavanderia Pavel e Ben Montfort, ovvio interesse amoroso che però si distingue da tanti suoi colleghi dei romanzi YA non essendo per nulla il classico bel tenebroso dal passato tormentato. A mio avviso, risulta una piacevole variatio.
Per concludere, devo dirmi fortunata ad aver optato per leggere questo libro proprio nel periodo natalizio, perché non solo la storia è ambientata a dicembre ma descrive dei luoghi che sono l'essenza stessa delle feste invernali. Consigliatissimo per chi sceglie le sue letture in base alle vibes stagionali.
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Troppo poco
Romanzo di pura evasione destinato a un pubblico giovane, i cui punti forza sono sicuramente l’ambientazione a dir poco suggestiva e il modo allegro e sincero con cui Kerstin Gier confeziona le proprie storie e i propri personaggi.
“Il castello tra le nuvole” è un lussuoso hotel, ormai in decadenza, sperduto in mezzo alle montagne svizzere. È un luogo magico, pieno di passaggi segreti e tradizioni antiche, di massicci mobili d legno e fuochi scoppiettanti nei camini, che a Capodanno attira il jet-set internazionale in vista dell’annuale ballo. Mentre la neve continua incessantemente a cadere, l’hotel si popola così di ricchi industriali, oligarchi russi, loschi faccendieri e scrittori. A descriverci e raccontarci questo luogo senza tempo e i suoi abitanti, è la giovane praticante Fanny. Simpatica, maldestra e ingenuamente inconsapevole, Fanny conoscerà tanti personaggi e vivrà un’emozionante avventura dai toni vagamente thriller, a cui non manca un pizzico di romanticismo.
Nota ai giovani amanti del “fantasy”, l’autrice propone questa volta un romanzo diverso, che vede sempre protagonista il mondo giovanile, raccontato in modo fresco e spensierato, ma in cui l’elemento fantastico è soltanto accennato. Fanny è una ragazza come tante, ha lasciato la scuola convinta che niente nella sua vita stesse andando per il verso giusto, e vive in modo spontaneo la sua vita in hotel, gettandosi alacremente in mille mansioni e osservando tutto e tutti dal suo rifugio in portineria.
Si tratta di una narrativa molto semplice, è vero, ma se l’intento è quello di trasportare per qualche ora il lettore lontano dalla realtà, facendolo sognare con appassionanti avventure e scenari mozzafiato, allora avrebbe avuto forse bisogno di un po’ di mordente in più. La storia parte davvero a rilento, costretta da una moltitudine di personaggi e descrizioni, per poi accelerare verso la fine con un’impennata di eventi e colpi di scena. Troppo poco temo, e forse troppo tardi. Ciò detto, non escludo possa essere una piacevole compagnia per un pubblico molto giovane, in cerca di qualche ora spensierata.
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Natale al Castello
Un lussuoso albergo di montagna sulle Alpi svizzere, immerso nelle neve e nella natura. La praticante annuale Fanny Funke, diciassette anni, di Achim presso Brema, che cerca disperatamente di cavarsela tra bambini impossibili, capi terrificanti, macchie di cioccolato, colleghe odiose, un cliente bellissimo e misterioso e il dolce figlio del proprietario dell’hotel. Sparizioni improvvise, gioielli favolosi, ospiti tanto ricchi quanto difficili da accontentare, problemi di cuore, ladri e società segrete. Aggiungete una deliziosa atmosfera natalizia, un po’ di "romance", una bella dose di ironia, qualche episodio tragicomico, un tocco di thriller, shakerate bene il tutto e "Il Castello tra le nuvole" è pronto per essere letto e gustato dalla prima all’ultima pagina.
Meglio conosciuta dai suoi lettori per la trilogia delle gemme, Kerstin Gier mette da parte il fantasy e apre le porte del Castello tra le nuvole, un incantevole, vecchio albergo in stile Belle Époque che deve il proprio nome alla posizione sulla vetta del mondo e dove Fanny, che ha deciso di prendersi una pausa dagli studi, finisce a occuparsi dei terribili, viziati, adorabili bambini degli ospiti dell’hotel. Mentre cerca la sua strada, Fanny si scontra con Tristan, ospite affascinante ed enigmatico, si prende una cotta enorme per Ben, figlio di Roman Monfort detto "l’irascibile" e nipote di Rudi Monfort detto "lo smidollato", proprietari del Castello tra le nuvole, subisce pazientemente i rimbrotti della signorina Müller, la governante, si ritrova coinvolta nei piani di una misteriosa società segreta ed è costretta a fronteggiare pericolosi criminali internazionali, anche se niente è peggio del dover sopportare le quattro colleghe stagiste che la guardano dall’alto in basso e le giocano scherzi odiosi. A parte forse il diabolico Don, figlio di uno degli ospiti più importanti e facoltosi dell’hotel, che si diverte a spadroneggiare indisturbato e a tiranneggiare la baby-sitter. Nulla a che vedere con la piccola Dasha, figlia di un oligarca russo, dolce e allegra come un uccellino.
Fortuna che, a parte Ben, la nostra eroina ha anche altri aiutanti: ad esempio Monsieur Rocher, il "concierge" storico dell’albergo, saggio, gentile e affettuoso, o Pavel, responsabile della lavanderia, che a vederlo sembra un brutto ceffo appena uscito di prigione, muscoloso, rasato e tatuato, e invece è buono come i dolci di Madame Cléo, la pasticcera, canta arie d’opera tutto il giorno e beve in compagnia del vecchissimo Stucky, custode dell’albergo da tempo immemore, che parla un dialetto incomprensibile e manda giù grappa alle pere come se fosse acqua fresca. Tutti loro e molti altri ruotano intorno a Fanny, una carrellata di personaggi perfettamente scolpiti, comici, odiosi, subdoli, misteriosi, inquietanti, che danno vita a un racconto quasi corale, sebbene il centro della narrazione vivace e brillante sia sempre saldamente occupato da miss Funke.
Forse, però, il vero protagonista è proprio il Castello tra le nuvole ammantato dalla neve, con la sua atmosfera d’altri tempi e l’incantevole veste natalizia, la biblioteca, il centro benessere, la sala da ballo, la scuderia, la giostra con i cavalli: una volta varcata insieme a Fanny la porta girevole che conduce al foyer non vorrete più abbandonarlo. È garantito.
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CENERENTOLA A CACCIA DI MISTERI
All'inizio confondevo il titolo di questo libro con il famoso ' Il Castello Errante di Howl' di Diana Wynne Jones (lettura straconsigliata, guardate anche il film animato se vi va) tra cui il terzo e ultimo capitolo della trilogia, ovvero Il Castello in Aria. Ma ovviamente si tratta di tutt'altra storia, fitta di neve e misteri, con un'atmosfera 'cozy' descritta molto bene, percepibile, che ti fa venire voglia di sorseggiare una deliziosa bevanda fumante vicino al caminetto acceso leggendo un libro. Parliamo infatti della soave e suggestiva Germania! Mi sono immersa in questo libro mentre rileggevo contemporaneamente L'Estate delle coincidenze di Ali McNamara (altra lettura consigliata!) dove visitavo l'Irlanda insieme alla protagonista a caccia di immobili nel verde vasto e brillante; due panorami incantevoli, uno che richiama l'inverno, l'altro che richiama la primavera e l'estate.
Fanny Funke, la genuinamente simpatica e normalissima protagonista di questo romanzo auto-conclusivo, lavora al Castello tra le nuvole come apprendista/bambinaia. Si tratta di un albergo di lusso molto antico, stile vittoriano, che trasuda sia fascino che usura. Tra i misteri sopracitati compare una gatta tigrata che si narra sia lì da tempo immemore, vista e viziata esclusivamente dal personale di servizio e mancata puntualmente dal direttore antipatico e scorbutico. Vi sono inoltre tubature sospiranti, lavandini bizzosi, taccole amichevoli, e ospiti che nascondono dei segreti... Tra cui spicca un bel ragazzo in gamba capace di arrampicarsi sui cornicioni come Spiderman.
È la prima volta che m'imbatto in una protagonista diciassettenne che ha lasciato gli studi di sua volontà per trovare la propria strada attraverso un percorso lavorativo umile, seguendo la sua natura; dopotutto ogni persona è un mondo a sé stante, e generalizzare le esperienze di vita dandole per scontate - scuola, lavoro, matrimonio, figli - rischia di suonare forzato, ridondante e banale anche nei libri.
Il romanticismo non è il punto cardinale di questa storia, e d'altronde perché mai dovrebbe esserlo? Seppur marginale, riesce comunque a intrattenere il lettore.
Lo stile di Kerstin Gier mi ha catturata fin dalla Trilogia delle Gemme. Le sue storie sono particolari, divertenti e interessanti. Ammetto però che alcuni punti qui mi sono sfuggiti, come ad esempio l'attrazione lampante che sboccia tra Fanny e Ben (il figlio del proprietario dell'albergo), che salta fuori totalmente inaspettata: all'improvviso vogliono passare il loro tempo assieme, neanche pochi giorni dopo l'incontro tra Fanny e Tristan? È stato talmente repentino da lasciarmi sgomenta, in quanto mi aspettavo che venisse approfondito subito e maggiormente il personaggio di Tristan, aka Spiderman. Questo triangolo amoroso è sfumato e un po' confusionario.
Ci sono frasi e dettagli (pochissimi) che mi hanno fatta accigliare, non so se la causa sia la traduzione del testo o qualche punto che ho mancato io nella lettura. Ad ogni modo, questo racconto è scorrevole e piacevole. Un mix ben dosato di fantasy, thriller e mistero.