Il castello errante di Howl
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Solo una fiaba moderna...
Sophia Hatter è la figlia primogenita di un agiato cappellaio di Marker Chipping, ridente paesino nel mondo di Ingary, dove gli stivali delle sette leghe sono merce di libera vendita e realmente esistono mantelli che rendono invisibili. In quel mondo c’è la convinzione che i primogeniti siano destinati al fallimento, poiché loro saranno quelli che sbaglieranno per primi, mentre chi li segue saprà trarre insegnamento dai loro insuccessi. Così, quando il padre di Sophia muore prematuramente, lasciando la bottega con molti debiti, lei, che fino ad allora aveva fatto da mamma surrogata alle sorelline, non si stupisce di dover rimanere in negozio a fare l’umile lavoro di cappellaia, mentre le due sorelle minori sembrano destinate a un luminoso futuro altrove.
Un giorno, in cui è più depressa del solito, entra nel negozio una vistosa dama con cui lei non si comporta con la dovuta gentilezza. Costei, che in effetti è la crudele Strega delle Terre Desolate, senza un’apparente ragione, le lancia una terribile maledizione. In un battito di ciglia la diciottenne Sophia si trasforma in una vecchia cadente e piena di dolori. Per evitare di farsi vedere così, fugge da Marker Chipping e, dopo una lunghissima camminata, trova rifugio nel castello del Mago Howl, una bizzarra costruzione che vaga perennemente sulle colline attorno al paese. Il Mago ha una pessima reputazione, si dice che mangi il cuore delle giovani donne, ma Sophia, ormai anziana e cadente, si sente al sicuro. Riesce a penetrare all’interno e qui farà la conoscenza di Michel, l’apprendista, e di Calcifer, il demone del fuoco che si occupa di tenere in movimento il castello e produce la maggior parte degli incantesimi del mago. Quando conoscerà Howl, scoprirà che, in realtà, è un bel giovane, fatuo e vanesio, perennemente a caccia di giovani donne da ammaliare con il suo fascino.
Assieme a questa stravagante compagnia vivrà mirabolanti avventure nel mondo di Ingary, grazie anche alla porta magica del castello, che si apre su luoghi diversi a seconda di com’è ruotato un pomello posto al di sopra di essa, in un crescendo di emozioni sino al terribile duello finale con la Strega delle Terre Desolate.
Molti anni fa ero rimasto affascinato, ma pure confuso, dall’immaginifico film che il grande Miyazaki aveva tratto da questo romanzo. Poiché la pellicola mi aveva lasciato più dubbi che risposte, per chiarirmi le idee avevo, inutilmente, dato la caccia al romanzo della Jones, che pareva introvabile. Grazie alle immense risorse che oggi forniscono le biblioteche elettroniche finalmente ho potuto leggere l’opera originale. Questa, però, mi ha leggermente deluso.
Mi aspettavo un racconto fantasy pieno di inventiva e trovate, ma in effetti, almeno questo primo libro della trilogia, appare solo un’elaborata favola moderna, vivace e bizzarra sì, ma priva di un vero approfondimento. Le cose accadono come nelle fiabe, senza un perché e senza una spiegazione in qualche modo logica. Molte delle situazioni peccano di una ingenuità abbastanza naif. I caratteri dei personaggi sono definiti in modo assiomatico senza fornire mezzi per meglio comprenderli. Quasi certamente da molte delle situazioni descritte, a cominciare dall’invecchiamento magico di Sophie, si potrebbe trarre una metafora e un conseguente insegnamento morale, ma tutto resta troppo alla superficie e vago. Così ogni interpretazione è plausibile o, al contrario, opinabile.
Se ci si limita a farsi trascinare dalla narrazione, la storia fluisce rapida e, tutto sommato, in modo piacevole sino all’auspicato “happy end” che rimette tutte le cose a posto. Ma si sente la mancanza di un qualcosa in più; un qualcosa che avrebbe arricchito di contenuti il libro, elevandone il livello e mutando una gradevole storia per bambini in un romanzo da meditare con più consapevolezza. Già l’esempio che si può avere guardando la trasposizione cinematografica fattane dal regista giapponese ne dà una prova tangibile.
Comunque, in definitiva, il libro è certamente consigliabile, se non altro per farsi scorrere nuovamente davanti agli occhi le meravigliose sequenze di Miyazaki.
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Permettetemi di concludere con un paio di osservazioni per l’angolo del pignolo. La prima riguarda la versione elettronica che ho avuto l’occasione di leggere: purtroppo la trasposizione si è portata dietro un bel po’ di refusi, direi di tipo elettronico (maiuscole non rispettate, segni di punteggiatura scambiati, capoversi saltati), che non causano confusione, ma, purtroppo, infastidiscono nella lettura.
Il secondo appunto riguarda la traduzione, piuttosto grezza ed eccessivamente “giovanilistica”. In particolare ho trovato inaccettabile che in più di una occasione si usi il verbo “scagliare” nell’accezione gergale di “mancare, fallire”; sintomo, purtroppo, di una resa un po’ troppo affrettata del testo inglese. Peccato!
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Gradevole ma confusa
Mi è difficile recensire questo libro perché se da una parte la storia in sé mi è piaciuta, dall’altra l’ho trovata a tratti di difficile comprensione. Molte descrizioni (come le battaglie di magia) mi sono sembrate confusionarie, mentre alcuni fatti sono rimasti insoluti o poco chiari (la maledizione scagliata su Howl: non ho capito che senso aveva, se alla fine si è spezzata o se ci sia mai davvero stata).
La storia di Sophie che cade vittima di un sortilegio e che cerca aiuto presso il Mago più potente e temuto è carina, ha delle belle trovate e molte originalità che chi ha visto il cartone di Miyazaki avrà subito presente. Devo dire che il suo personaggio mi ha provocato motti di stima e di stizza a seconda del suo comportamento, ma nel complesso mi è piaciuto. Diversamente da Howl, che è un giovane vanesio, volubile e capriccioso che dorme in un letto talmente lercio da avere le lenzuola grigie. Poco importa se alla fine non è esattamente come ci è stato descritto per tutto il romanzo: resta capriccioso e poco incline alla pulizia (se non a quella personale, come ci viene molte volte detto e ridetto), anche se più premuroso di quanto pensassimo.
Ma il libro non ruota solo intorno a Sophie e Howl. È infatti disseminato di personaggi che, alla fine, scopriremo essere tutti interconnessi tra loro (in modi più o meno chiari…). Ci sono Michael, le due sorelle di Sophie, il Re, Suliman, Justin, Fanny, Fairfax, Calcifer e lei, la Strega delle Terre Desolate, colei che dà il via alla storia. La Strega brama il potere di Howl e del suo demone del fuoco Calcifer, ma prima di arrivare al Mago deve trovare il suo punto debole. È per questo che si rivolge a un personaggio che per me è stato un vero enigma comprendere. Perché di fatto… era uno? O erano due? E perché proprio lui/loro? Onestamente… non l’ho capito. Anzi se qualcuno che ha letto il romanzo riesce a spiegarmelo, gliene sarei davvero grata, perché ci sto ancora rimuginando sopra.
In conclusione, libro carino ma dimenticabile, confuso e scarso di descrizioni (il mio immaginario si è dovuto aggrappare per forza di cose all’animazione di Miyazaki, perché la scrittrice non è riuscita a farmi immergere nel mondo che ha creato). È un peccato perché, ripeto, seppur la storia sia gradevole, è penalizzata dal come è stata gestita.
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Il castello errante
Come mai non ho mai letto prima questo splendore??
Un libro bello e strano, dolce e intenso.
Una protagonista Sophia, la primogenita di 3 sorelle, legata a un futuro di dovere.
Un mago Howl, Don Giovanni, famoso per rapire giovani e belle fanciulle.
Un demone del fuoco, Calcifer.
Un apprendista del mago, Michael.
Poteva infine mancare la cattiva Strega delle Terre Desolate??
Tutti gli elementi giusti per creare questo piccolo gioiello.
è stato divertente leggere questo libro, è stato appassionante e anche commovente.
Il mondo, o per meglio dire, i mondi creati sono dettagliati e minuziosi, i caratteri dei personaggi, descritti minuziosamente. Ho amato la loro evoluzione all'interno del romanzo.
Avevo intravisto tantissimo tempo fa il film di animazione che è stato tratto da questo libro, ma di sicuro non c'è paragone..
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Una fiaba moderna e ammaliante
“Il castello errante di Howl” è una lettura rapida e non troppo impegnativa, eppure, appena giunta alla fine, mi ha presa la voglia di ricominciarlo immediatamente daccapo.
Come molti, mi sono avvicinata al libro dopo aver visto il film dello Studio Ghibli, ma mi sono presto resa conto che, a parte le prime trenta-quaranta pagine, c’era ben poco di corrispondente. Al gentile ed educato Howl del film corrisponde un capriccioso, vanesio e superficiale mago che tuttavia non perde il suo fascino e la sua centralità nella trama. È ciò che più ho apprezzato di questo romanzo: la caratterizzazione a tutto tondo dei suoi personaggi, ricchi di difetti più che di pregi, e capaci di evolversi in maniera naturale anche nelle sole 243 pagine.
Non credo si possa scrivere una vera recensione senza fare dello spoiler, quindi mi limiterò a semplici considerazioni: questo è il libro perfetto per chi cerca un po’ di incanto e di magia, per chi è capace di raccogliere tutti i micro-indizi e i dettagli e metterli insieme, per chi riesce e vuole leggere l’allegoria dietro ogni azione o rassegnazione dei personaggi e per chi pensa di aver fallito ancor prima di cominciare.
Questa è una storia di coraggio, sarcasmo e fragilità.
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Tu sei bella Sophie
Sophie è la maggiore di tre sorelle e, mentre Martha e Lettie potranno avere amore, avventura e prestigio, a lei tocca il dovere. Le si prospetta una vita mediocre e triste, nel modesto negozio di cappelli di famiglia. Ma, forse, il destino che s’è autoinflitta non è il suo destino, e quando la vendicativa strega delle Lande si rifarà per un torto sconosciuto, trasformandola in una vecchina, dovrà partire all‘avventura. Entrerà nel castello errante del perfido mago Howl, conoscerà Calcifer, il suo demone del fuoco, e il suo apprendista Michael. Vedrà Porthaven, Kingsbury, luoghi lontanissimi e, addirittura, finirà in un altro mondo. E scoprirà che, anche se è la maggiore di tre sorelle, non c’è niente di mediocre né in lei né nel suo futuro, e che anche a lei spettano avventura, prestigio e amore.
Il Castello Errante di Howl, primo di una trilogia, è il libro da cui è tratto l’omonimo capolavoro di Miyazaki. Una bellissima fiaba moderna, tra maghi, streghe e poesie, stivali delle sette leghe, mantelli incantati, e chi più ne ha più ne metta. Dianne Wynne Jones è ironica e divertente, e con uno stile scorrevole dirige una storia semplice, ma emozionante e non arida di sorprese (se sapeste da dove viene Howl…). È un libro pieno di meraviglie, il cui punto forte sono i personaggi pieni di difetti: cocciuti, volubili, impiccioni, impulsivi, vanesi e impossibili da non amare. Calcifer, Howl e Sophie sono indimenticabili, e le avventure, le magie, e la storia d’Amore, vi terranno incollati dall’inizio alla fine.
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se vi piacciono le fiabe moderne