Narrativa straniera Fantasy Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie
 

Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie

Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie

Letteratura straniera

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Dopo la "Bussola d'oro" e "La lama sottile" Philip Pullman conclude la trilogia con un nuovo libro, arricchendo il suo universo di nuovi personaggi i gallivespiani, orgogliosi guerrieri a cavallo di libellule dai colori sgargianti; i mulefa, strani animali che viaggiano su ruote, dotati di un linguaggio e della capacità di vedere la Polvere - e apre nuovi mondi, arrivando perfino nella terra della morte. Nel "Cannocchiale d'ambra" la storia diventa epica, sfrontata e dissacrante, esplora i recessi più profondi, supera i confini tra cielo e terra, in un'entusiasmante e insieme poetica unione di avventura, mito e religione.



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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2025-01-27 16:07:24 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    27 Gennaio, 2025
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Lyra e Will alla resa dei conti (finalmente!)

Lyra è stata rapita da sua madre, la signora Coulter, e viene tenuta nascosta e sedata in una grotta di uno dei tanti mondi paralleli a cui si può accedere dalle finestre aperte grazie alla “lama sottile”, il coltello super-affilato che squarcia i diaframmi di separazione. Will, il portatore della “lama”, accompagnato da due angeli di grado inferiore, la sta cercando tra i vari mondi anche se è atteso da lord Asriel che vorrebbe entrare in possesso del coltello.
La ricercatrice Mary Malone, l’unica che aveva compreso l’importanza di ciò che sapeva e poteva fare Lyra, è fuggita dal nostro mondo e si trova in un altro universo popolato da esseri alieni dall’aspetto bizzarro, che corrono su ruote e manipolano la natura con una proboscide multiuso. Tra questi miti esseri lei riesce a costruirsi uno strumento che le permette di vedere la Polvere, la misteriosa sostanza che sembra circondare tutti gli esseri senzienti, e che ormai pare catturata da un flusso inarrestabile che la trascina via da tutti gli universi.
Nel frattempo Lord Asriel si sta predisponendo alla battaglia finale che lo contrapporrà all’Autorità, quest’ultima arroccata nella misteriosa Montagna Annuvolata. La Corte Concistoriale, da un lato, fornisce truppe da contrapporgli nello scontro finale e, dall’altro, sta sguinzagliando i suoi sacerdoti e militari per rintracciare e sopprimere Lyra, prima che la ragazzina “cada in tentazione” come una novella Eva e, con il suo peccato, come raccontano le profezie su di lei, influisca negativamente sulle sorti finali dello scontro.
Una serie di eventi imprevedibili e una pericolosa e arrischiata iniziativa di Lyra e Will, alla fine, porteranno all’instaurazione di un nuovo ordine universale.

Confesso che sono partito molto prevenuto contro questo terzo e conclusivo libro della saga “Queste oscure materie”; al punto che è restato intoccato per mesi. Infatti mentre il primo volume, pur con tutti i dubbi suscitatimi, mi era apparso abbastanza interessante, già il secondo romanzo aveva abbondantemente evidenziato i difetti della storia così com’era stata concepita. Quindi dubitavo che un colpo d’ali potesse risollevare la sorte di questa trilogia. Però, onestamente, pur nel mio pessimismo, non mi sarei aspettato di trovarmi a leggere qualcosa di così brutto, insulso e barboso. Tra l’altro insopportabilmente lungo e arzigogolato e affastellato di vicende a fatica legate o logicamente collegabili tra loro.
Pulmann ha infarcito questo nuovo romanzo di nuovi mondi, nuovi personaggi, nuove creature, alcune davvero strambe, nuove intricate vicende e balzane invenzioni nella speranza di ravvivare l’intreccio, senza rendersi conto che una minestra, se è poco sostanziosa di partenza, non migliora le sue qualità solo aggiungendovi spezie a profusione.
Vorrei precisare che la cosa che mi ha dato più fastidio non è stato l’ateismo militante e predicante che permea tutta la storia: riconosco a ognuno il diritto di pensarla a modo suo e di esprimere le proprie idee in assoluta libertà. Magari, solo, in un libro, sarebbe buona creanza preavvertire i lettori (soprattutto se giovani) delle proprie intenzioni e non tendergli un agguato sorprendendoli a metà lettura. Ma questo è solo un dettaglio marginale.
Preso atto, però, che il ciclo “Queste oscure materie” non dovesse essere solo una immaginosa storia fantasy con avventure in luoghi mirabolanti ed eroi dotati di strumenti magici portentosi, ma, al contrario, si prefiggeva di diventare un manifesto anti-religioso e, più precisamente, anti-cattolico, almeno sarebbe stato gradito che la costruzione fosse solida, ben costruita, con argomentazioni logiche e uno sviluppo strutturato in modo da creare un legame empatico con i personaggi e da attrarre con le peripezie da essi vissute. Non ho trovato nulla di tutto ciò. Non è sufficiente, infatti, assemblare disordinatamente vicende, eventi, trovate strane per costruire un’avventura letteraria nella pretesa che quell’unione determini un qualcosa di organico e, soprattutto, visto che si vuole proporre e difendere una tesi di cotanto valore simbolico, efficace e persuasivo.
Nell’insieme, questo terzo romanzo risulta poco interessante, non emozionante, né avvincente.
Mi spiego. È poco interessante perché, in fondo, non è chiara la meta che si vuole raggiungere con questa storia o il messaggio che si vuole lanciare, ammesso che ce ne sia uno, al di fuori dell’affermazione, ripetuta sino allo sfinimento, che la Chiesa sarebbe brutta, sporca e cattiva.
Anche il finale appare totalmente arbitrario e assurdo perché si basa sull’assunto, vecchio come il mondo e altrettanto vacuo, che “omnia vincit amor”. Ma cos’ha di speciale quell’unico, particolare amore adolescenziale dei protagonisti che mancava ai milioni di milioni che lo hanno preceduto? Perché è così singolare da stravolgere l’ordine universale delle cose? Non ci viene spiegato in alcun modo. Da qui l’assoluta supponenza e apoditticità dell’intero costrutto narrativo che oltre a rasentare il ridicolo risulta totalmente acritico. E, poi, a prescindere dalla love story infranta tra Lyra e Will, che ne è del resto dello scontro epocale tra Ordine religioso costituito e Schiere di angeli ribelli? Se, come pare di capire, l’Autorità è una entità fungibile con altre ad essa simili, perché la sua scomparsa dovrebbe mutare l’assetto dei mondi? Come dice il proverbio: “morto un papa se ne fa un altro, e quindi?
Non è emozionante perché le disavventure dei protagonisti vengono raccontate con uno stile piatto e non coinvolgente e, anche quando si cerca di tirar fuori dal cappello qualche vicenda particolarmente movimentata, alla fine le parole non riescono a rendere il senso dell’azione e più che trepidazione ed empatia suscitano sbadigli.
Di conseguenza l’insieme non risulta neppure avvincente, ma anzi, in molti passaggi, si rivela tedioso e irritante con troppe parole spese per descrivere qualcosa che, forse, con meno inchiostro versato, sarebbe stato possibile rendere con più efficacia. Oserei affermare che ci sono interi capitoli più noiosi e deprimenti dello stesso Mondo della morte che l’A. s’è inventato per infilare Lyra e Will in un’improbabile impresa salvifica per tutti i defunti. Ho dovuto far violenza a me stesso per limitarmi a saltare la lettura di qualche periodo, di pochi paragrafi e non di interi capitoli e per giungere all’epilogo della storia.
La cosa che più mi ha irritato è il tono presupponente, presuntuoso e supponente con il quale vengono narrati i fatti come se l’A. avesse scoperto una sconvolgente nuova “buona novella” e volesse farne partecipe l’intera umanità, ma senza condividere con essa i meccanismi che la azionano e motivano. Nella storia avventurosa troviamo miscelati considerazioni filosofiche, teorie scientifiche, (ahimè, mal comprese e peggio esposte), estrapolazioni metafisiche e dogmi religiosi o confutazione degli stessi, tutti grossolanamente miscelati in un unico calderone, ma non amalgamati in esso, con il risultato di ottenere una broda difficilmente digeribile.
Anche l’intreccio in sé fatica a dipanarsi tra i paragrafi. Con una assiduità degna di miglior causa, spesso situazioni aggrovigliate, confuse e, apparentemente, irrisolvibili in cui è stato infilato questo o quel protagonista, vengono sbrogliate dall’apparizione di improbabili deus ex machina tirati fuori a casaccio, all’ultimo momento, senza una minima giustificazione, senza una vera logica narrativa. Altrettanto ingiustificati sono i subitanei mutamenti di carattere e inclinazione di questo o quel personaggio che, come novello S. Paolo sulla via di Damasco, si redime con eclatanti sacrifici personali per la salvezza complessiva, ma nell’assoluta incomprensibilità del gesto.
Non parliamo poi della coerenza e logicità non solo di certi ragionamenti, ma pure di certi passaggi. Un paio fra tanti: com’è possibile che esseri definiti, espressamente e ripetutamente, immateriali, come, ad esempio, gli angeli – inconsistenti e privi di massa corporea al punto che gli umani li trapassano e attraversano come fossero fatti di nebbia – a un certo punto, quando la narrazione lo rende conveniente, diventano corporei e possono essere abbrancati e stretti in una presa in stile wrestling o, al contrario, riescono a spingere col loro solo peso qualcuno sott’acqua fino a farlo affogare? Evidentemente l’A., preso nella foga della propria narrazione, s’è completamente dimenticato di cosa aveva scritto solo poche pagine prima.
Ugualmente, ci è stato detto sin dalle prime pagine del romanzo d’esordio, che gli esseri umani dotati di daimon non possono essere allontanati dal proprio compagno in forma d’animale pena una morte straziante con parallela gran liberazione d’energia, come, per l’appunto, accaduto a Roger nel primo volume. Ora, però, Lyra si permette di passare da un mondo all’altro abbandonando il suo Pantalaimon disperato sulla riva di un fiume infernale, senza danni materiali superiori a una afflizione esistenziale intima. La spiegazione abborracciata, che viene data solo molto dopo è più una mesta pezza per una chiara contraddizione che una seria motivazione.
Per non spoilerare troppo la trama non mi dilungherò a criticare certi personaggi, al limite della comicità involontaria, o certe rappresentazioni che appaiono blasfeme pure a chi religioso non è. L’A. nei ringraziamenti, ci confida di aver preso ispirazione per la sua storia dal “Paradiso perduto”. Beh, il povero Milton si dev’essere ben agitato nella sua tomba per questa sua responsabilità postuma.

Insomma, il giudizio finale, che, a questo punto, va esteso a tutta la trilogia, è il più negativo possibile. L’insieme è risultato al mio palato davvero indigeribile e sgradevole e mi rammarico di aver preso in mano il primo volume animato da ben diverse speranze. La cosa che più mi stupisce è il relativo buon successo di pubblico e critica che ha ottenuto la trilogia e il fatto che, al di là dei comprensibili attacchi di tipo religioso, nessuno abbia evidenziato mai la pochezza letteraria dell’opera.

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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2021-09-19 05:53:33 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    19 Settembre, 2021
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CONCLUSIONE PESANTE

La conclusione della trilogia delle oscure materie purtroppo non mi è piaciuta.
Ho trovato il romanzo particolarmente pesante e prolisso, con delle parti davvero noiose.
Le idee di base sono belle, i nuovi personaggi anche ma non mi ha catturato come i primi due capitoli.
Il finale soprattutto, abbastanza triste, l’ho trovato di una lunghezza esasperante.

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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2019-04-22 19:07:29 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    22 Aprile, 2019
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Girandola di creature

Terzo libro della trilogia delle materie oscure, che si apre con una girandola di creature che vivono e si muovono fra i mondi, orsi corazzati, streghe e spettri, umani e daimon, spiriti e arpie, creature su ruote e bambini. La prima parte è molto dispersiva e decisamente noiosa, si sente molto la mancanza di Lyra, che viene tenuta addormentata dalla madre; nella seconda parte si risveglia potentemente l’interesse del vedere come tutto si collega, come il cerchio si chiude, fino ad arrivare a vedere Lyra e Will ricoperti di polvere d’oro e sinceramente innamorati, così come era prevedibile, ma con un modo di vivere il loro amore, nel rispetto dei relativi mondi, che non mi aspettavo. Un finale che dà un senso e, se possibile in un fantasy, anche un senso di realtà, a tutta la trilogia, dando un peso al valore della scelta ed all’importanza della fantasia.

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La bussola d'oro (I) - La lama sottile (II)
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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2014-07-05 16:20:19 domenico
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Opinione inserita da domenico    05 Luglio, 2014

finale inadeguato

Attenzione spoiler.
Francamente, dopo essermi lasciato avvincere dall'incipit assolutamente geniale e dalla trama trabordante, anche se a tratti "sfiancante", ho trovato la conclusione assolutamente "misera" rispetto all'imponenza della storia. Deludente il modo con cui viene sconfitto il potente angelo Metatron, messo in scacco, a mio avviso piuttosto frettolosamente, della sua stessa attrazione erotica per la bella sig.ra Coulter. Altrettanto dicasi per la(tanto agognata) tentazione finale. L'ho considerata così insignificante che dopo aver letto il capitolo relativo continuavo a chiedermi quando sarebbe arrivata... mah! Peccato davvero perché poi le ultimissime pagine, quelle dell'addio tra i due ragazzini, risultano essere davvero struggenti e intense. Tre stelle con rammarico.

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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2011-10-07 13:29:59 Nicholas
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Opinione inserita da Nicholas    07 Ottobre, 2011

Una grande trilogia

Una grande storia che chiude degnamente una bellissima trilogia, che appassiona e convinvce dall'inizio alla fine.
Un intreccio originale, una trama fantasiosa, dei personaggi visionari, un mondo fantastico... gli elementi ci sono tutti per stregare il lettore e condurlo in un lungo, meraviglioso viaggio.
Conigliatissimo.

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gli altri due libri di Pullman
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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2010-12-21 08:18:27 barbara78E
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barbara78E Opinione inserita da barbara78E    21 Dicembre, 2010
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terzo e ultimo volume

Terzo e ultimo libro della serie “Queste oscure materie”. Finale all’altezza dei volumi precedenti.
Lyra e Will, provenienti da mondi diversi, arrivano a scoprire la natura della Polvere, discendendo fino agli inferi e combattendo contro il Reggente, un tempo conosciuto come Enoch, discendente di Adamo. Il Reggente aveva confinato l’Autorità soggiogandolo e prendendone di fatto il potere, ora minacciato dalla profezia che vedeva Will e Lyra i distruttori dell’Autorità stessa. Durante la lotta col Reggente, il sacrificio di Lord Asriel e della signora Coulter, permetteranno ai ragazzi di compiere il loro destino. Will e Lyra si potranno poi riposare in una sorta di Eden: il mondo dei Mulefa, creature sagge e gentili che avevano accettato nella loro comunità la professoressa Malone. Sarà proprio lei, il “serpente tentatore” che farà di Will e Lyra dei novelli Adamo ed Eva, permettendo così al flusso della Polvere di invertirsi e di ricominciare a riportare le cose alla normalità.
In questo volume, l’autore dichiara guerra nientemeno che a Dio stesso. Il libero arbitrio è il fulcro del terzo romanzo, con la chiara rievocazione dell’ Eden e del passaggio all’età adulta, non più visto come innocenza perduta, ma come inizio di qualcosa di più grande.
Come per i precedenti, i colpi di scena si susseguono senza tregua, lasciando il lettore senza fiato, ma pienamente soddisfatto, sia dal punto di vista dell’azione, sia per gli spunti filosofici che offre.

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La bussola d'oro, La lama sottile
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Il cannocchiale d'Ambra. Queste oscure materie 2010-04-12 20:16:23 piero70
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piero70 Opinione inserita da piero70    12 Aprile, 2010
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eccolo...

Il migliore. Senza tanti giri di parole.
Il più commovente, coinvolgente, appassionante, stupefacente, entusiasmante libro che io abbia letto negli ultimi 20 anni. E ne ho letti eh?
Da dove comincio? Dalla bellissima immagine dell'Autorità (dio) dipinta da Pullman? Dagli splendidi capitoli dedicati al viaggio nella terra dei morti di Lyra e Will? Chi l'ha letto e ne è uscito indenne alzi la mano. Io stesso ho lasciato un pezzo di cuore e di anima sulle rive della palude Carontea.
E poi....l'amore....AMORE. A-M-O-R-E. A lettere tutte maiuscole e ciascuna gridata che neanche YMCA!
Mi viene un groppo in gola solo a ripensarci. Agli angeli, a Marisa e Asriel, a Will e Lyra, ai gallivespiani
Alle strazianti, eroiche morti che ci sono in questo libro. Tutti caduti perchè lottavano per ciò in cui credevano.
Alle strazianti pagine in cui Will e Lyra, alla fine, capiscono....
Quanto ho divorato quei passi. Quanto ho adorato la sofferenza di cui sono intrisi. La sublimazione dell'amore. All'ennesima potenza.
E tralascio un sacco di altri dettagli di sicuro.
Da leggere e rileggere. Da tramandare a figlie nipoti. E se non sanno leggere raccontateglielo. Dormiranno sogni stupendi.

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