I fiumi di Londra
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Ben Aaronovitch è nato a Londra nel 1964. Sceneggiatore di serie televisive di grande successo in Inghilterra, come Dark Knight, Jupiter Moon, Casualty e Doctor Who, è autore di numerosi romanzi, tra cui una trilogia urban fantasy dedicata al detective mago Peter Grant, della quale I fiumi di Londra costituisce il primo libro.
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Opinioni inserite: 1
I fiumi di Londra
Avevo molte aspettative riguardo a questo libro. Avevo letto in anteprima le prime 20 pagine e ne ero rimasta profondamente colpita. Ed è stato proprio per questo motivo che mi sono decisa ad intrapprendere la lettura completa del romanzo, oltre al fatto che la trama è decisamente originale.
"I fiumi di Londra" è il primo capitolo di una trilogia urban fantasy poliziesca, ambientata nella suggestiva e misteriosa Londra, e già queste caratteristiche sono sufficienti ad attrarre tutti gli amanti della letteratura gotica inglese, perché, nonostante l'ambientazione temporale sia del moderno ventunesimo secolo, si respira un'atmosfera rarefatta e d'altri tempi, che più volte mi ha dato l'idea di immergermi in un romanzo Dickensiano, ma ancora più cupo e con graditissimi elementi sovrannaturali, a metà tra la ghost story e un urban fantasy stregonesco. Il primo capitolo del libro l'ho trovato eccezionale. Non solo la storia parte con un ritmo incalzante e fin da subito il lettore si sente calato perfettamente in questa città affascinante e ricca di segreti ad ogni angolo di strada, anche lo stile di scrittura (in prima persona dal punto di vista del protagonista Peter Grant) risulta molto gradevole e ricco di un simpatico humor inglese.
Ma purtroppo, le caratteristiche positive del romanzo finiscono qui.
Dopo il mio entusiasmo iniziale creatosi della bellissima e suggestiva ambientazione, l'originalità del primo capitolo e lo stile di scrittura a me congeniale, la storia si sviluppa in maniera poco brillante e giunta ad appena metà libro mi sono sentita come svuotata, con l'interesse per gli avvenimenti della storia praticamente spento. Non mi capita spesso che l'interesse per un libro salga a livelli così alti durante il primo capitolo per poi cadere in picchiata con la stessa vertigginosa velocità nei capitoli successivi, anzi, direi che praticamente non mi capita mai. E a causa di ciò posso dire che questo libro si è rivelato per me una vera sorpresa, in tutti i sensi!
"I fiumi di Londra" è una storia con un grandissimo potenziale, ma gestita in maniera errata. Ho avuto l'idea che l'autore si sia fatto carico di un peso troppo grande per le sue capacità. Sarebbe stato ottimo partire da una storia di base poliziesca, con dei brutali omicidi irrisolti sui quali indagare, e a questo aggiungere un mondo sotterraneo di una Londra magica e popolata da esseri sovrannaturali di ogni tipo, fantasmi, stregoni, vampiri e varie divinità degli elementi naturali, e riuscire ad amalgamare tutto questo creando una storia credibile ed appassionante, che mantenga vivo l'interesse del lettore, ma ciò per me non è stato. Lo sviluppo della storia infatti appare per alcuni versi estremamente banale e semplicistico e per altri fastidiosamente caotico. E' una commistione di vicende che si alternano le une alle altre senza alcuna credibilità. La narrazione viene poi spesso interrotta dagli sproloqui del protagonista che ama raccontare aneddoti di Londra e del funzionamento della polizia londinese, sempre mantenendo toni ironici, cosa che inizialmente mi era piaciuta, ci stava bene per introdurre la storia, ma alla lunga mi ha tediata. C'è poi da dire che l'empatia del protagonista sul lettore è latente, con taglio ironico ma distante, non si riesce effettivamente a provare interesse per lui e per ciò che gli capita. Infine, la caratteristica più importante del romanzo sarebbe dovuta essere la componente magica (dato che probabilmente la scelta di questo romanzo avverrà da parte dei lettori più avvezzi al genere), e mi sarebbe piaciuta una narrazione di questo mondo di stregoni e magia più esauriente e approfondita. L'autore sembra invece dare poco peso a tutto ciò, trascurando di fornire le informazioni fondamentali per rendere intrigante l'approccio al mondo magico londinese. Ne esce una descrizione sommaria e generica che personalmente, da appassionata di fantasy e urban fantasy, non mi ha per niente soddisfatta. Forse infatti, più che fantasy questo romanzo sarebbe meglio definirlo surreale, ricco di stramberie, più che di vera magia. Peccato, un'ottima occasione sprecata :-(
PS= Il libro purtroppo conta numerosi refusi. Ho notato anche alcune frasi completamente senza senso. Un esempio? A pagina 147, settima riga: "Osservai il Dissimio e lesley avremmo ulo in azione". Dopo aver letto questa frase sono rimasta completamente scioccata. Ma che significa? Possibile che nessuno si sia accorto di un errore così grossolano? Per fortuna ho avuto modo di leggere molti altri libri editi da questa casa editrice e sono contenta di poter affermare che questo non succede spesso. Anzi, quasi mai. Spero quindi che in futuro venga prestata attenzione a tutte le pubblicazioni, senza tralasciarne nessuna.